Bersani, l’ultimo argine al Governissimo…

Creato il 02 marzo 2013 da Candidonews @Candidonews

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Pierluigi Bersani ha commesso molti e grandissimi errori. Solo per citare i più gravi: si è fatto imporre da Napolitano il governo Monti e il rinvio di elezioni vinte in partenza, ha affossato un compiuto centrosinistra, la cosiddetta foto di Vasto, di nuovo per far contento il reuccio del Quirinale e la fallimentare destra del suo partito, ha impostato la campagna elettorale con l’unico argomento che gli garantiva sconfitta certa, l’idea balzana di allearsi con Monti in ogni caso.

Detto questo, resta il fatto che fra tutti i segretari del non-partito che hanno accumulato disastri negli ultimi anni, pardon decenni, è il solo che abbia compiutamente difeso l’idea di un partito moderato ma riformista e il solo che abbia posto un freno agli umori blairian-liberisti che avevano invasato tutti gli altri dirigenti prima dei Ds e poi del Pd.

Oggi Bersani è la sola e ultima linea di resistenza a fronte della iattura che incombe, quella del governissimo. Per ora punta i piedi e insiste nel contemplare due sole alternative: un governo di centrosinistra col lasciapassare, sia pur strettamente condizionato, di Grillo o il ritorno al voto.

Qualunque sia il giudizio sulla sua segreteria e sulla sua campagna elettorale bisogna sperare che ce la faccia. L’alternativa sarebbe un governo insieme di malfattori, quelli riuniti sotto le bandiere del simpaticissimo ma pur sempre gaglioffo giovanotto d’Arcore, e di banchieri. Berlusconi ci metterebbe un secondo a dimenticare l’antieuropeismo della campagna elettorale per tornare obbediente come è stato fino alla cacciata da palazzo Chigi del 2011. In cambio chiederebbe solo tutte le garanzie e le salvaguardie personali del caso. L’uomo, si sa, è fatto così.

I piddini, in compenso, dovrebbero sobbarcarsi il ruolo di guardiani di quella che viene abitualmente chiamata responsabilità e che in volgare si traduce: obbedienza ai diktat europei, o tedeschi che è più preciso.

Il segretario piddino deve vedersela in queste ore con forze soverchianti. Metà del suo partito, volpi del tavoliere, missionari in Africa mancati, signore attaccate al posto e al potere con un bostik ancora più resistente di quello adoperato dai colleghi maschi. Tutta la stampa, con le sole eccezioni del Fatto e del manifesto. Re Giorgetto, che vede la possibilità di fare un ultimo danno e non vorrà certo perdere l’occasione. I tedeschi, che una qualche voce in capitolo italiano ce l’hanno, tant’è che ormai non passa talk show senza il suo bravo teutone in divisa da gauleiter a sbraitare ordini.

Ha per unici alleati Nichi Vendola e la stragrande maggioranza degli elettori conclamati o potenziali di sinistra: non solo quelli che hanno votato Pd o Sel o Rc ma anche molti astenuti per disgusto e grillini.

Se Bersani non ce la farà, se si arrenderà alle pressioni di cui sopra come ha già fatto troppe volte, per lui sarà finita ma anche per noi ci sarà poco da stare allegri. Certo, alla fine della storia il Pd sarà un ricordo e Grillo, probabilmente, presidente del consiglio. Ma prima toccherà passare per un calvario.. Che rischia di non essere nemmeno brevissimo.


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