Il giudizio di Marco GoiSummary:
Better Call Saul sembra Breaking Bad, è girato proprio come Breaking Bad, ma non è Breaking Bad. È in questa contraddizione che possiamo trovare il più grande pregio così come il maggiore difetto dei primi episodi della nuova serie di AMC. Ricordiamo a beneficio di chi negli ultimi mesi si fosse distratto che Better Call Saul nasce come serie spin-off di Breaking Bad, incentrato sulla figura dell’avvocato Saul Goodman (Bob Odenkirk). Se come personaggio minore funzionava alla grande, come protagonista assoluto è ancora tutto da verificare. In Better Call Saul lo troviamo un pochino differente rispetto a come l’avevamo lasciato nella serie cult con protagonisti Walt White (Bryan Cranston) e Jesse Pinkman (Aaron Paul). La prima scena, per quanto filmata con un ingannevole bianco e nero, ci porta non nel passato bensì nel futuro, nel dopo Breaking Bad, dove troviamo Saul che lavora in una tavola calda e ricorda il suo “glorioso” passato da avvocato attraverso le vecchie pubblicità del suo studio. Subito dopo questa affascinante sequenza retrò, veniamo scaraventati indietro nel tempo, nel 2002. Proprio come nel mondo dei fumetti, Better Call Saul sembra volerci raccontare le origini del nostro eroe, o meglio antieroe, prima della trasformazione.
Il Saul Goodman del 2002 non è quello che ricordavamo. A dirla tutta, non si fa nemmeno chiamare Saul Goodman, ma usa ancora il suo vero nome, James McGill. La parlantina c’è già tutta, però Saul anzi James è un avvocato d’ufficio che si occupa dei peggiori casi che possano capitare in un tribunale. Il percorso che lo porterà a diventare il Saul Goodman di Breaking Bad che conoscevamo è sicuramente un motivo più che valido per seguire la serie. Dopo la visione dei primi due episodi, viene però da chiedersi se Better Call Saul ha anche qualche altro asso nella manica, oppure se è tutto qua.
Il protagonista funziona. L’interpretazione di Bob Odenkirk riesce a regalare al personaggio nuove sfumature di tragicità che si vanno ad aggiungere al lato comico per cui era tanto irresisitibile in Breaking Bad. Il problema è che intorno a lui sembra esserci il vuoto. Il fratello del protagonista, Chuck McGill (Michael McKean) è un avvocato ritiratosi per dei problemi mentali che al momento non appare molto appealing come personaggio. Di ritorno da Breaking Bad oltre a Saul ritroviamo Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks), che però al momento è solo un impiegato di un parcheggio che appare in maniera molto fugace. Un personaggio chiave, quello che potrebbe essere un po’ il Jesse Pinkman di Saul, è allora Nacho Varga, criminale messicano interpretato da Michael Mando, attore già visto in Orphan Black, che pare possa indirizzare l’avvocato sulla cattiva strada. Solo che è troppo presto per dirlo. Le prime due puntate sono apparse giusto come uno stuzzichino, in cui la serie ha solo suggerito in quali direzioni si potrà dirigere in futuro.
Per il momento Better Call Saul è allora uno spinoff con del buon potenziale, ma che allo stesso tempo non riesce a staccarsi del tutto dalla serie “madre”. La costruzione della tensione, i dialoghi, il fine umorismo e lo stile delle riprese rimandano in tutto e per tutto a Breaking Bad. A mancare è uno spunto di partenza altrettanto forte, quello del professore di chimica che scopre di avere il cancro e si mette a cucinare metanfetamine per poter garantire ai figli una sostanziosa eredità. Better Call Saul per il momento si limita a seguire le tragicomiche vicende dell’avvocato Saul o meglio James McGill e a seguire pure le orme di Breaking Bad senza ancora possedere un’identità tutta sua. L’impronta di Vince Gilligan, che ha creato la serie insieme a Peter Gould, si vede forte, soprattutto nel pilot da lui splendidamente diretto, e quindi possiamo aspettarci un altro prodotto capace di crescere e affascinare sempre di più episodio dopo episodio, proprio come capitato in passato con Breaking Bad. Se Better Call Saul dimostrerà di poter camminare sulle proprie gambe, ci troveremo presto di fronte a un nuovo cult tv. Per ora ci dobbiamo accontentare di una serie che, proprio come il suo protagonista, deve ancora capire chi è.
di Marco Goi per Oggialcinema.net
Better Call Saul: il nuovo Breaking Bad o solo una sua copia? ultima modifica: 2015-02-12T09:17:22+00:00 da Marco Goi