Bianco Americano di Stephen Carter

Creato il 16 gennaio 2012 da Soloparolesparse

Immaginate un thriller ben fatto, pieno di intrighi, segreti, vecchi e nuovi omicidi, un thriller come tanti altri ma ambientato nel mondo dei neri americani, ma non i neri americani dei bassifondi, questa volta si tratta dell’elite nera.

Ecco, se riuscite ad immaginare tutto questo sarete nel cuore di Bianco Americano (notata l’ironia del titolo che in originale è New England White) di Stephen L. Carter, che nero lo è naturalmente e naturalmente a quell’elite appartiene… insomma sa di cosa ci sta parlando.

In una prestigiosa università americana viene trovato riverso nella neve il cadavere di Kellen Zant, professore nero.
A scoprirlo è Julia Carlyle, vicepreside e moglie di Lemaster, che di quell’ateneo è il rettore.
Da qui inizia a dipanarsi una vicenda compessa che scopriamo passo dopo passo.
Julia è infatti stata fidanzata con Kellen e sembra che prima di morire l’uomo abbia provato a coinvolgerla in qualcosa.
Che rapporto c’era ancora tra i due?
E qual è il ruolo di Lemaster nella faccenda?

Ad indagare sarà la stessa Julia, con l’aiuto di Bruce, responsabile della sicurezza dell’università, e della figlia diciottenne Vanessa, che di questa faccenda sembra sapere più di quel che dovrebbe.
E come si lega tutto questo ad un omicidio di una ragazza bianca avvennuto trent’anni prima?
Cosa centrano il presidente (nero) degli Stati Uniti ed il suo rivale (nero) nella corsa alla Casa Bianca?

Inutile che approfondisca il discorso e vi spari ancora domande, è chiaro che c’è da divertirsi nel districare il mistero, nel capire i ruoli, le posizioni, i segreti che tutti i personaggi custodiscono a volte da decenni.

E c’è da divertirsi anche con lo stile di scrittura di Carter, che è ricercato, attento, raffinato e ci accompagna con eleganza nel cuore della faccenda.

Buona quindi la vicenda, buono lo stile, ma la cosa più interessante rimane per me l’ambientazione, questa elite nera americana che raramente è al centro di un romanzo (o delle cronache) ed è proprio per questo che Carter sfrutta l’occasione per sguazzarci dentro e giocare come vuole con le carte che conosce meglio.


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