Bruttissima la puntata di Don Matteo di quest’oggi a base di dagli agli “uteri in affitto” misteriosa via del diavolo per concupirci e usata come scusante per la solita predicazione religiosa in casa Rai. Davanti a tale “creazione artistica” che più di mille articoli racconta come è ridotta oggigiorno l’arte della sceneggiatura in Italia (lontana miliardi di anni luce dal genio dei vari Sorkin, Peter Morgan, etc), impallidisce anche la precedente puntata con Bruno Vespa presentatore di successo e uomo di mondo che interpreta se stesso.
Ma per la serie “Non importa il fango che viene gettato su un diamante quando finisce la pioggia quello tornerà a splendere”, e a dispetto del contesto nazionalpopolare appena raccontato, impressiona la figura svettante di Terence Hill, al secolo Mario Girotti. Un uomo un mito direbbe qualcuno. A me verrebbe da dire che è soprattutto un raro mito che ha saputo essere prima di tutto un uomo. Una figura straordinaria e rara a qualsiasi latitudine, forse un “incidente” nel mondo dell’intrattenimento leggero italiano… grande Terence Hill, grande Trinità!
Rina Brundu