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Berlusconi sull'orlo del baratro e i mercati gli danno l'ultima spinta.

Creato il 07 novembre 2011 da Dagored
Berlusconi sull'orlo del baratro e i mercati gli danno l'ultima spinta.
Che il destino di berlusconi e del suo governo sia ormai segnato s'è visto a Cannes. Il segnale arrivato dall'ultima riunione del G20 è stato inequivocabile: già altre volte s'è visto come il tenere a distanza e l'ignorare la presenza di un capo di governo sia un chiaro messaggio alle forze all'interno del paese governato dal premier non gradito ai potenti della Terra di affrettarsi a disarcionarlo dalla carica che occupa.
Messaggio rafforzato dall'andamento mattutino dei mercati finanziari, che hanno spinto lo spread tra i btp decennali italiani e i corrispondenti bund tedeschi al massimo assoluto, a 4,91 punti.
La posizione finanziaria dell'Italia non giustifica in alcun modo un simile apprezzamento del rischio sul nostro debito pubblico ed è fin troppo chiaro che è solo un'esplicito invito a far cadere il governo al più presto.
Berlusconi ha dunque le ore contate e i mercati gli stanno dando l'ultima spinta per farlo cadere. Le cose sono talmente chiare che è ormai addirittura inutile discuterne, mentre è molto più utile esaminare i possibili scenari che potrebbero aprirsi nel dopo Berlusconi, che non sono necessariamente ottimistici.
Berlusconi sull'orlo del baratro e i mercati gli danno l'ultima spinta.
A dare un'indicazione su quanto potrebbe accadere in Italia c'è il modo in cui sta procedendo la crisi greca. In Grecia ormai il governo socialista di George Papandreou è arrivato anch'esso al capolinea e già è pronto un nuovo governo di unità nazionale per formare  il quale dovrà traghettare il paese verso nuove elezioni, ma solo dopo aver soddisfatto gli accordi presi con la Ue e il Fmi.
Sarà importante vedere chi sarà chiamato a far parte di questo governo d'emergenza, perché se come si dice vi saranno cooptati alcuni economisti molto vicini ad agli ambienti della grande finanza anglo americana, ci sarà poco da gioire per la dipartita del Banana.
Si potrà infatti prevedere un'analoga sorte anche per il nostro paese, con la formazione di un governo a guida Mario Monti che veramente commissarierà l'Italia per conto della Ue e del Fmi, il che non è necessariamente un bene come gli sprovveduti pensano (basti solo pensare al fallimento dell'Argentina, avvenuto soprattuttto grazie alla consulenza del Fondo Monetario Internazionale).
Berlusconi sull'orlo del baratro e i mercati gli danno l'ultima spinta.
Le ricette per uscire dalla crisi finanziaria che un tale governo, diretta filiazione della Goldman Sachs (da notare come l'ex premier Romano Prodi spinga per un governo Monti e non per uno guidato da un esponente di quello che dovrebbe essere il suo stesso partito) saranno tutte a carico dei cittadini italiani, che vedranno di nuovo assottigliarsi i propri patrimoni e il proprio livello di vita, mentre saranno sempre tutelati gli interessi delle banche e dei grandi finanzieri.
Ma da Cannes un altro inquietante messaggio è giunto: quello della stretta intesa raggiunta da Obama e Sarkozy, che premono entrambi per una risoluzione della crisi pagata principalmente con i soldi dei tedeschi, che naturalmente nicchiano.
Se poi pensiamo che i due figuri, il sopravvalutato presidente americano e il nevrotico francese, molto probabilmente non saranno ancora in carica quando si dovranno prendere delle decisioni importanti, la dice lunga sulla precarietà degli accordi che si sono raggiunti a Cannes, che sono stati pure pochi e insufficienti.
Aggiornamento delle ore 12:13
E non avevo ancora letto questo.

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