Non è detto che dobbiate credere per filo e per segno a questa mia storia, ma lasciate che vi narri di una città non molto conosciuta e fino ad oggi mai descritta nelle cronache, non so se per dimenticanza o per ignoranza, né da un Marco Polo, né da un qualsiasi altro autorevole viaggiatore. Potreste lasciarvi andare al racconto, magari credermi alla lettera, o almeno concedervi all’immaginazione che vi trascinerà fino alla splendente e barocca città conosciuta col nome di Betonville.
Pesante si erge su quattro colli, su ex vallate e fluidi fiumi, coprendo con la sua dura coltre tutto ciò che incontra: città sempre in costante espansione, senza canoni e senza ordine, a Betonville non c’è tempo neanche di fare un piano regolatore. Perché l’oro di cui si compone, non tarda a solidificare e i savi ingegneri e baldi architetti lasciano che la sua anima modelli da sé la sua altrimenti ingovernabile composizione.
Una sola parola d’ordine guida gli abitanti di Betonville: costruire, sull’antico e sul nuovo, costruire e ricostruire eliminando qualsiasi traccia di passato e presente. Solo cemento di tutte le fatture, perché il cemento è e sarà il materiale della futura eternità. Così Betonville giorno dopo giorno si costruisce con un flusso continuo e ininterrotto di cemento. Anche nel letto del fiume, svuotato di acqua inquinata, scorre fresco e liquido calcestruzzo prevenendo così noiosi problemi al traffico locale per la continua e massiccia domanda del prezioso materiale.
E così non solo le case son fatte di cemento, ma anche gli arredamenti, gli infissi, le porte e le finestre. Anche le aiuole vengono svuotate di terra e riempite di cemento, e anche gli alberi sono rivestiti di cemento, evitando così anno per anno di potare e curare il verde pubblico, che nel frattempo ha cambiato nome in grigio pubblico.
Anche le vecchie e antiche dimore subiscono la metamorfosi, e vengono restaurate con litri e litri di moderno cemento in solidi e cementificati palazzi avveniristici che del passato conservano poco e niente. E lo stadio tutto in cemento, con ventimila sedili in cemento per la gioia dei culi di tifosi pietrificati che di settimana in settimana assistono alle imprese della propria squadra nell’unico campo di calcio al mondo con erbetta di cemento sintetico.
Per non parlar dei monumenti che si vestono di calcestruzzo, trasformandosi per esempio da semplici fontane a enormi e obese anfore grasse di cemento. E il museo cittadino, futuristico parallelepipedo di prezioso cemento è adornato all’interno con sublimi e leggiadre sculture e statue di cemento e quadri e tele dipinti a tempera di cemento. Anche i turisti, invidiosi, appena arrivano in città restano impietriti di fronte a cotanta durezza e splendore, e li vedi tutti lì a comprare souvenir di cemento, sottili cartoline di cemento, e cioccolato con scaglie di cemento.
Sicuri di non conoscere già Betonville? Guardatevi intorno, magari la conoscete meglio di quanto pensavate.