Adoro i regali di compleanno in ritardo.. perché non te li aspetti e hanno la straordinaria capacità di sorprenderti.. Infatti essendo il mio compleanno alla fine di gennaio, tutto mi aspettavo tranne che un regalo a fine febbraio, proprio nel momento in cui chiedo l’ennesimo favore ad un’amica poi.. ma tant’è.. così eccomi qui a raccontarvi Betibù.. Un regalo del tutto inatteso da un’amica che ha girato la rete in lungo e in largo per potermi sorprendere e c’è riuscita alla grande! Quindi un bel coro di ringraziamento a Gloria che con la sua meravigliosa capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà ha scovato questo prezioso dono latino americano alla letteratura gialla di tutto il mondo..
Sono gli amici come Gloria che ti fanno apprezzare certe citazioni.. “lasciare che il tempo passi, come inesorabilmente passa, ma in compagnia”.. Citazione che potrete scovare voi stessi medesimi se avrete la pazienza di leggere dal principio alla fine questo libro, che di citazioni interessanti è davvero ricco..
“Nurit Iscar percorre il corridoio che costeggia la redazione facendo più rumore di quanto vorrebbe con le rotelle della valigia. Non ci sarà un gommista che fa la convergenza anche alle valigie? Si chiede.”
Io non avevo mai pensato alla convergenza delle rotelle dei trolley.. anche se inevitabilmente sento con fastidio il rumore che fanno.. Comunque, per tornare al libro, bello, ben scritto e sicuramente ben tradotto (grazie alla maestria di Cacucci le cui doti letterarie sono decisamente fuori discussione). Se di solito non vi fidate delle strisce pubblicitarie che circondano i volumi.. avete presente quelle simpatiche sbriciolino di carta che vi dicono quante mila o milioni di copie ha venduto il tal romanzo e che riportano i pareri dei critici e cose così.. ecco quella che avvolge Betibù è straordinariamente azzeccata.. ma non ve la citerò, tanto per non rovinarvi il gusto di leggerla magari in libreria..
Quanto salto di palo in frasca, ‘nevvero?? Ne sono consapevole, imperciocché (termine desueto che potrebbe essere sostituito dal più gettonato perciò, ma che mi fregio di usare per dare una mano ad un difensore di parole in via d’estinzione) torniamo a parlare di Betibù..
“Mi permette il bagagliaio? Chiede lo stesso guardiano, e l’autista preme un bottone senza muoversi dal posto di guida. Nurit Iscar si chiede dove sia finito il resto della richiesta, dove siano le parole mancanti, la sintassi completa. Perché qualcuno dice solo
Mi permette il bagagliaio? e tralascia il verbo. Quale sarebbe il verbo? Vedere, aprire, guardare? Perché l’altro capisce e acconsente? Non esistono verbi taciti. Mi permette il bagagliaio potrebbe significare mi permette di prendere il bagagliaio, di togliere il bagagliaio, di bruciarle il bagagliaio, di pisciare dentro il bagagliaio. Chi ha rubato quei verbi al guardiano, all’autista, a quelli che sono rimasti senza verbi e neanche lo sanno? Perché a nessuno gliene importa nulla di questo furto? Rubare le parole non è un crimine? Si rubano solo le parole o pure quello che indicano? Okay, dice infine il guardiano, e passa una tessera magnetica in un lettore che fa alzare la sbarra. Avanti.”
Siamo all’ingresso di La Maravillosa, un esclusivo Country Club fuori Buenos Aires al quale si accede solo passando da un posto di guardia, con il permesso scritto o l’invito di uno dei residenti, previa verifica dei documenti e perquisizione dell’automobile.. Una zona residenziale di e per ricchi, con spazi verdi e giardini ben curati, strade senza traffico e gente per bene.. un po’ come il quartiere di Wisteria Lane.. ed infatti proprio come succede in Desperate Housewives, segreti, delitti e torbido rompono le acque chete del quartiere per due volte nel giro di qualche anno..
La morte però entra nel romanzo dalla porta di servizio e lo fa accompagnando la routine quotidiana di Gladys Varela e di tutte quelle che come lei il lunedì sono costrette a fare una lunga coda per entrare a La Meravillosa.. Un inizio strano, che come in una serie TV mette sullo schermo in contemporanea numerosi personaggi che non hanno apparentemente nulla da condividere e che semplicemente in quello stesso momento vivono ognuno separatamente la loro esistenza, ignari peraltro che più tardi sì avranno qualcosa in comune.. Magari faticate a comprendere mi rendo conto, ma spero che almeno la curiosità vi si sia smossa.. Quando comincerete a leggere tutto vi sembrerà meno nebuloso, giuro!
Come nella migliore tradizione gialla poi (Christie docet), non mancano le complicazioni sentimentali, che trasformano a volte i drammi in commedie o più sovente in farse..
“la débâcle degli uomini non coincide con i cinquant’anni: la vita o li ha rovinati prima, o li rovinerà dopo.”
“non sa quanto tempo passerà prima che si decida a mandarlo affanculo. Ma che ce lo manderà, è scontato. È solo questione di tempo e di spazio. Perché non si può mandare affanculo qualcuno in qualsiasi posto. In un ascensore pieno di gente, per esempio, non si può.”
Queste le riflessioni di Nurit Iscar, alias Betibù, su un personaggio di sesso maschile con cui ha intrattenuto una relazione tempo prima e che per ragioni professionali torna a bussare alla sua porta.. Citazioni non ve ne ho fatte mancare questa volta, e la ragione è semplice.. una bella scrittura non si può spiegare, si può solo leggere, ragione per la quale vi auguro che qualcuno vi regali questo libro, o se nessuno della vostra cerchia è così generoso vi consiglio di andare in libreria e fare l’investimento necessario, se vi piace il giallo e amate la bella scrittura non resterete delusi, ma anzi avrete un argomento di conversazione in più in faretra e anche d’attualità per di più visto che il libro è l’ultimo uscito dell’autrice ed è del 2012..
Che dire, trovate l’assassino e mentre lo cercate godetevi la scrittura.. ma l’impresa potrebbe non essere così semplice e per prepararvi e salutarvi nel modo migliore, chiudiamo prelevando ancora una citazione..
“Perché oggigiorno succede anche questo, no? un investigatore, lei, per esempio, crede di aver scoperto l’assassino, ma chi è l’assassino? Chi vuole la morte di un altro, chi la commissiona, chi la esegue tagliando la gola, o sparando un colpo, o con il metodo che preferisce, chi organizza l’esecuzione, chi la pianifica, chi la copre, chi si pagare per il lavoro sporco? Quale di loro è più responsabile? Come si fa a stabilire una graduatoria in un omicidio? Nel XXI secolo chi è il vero assassino, signora Iscar? Tutti, risponde lei. Una risposta facile, signora, una risposta politicamente corretta. E le risposte politicamente corrette, oltre che essere solenni calzate, non dicono mai la verità. Sa cosa risponderei io? Che l’assassino è colui che rimane vivo alla fine di tutto, quello che nessuno è riuscito ad ammazzare. Gli altri sono soltanto anelli della catena. Anelli sostituibili nella maggior parte dei casi.”
Se vi è piaciuto questo articolo ma siete ancora curiosi date un’occhiata all’ottimo post pubblicato in anteprima da Francesca Rossi su Diario di pensieri persi, che merita!
Titolo: Betibù
Autore: Clauda Piñeiro
Traduzione: Pino Cacucci
I Narratori - Feltrinelli
Pagine: 304 – 17 €