In questa tomba tenebrosa e oscura,
Giace un villan di sì deforme aspetto,
Che più d' orso che d' uomo avea figura,
Ma di tant' alto e nobil'intelletto,
Che stupir fece il Mondo e la Natura.
Mentr' egli visse, fu Bertoldo detto,
Fu grato al Re, morì con aspri duoli
Per non poter mangiar rape e fagiuoli.
Il racconto venne pubblicato per la prima volta nel 1620 in una raccolta, "Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno" insieme a un altro racconto dello stesso Croce, "le piacevoli e ridicolose simplicità di Bertoldino, figlio del già astuto Bertoldo" e la "Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino" scritta da Adriano Banchieri.
I racconti sono la rielaborazione di novelle antichissime, e in gran parte riprendono la medievale Disputa di Salomone con Marcolfo. Sotto un estratto de le sottilissime astuzie di Bertoldo e il video con un pezzo del film omonimo diretto nel 1984 dal maestro Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi (Bertoldo) e Lello Arena (Il Re).
Non comprese il Re la metafora di Bertoldo, onde costoro lo menarono in un bosco pieno di varie piante, e, quivi non ve n'essendo nissuna che gli piacesse, lo condussero per tutti i boschi d'Italia, né mai poterono trovare pianta, arbore né tronco che gli piacesse; onde, fastiditi dal lungo viaggio e ancora avendo conosciuto la sua grande astuzia, lo slegarono e lo posero in libertà, e ritornati al Re gli narrarono il tutto. Il quale, oltra modo si stupì del gran giudicio e sottile ingegno di costui, tenendolo per uno de' più accorti cervelli che fossero al mondo.
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Chris.