Bersani resisti, resisti, resisti

Creato il 28 febbraio 2013 da Albertocapece

Tempo fa, prima ancora delle dimissioni di Monti, mi capitò di far notare che anche un cambio della guardia alla guida della Germania – un governo socialdemocratico al posto di quello della destra  - avrebbe cambiato ben poco dal punto di vista dell’atteggiamento tedesco (qui). La Germania si è troppo compromessa nel’utilizzo dell’euro come fattore di compressione di salari e stipendi per poter pensare a un riequilibrio europeo: i soldi dovranno essere spesi semmai sul piano interno per alleviare una dozzina d’anni di stop delle retribuzioni e la diffusione del lavoro precario e/o a basso costo, prima sconosciuto.

Ieri ne abbiamo visto la dimostrazione con le frasi sprezzanti del candidato socialdemocratico Peer Steinbrück e la reazione di Napolitano. Certo per essere rispettati bisogna farsi rispettare e purtroppo un  intero ceto politico che ha ceduto, preso dal panico, a qualsiasi follia richiesta da Berlino e da Bruxelles, ha dato l’impressione di un Paese molle e rassegnato al sacrificio o comunque con una classe dirigente assai disponibile ai massacri pur di salvare se stessa. Sarebbe bastato dire no grazie alla straordinaria forza di cui dispone il debitore (ammesso e non concesso che fosse quello il problema), per mettere i governanti tedeschi e non quelli italiani di fronte al problema del malcontento interno. Ma il vuoto della politica ridotta ad affari e apparati, conquistata dal pensiero unico, incapace di coraggio e di immaginazione, ci ha ridotti in questo stato. E di certo non bastano le tardive e futili  reazioni di Napolitano a consolarci: anzi paiono la rivendicazione della dignità formale dello stato servile. Non a caso il presidente della Repubblica italiana tre giorni dopo le elezioni, non è al Quirinale, ma in Germania.

Tuttavia le sguaiate reazioni della stampa e della politica tedesca alle elezioni italiana la dicono lunga sull’effetto che fa e segnano una svolta decisiva: la sopravvivenza dell’odiato e comunque inaffidabile Berlusconi, ma soprattutto il boom di Grillo, dicono all’Europa, come del resto ha fatto notare Krugman, che o si cambia strada rispetto all’austerità oppure arriverà una reazione che spazzerà via l’euro e  la fatiscente costruzione europea. Tutto l’impianto sta saltando: la Grecia è già fallita, anche se si è fatto di tutto per non farlo sapere, per evitare perdite eccessive alle banche e persino per farci guadagnare gli speculatori ed è chiaro che finirà per uscire dall’unione, la Spagna  sta esplodendo e in Italia è diventato difficile riproporre dei complici così accomodanti come Monti e il sistema politico che lo ha appoggiato.

Dunque o si rimette mano ai trattati cercando di costruire un’Europa diversa  o si  trovano meccanismi per consentire un riequilibro oppure finirà per saltare tutto: l’Italia è in prima linea solo per la casualità temporale delle sue elezioni, ma è chiaro che l’ingovernabilità contrapposta al governo del suicidio ci sarebbe in qualunque Paese della periferia europea e paradossalmente potrebbe accadere nella stessa Germania . A mio modestissimo parere dunque sbaglia chi fa tutti i giorni le pulci a Grillo come se fosse il segretario di un partito tradizionale o lo volesse sentir parlare in politichese senza quelle boutade che in qualche modo vogliono essere tali: bisogna invece sfruttare l’occasione, il Movimento 5 stelle e il suo singolare megafono, per spazzare via Berlusconi e quella inesistenza della politica che ha introdotto. Francamente mi impressiona assai meno il Bersani morto che parla e che fa stalking politico (divertente fra l’altro) del Bersani costretto dai potentati finanziari e dalla Merkel ad essere vivo per fare quello che loro vogliono, il Bersani così appiattito su Monti da ridare vita a Silvio.

Certo Grillo è un comico, non uno stronzo dirigente d’azienda come Steinbrück, ma non si era sempre detto che una risata li seppellirà? Invece l’establishment che parla per bocca dei giornaloni, delle loro banche e dei loro vegliardi ex cassieri di banca, vogliono il governissimo Berlusconi- Bersani-Monti-D’Alema- Santanché- Renzi come del resto lo vuole Napolitano, rafforzato dal bagno berlinese. L’inciucio dei moribondi che vogliono trascinate il Paese nella fossa dietro la bandiera dello spread e del fiscal compact. Così oltre a una raccolta di firme per convincere Grillo a non chiudere la porta in faccia a Bersani, bisognerebbe lanciarne una per sostenere Bersani a resistere sulla sua linea.


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