Il Berlusconismo è stato un grande equivoco come il Giolittismo 100 anni fa. E se il paradosso dello statista piemontese consisteva nel presentarsi quale liberale proprio mentre statizzava ferrovie, welfare e assicurazioni (o quando invadeva la Libia),il centro-destra ci fatto credere di voler liberalizzare l’Italia proprio mentre inventava la Banca del Sud e moltiplicava controlli e tagliole ai danni dei produttori a partire dallo “spesometro”.
In più di un’occasione, anche nei mesi scorsi e nelle passate settimane, Silvio Berlusconi in prima persona è tornato a ripetere promesse e impegni che già aveva preso vent’anni fa. Ha perfino parlato della necessità di una riforma fiscale che abbassi le aliquote, sostanzialmente ripetendo parole già pronunciate più volte. C’è perfino qualcosa di patetico in tutto ciò, ma è chiaro come questo discenda dall’incapacità dell’intero mondo moderato di tradurre la retorica in azione, le parole in fatti.
In altre parole, l’utilità di paventare una collaborazione fra liberali e socialisti, fra movimento operaio e borghesia.