L’Akp non è un partito islamista, o comunque confessionale; “è un partito laico e repubblicano”, che non rompe con la tradizione kemalista ma la rinnova, introducendo un “laicismo non militante ma tollerante verso tutte le religioni” – così ha esordito il professor Ahmet Insel, politologo ed economista, docente presso l’università francofona di Galatasaray in riva al Bosforo. Gli abbiamo chiesto quali sono i motivi della prorompente affermazione elettorale dell’Akp. Non solo i successi economici – grazie a galoppanti tassi di crescita (+ 8,8% nel secondo semestre del 2011), il reddito medio pro capite è passato dai 3500 dollari del 2002 agli oltre 10000 di oggi (con proiezioni a salire) – e una propositiva visibilità in politica estera che soddisfa l’orgoglio nazionale: la ragione principale del successo del partito di Erdoğan – secondo il professor Insel – è quello di “aver rovesciato i rapporti di forza tra le élites tradizionali autoritarie e altezzose – che pretendono di avere un mandato perenne a governare – e quelle di origine popolare – dinamiche e rampanti – dell’Anatolia”, di aver “riportato in ambito politico la sensibilità conservatrice musulmana rendendola compatibile con la modernità”.