I tempi sono cambiati e la figura dell’amministratore di condominio deve adeguarsi. Non è più sufficiente pensare di essere dei “semplici” contabili: occorre diventare dei manager in grado di orientare le scelte dei condomini per fare evolvere il condominio in una struttura ecosostenibile, energeticamente efficiente, sicura e confortevole.
Con queste parole si presenta Claudio Bianchini, presidente regionali ANACI Lombardia, raggiunto dalla nostra Redazione a margine del meeting interregionale organizzata a Milano dall’associazione nazionale degli amministratori di condominio, durante la quale è stata presentata ufficialmente la “Carta per l’Ambiente”, un decalogo di interventi e programmi per il condominio del futuro.
Mauro Ferrarini. Bianchini, la vostra Carta per l’Ambiente contiene obiettivi condivisibili e ambiziosi, ma se dovesse mettere in una classifica di “urgenza” gli interventi da realizzare, quali sarebbero i primi tre?
Claudio Bianchini. In ordine di importanza, senz’altro la “casa sostenibile”, il “condominio sicuro” e il tema delle agevolazioni fiscali. Quando parlo di casa sostenibile mi riferisco all’esigenza di rendere i condomini del nostro Paese dei manufatti edilizi moderni, efficienti da un punto di vista energetico e, quindi, non solo confortevoli per gli utenti finali ma anche meno impattanti sull’ambiente in termini di minori consumi di combustibili e di minori emissioni di gas in atmosfera.
Anche la sicurezza nel condominio è un nodo centrale per ANACI. Garantire la sicurezza di ogni condominio deve diventare un diritto primario di tutti i cittadini. In questo senso, dovrebbero essere introdotte misure innovative.
Mauro Ferrarini. Tipo?
Claudio Bianchini. Per esempio introducendo in tutti i condomini i defibrillatori automatici, garantendo che ci siano persone addestrate al loro utilizzo. Se pensa che secondo le statistiche il 70% delle morti per infarto cardiaco avviene entro le mura di casa, comprende come questo semplice intervento possa garantire la sicurezza e la salute di migliaia di cittadini. In questo senso, per esempio, ANACI Lombardia ha sottoscritto un accordo con l’associazione “In Campo per il Cuore” proprio per incentivare la diffusione di questi dispositivi all’interno dei condomini che i nostri associati amministrano.
Mauro Ferrarini. E poi ci sono le agevolazioni fiscali per gli interventi edilizi e di riqualificazione energetica. Soddisfatto delle notizie della proroga per tutto il 2016?
Claudio Bianchini. Sì certo, ma con una precisazione. Ritengo che i bonus edilizi a livello fiscale siano stati e continuano ad essere uno strumento importantissimo per incentivare il mercato interno delle costruzioni e per sostenere le scelte virtuose dei proprietari di casa a fare interventi migliorativi sul patrimonio edilizio.
Mauro Ferrarini. A questo punto scatta il “ma”, giusto?
Claudio Bianchini. Giusto. Noi di ANACI riteniamo che si debba prediligere una stabilizzazione di questi incentivi, facendoli diventare permanenti. Lo stillicidio del rinnovo di anno in anno delle agevolazioni complica, e non poco, le iniziative da parte degli amministratori di condominio. Consideri, infatti, che tra la disamina degli interventi, la ricerca dei preventivi, la loro presentazione in assemblea per l’approvazione, l’assegnazione dell’appalto e l’ inizio dei lavori passa diverso tempo. Poiché si beneficia delle agevolazioni solo nel momento in cui si effettuano i pagamenti, vi è il fondato rischio che l’arco temporale di un anno possa non risultare sufficiente a garantire il diritto all’accesso al beneficio fiscale con le conseguenze che può facilmente immaginare.
Mauro Ferrarini. Ma stabilizzare per più anni i bonus fiscali in edilizia richiede il reperimento delle “coperture”.
Claudio Bianchini. Certamente, ma occorre anche considerare come queste agevolazioni, in sostanza, possano essere a costo zero per lo Stato, poiché verrebbero ampiamente ripagate con il maggior gettito dell’ IVA e con le imposte che necessariamente le aziende andrebbero a versare sull’utile ricavato dall’investimento per esempio.
Mauro Ferrarini. Nella “Carta per l’Ambiente” scrivete anche dell’esigenza di istituire un catasto energetico. Il nuovo SIAPE potrebbe essere un buon punto di partenza? Oppure sarebbe meglio inserire queste informazioni nel Catasto italiano per la realizzazione dell’EcoCatasto, come ha scritto l’ex direttore del Catasto Cannafoglia?
Claudio Bianchini. Raccogliere dei dati che aiutino a incrementare il livello di conoscenza del nostro patrimonio edilizio è sicuramente un’attività utile. Il SIAPE a cui lei ha accennato è senz’altro un buon punto di partenza; in Lombardia, già esiste un catasto energetico degli impianti di riscaldamento centralizzati, denominato CURIT che prevede l’obbligo per i cosiddetti Terzi Responsabili, di fornire l’indicazione del tipo di impianto con tutte le relative caratteristiche oltre che di raccogliere i dati dell’amministratore di condominio cui quell’impianto fa capo.
Dibattere su “dove” inserire tali dati a mio avviso è secondario. Il punto è che deve essere realizzato il prima possibile e che, soprattutto, questo strumento sia utilizzato per fini energetici e non per agire sul prelievo fiscale degli utenti. Il catasto energetico deve servire per promuovere l’ammodernamento degli impianti e per l’incremento della loro efficienza, non per un nuovo “bancomat tributario”.
E, infine, si avrebbe finalmente un obiettivo declamato per la miriade di attestati di prestazione energetica.
Mauro Ferrarini. Perché? Ora gli APE non servono?
Claudio Bianchini. Onestamente, sapere che la propria casa è in classe energetica G piuttosto che F, senza che questa informazione possa essere utilizzata, per esempio, per agevolare anche economicamente il proprietario a intervenire sul proprio immobile lascia il tempo che trova.
Mauro Ferrarini. Parliamo di riforma del catasto. In ANACI siete più preoccupati o sollevati che la questione sia stata per ora congelata?
Claudio Bianchini. Mi ricollego a quanto ho detto prima a proposito del catasto energetico. Premesso che è fuori di dubbio il fatto che sia necessario un aggiornamento del nostro catasto immobiliare, rimane il fatto che in ANACI crediamo si debba realizzarlo per migliorare le valutazioni immobiliari e per avere delle informazioni più precise (il passaggio dai vani ai metri quadri, per esempio). Ma se questa riforma deve diventare l’occasione per un incremento delle imposte siamo fermamente contrari, soprattutto sulla prima casa che è un bene primario per i cittadini e deve essere esente da imposte.
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