Bertante dixit! Professionalità o Professionismo?

Creato il 08 gennaio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Francesca Pegoraro Il 14 dicembre scorso Alessandro Bertante ha annunciato che da fine gennaio dirigerà Bookdetector, un nuovo portale di recensioni edito da Il Saggiatore di Luca Formenton, che nelle intenzioni dei suoi ideatori dovrà diventare “un riferimento per i lettori forti, un faro per indirizzare le scelte di acquisto di chi ama leggere bei libri.” Alla base di questa iniziativa c’è sicuramente la convinzione che il web, con il suo fiorire di blog, forum e social network letterari, sia la chiave per governare il mercato editoriale. E a far pensare che l’iniziativa di Bertante sia guidata più da desiderio di egemonia commerciale che da vero amore per la cultura e la sua diffusione sono le sue stesse affermazioni contraddittorie e, proprio per questo, rivelatrici quanto in lapsus. Se infatti Bertante afferma (nell'intervista pubblicata su Affari Italiani) in modo stentoreo che i professionisti da lui schierati si atterranno a “un codice etico che impedisce ai recensori di scrivere a proposito di libri pubblicati dalla casa editrice con cui, eventualmente, pubblica o collabora lo stesso critico di turno”, la descrizione dell’organizzazione di questo faro culturale da lui stesso fornita suona quanto meno ossimorica “un sito generalista e allo stesso tempo commerciale e autorevole”. Bertante sembra voler ignorare che se i termini commerciale e autorevole “in Italia spesso sono erroneamente posti in contraddizione”, ciò accade proprio perché lo sono! Secoli di storia della letteratura e innumerevoli battaglie condotte dagli intellettuali di ogni epoca per rivendicare il principio della libertà dell’arte e del pensiero ci hanno infatti dimostrato che non ci può essere autorevolezza là dove delle proprie idee si fa commercio; e poco importano a questo punto i richiami e le assicurazioni sulla sottoscrizione di un famigerato codice etico. Ciò che è infatti evidente per bocca dello stesso Bertante è che “tutte le recensioni saranno pagate, perché sono convinto che il lavoro è tale solo se viene retribuito”. E come negare una tal asserzione? Certo, il lavoro per definirsi tale deve essere retribuito altrimenti diventa volontariato se fatto in elezione o schiavismo se adempiuto per obbligo; ma come può non rendersi conto Bertante che il principio stesso della recensione sotto contribuzione apre la strada a ogni sorta di potenziale corruzione? Non contento di aver così palesemente tolto ogni dubbioal lettore ancor prima di aver effettivamente lanciato il portale, Bertante peggiora la sua posizione aggiungendo che il portale si manterrà “con la pubblicità e con le vendite che le nostre recensioni garantiranno ai negozi online con cui collaboreremo. Quest'ultimo è un aspetto che stiamo definendo, ma abbiamo già trovato un accordo editoriale con Amazon e Google Books, e stiamo discutendo anche con altri possibili partner". Ancora una volta sorge spontanea una domanda: come può un portale che vive di pubblicità definirsi indipendente e autorevole? Se non bastassero queste obiezioni a porre forti dubbi sull’effettiva validità culturale di questa iniziativa, il colpo di grazia è assestato dall’affermazione che “I recensori saranno tutti professionisti. Scrittori, critici e poeti”, come a dire che il lettore comune non è in grado di farsi un’idea sua, ma deve paternalisticamente essere guidato. Ma chi si propone come sua guida? Chi si assume gli oneri (ma forse quello che Bertante cerca sono più che altro gli onori!) di guardiano del faro e custode della sacra lanterna destinata a proteggere il lettore ignaro e sprovveduto da un sicuro naufragio fra le pagine di un libro indegno? La risposta di Bertante è “professionisti”. Riflettendo sul significato primo di questo lemma, sorge tuttavia spontanea la constatazione che esso sembra più indicare chi dalle proprie attività trae un compenso, che non colui che svolge le proprie mansioni con competenza: Bertante scambia cioè professionista per professionale, come a dire lucciole per lanterne.  Acme della nuova iniziativa culturale è poi una giusta dose di ostracizzazione dell’utente al quale, lungi dal poter essere ammesse nell’olimpo luminoso del faro di Bertante, “non verrà data la possibilità di commentare le recensioni sul sito”. I seguaci del nuovo guru dovranno accontentarsi del fatto che “il dibattito sarà garantito con la nostra presenza su Facebook e Twitter”.  Ai lettori italiani non resta dunque che attendere fiduciosi la nuova era di Bertante, novello Mecenate, e la sua benedizione virtuale: nunzio vobis gaudium magnum, habemus Bookdetector! Fiat voluntas sua e Deo gratia! 

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