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Best seller. Breve analisi di un successo non annunciato

Creato il 08 ottobre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Best seller. Breve analisi di un successo non annunciato

Pubblicato da Elisabetta Bricca Best seller. Breve analisi di un successo non annunciatoCari lettori, quante volte ci siamo chiesti cosa decreta il successo di un libro? Cosa lo rende un best seller? Ultimamente, non si fa altro che parlare di casi letterari planetari, anche di esordienti. Libri che incontrano il favore degli editori e dei lettori di tutto il mondo.Certo, le critiche non mancano. Si sa, più cresce la fama di un autore più lo stesso è esposto ai commenti liberi. Sta di fatto che questi libri raggiungono la testa delle classifiche, vi rimangono e si stabilizzano. E, allora, esiste forse una speciale formula alchemica che ne garantisce il trionfo? La risposta più semplice sarebbe quella di imputare i fattori della riuscita di un libro piuttosto che di un altro alle strategie di marketing e alla manipolazione dei bisogni del mercato. Eppure, non è così. Certo, la promozione è fondamentale per far conoscere un autore e la sua opera, ma l’arcano è da ricercare nelle storie stesse. Viviamo in un’epoca in cui non si può più parlare di opera letteraria ma, bensì, di testo. Lo stesso Umberto Eco fa una distinzione tra ‘opere aperte’ e ‘opere chiuse’: le prime riguardano quei romanzi il cui significato è accessibile quasi esclusivamente all'autore, e dunque per loro stessa natura sono poco commerciali e fruibili sul mercato, nelle seconde, invece, il senso del romanzo arriva direttamente al lettore perché privo di significati e meandri profondi. 

Il romanzo di successo planetario è dunque quel tipo di testo che tutti possono leggere e in cui tutti possono identificarsi. Uno stile di scrittura semplice e un carico emotivo che il lettore può fare proprio e rielaborare secondo le proprie personali esperienze. Un testo, dunque, portatore di quei canoni culturali (o se vogliamo chiamarli stereotipi) in cui ognuno riconosce una fetta di se stesso, delle proprie esperienze, della propria vita. Un testo a cui ogni lettore può rapportarsi per farlo proprio. Nulla di letterario o poetico, dunque, ma semplicemente uno specchio in cui riflettersi per poter compiere un viaggio comune insieme all'autore e alla sua storia. Sembra proprio sia questa una chiave di lettura universale, che può decretare o meno il pollice alto o quello verso.

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