Sotto la regia dell'amico di vecchia data Igor Biddau, il trio comico sassarese Pino e gli Anticorpi approda sul grande schermo con una commedia sguazzante tra equivoci, situazioni surreali e... vino!
Senza alcun dubbio, qualcuno li avrà notati ospiti con successo presso l'edizione 2016 del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, ma, per chiunque non fosse al corrente della loro esistenza, la domanda sorge spontanea: chi sono Pino e gli Anticorpi?
Trio comico costituito dai fratelli Michele e Stefano Manca insieme all'amico Roberto Fara, tutti e tre nati a Sassari, ha iniziato nel 1994 ad esibirsi in spettacoli a teatro, in locali, piazze sarde e televisioni regionali; prima di porsi all'attenzione del pubblico nazionale grazie a partecipazioni a trasmissioni quali Scherzi a parte e Colorado.
Un sodalizio che, dopo l'allontanamento di Fara avvenuto nel 2015, riprende in occasione delle riprese di Bianco di Babbudoiu, primo lungometraggio interpretato dai tre e che vede alla regia l'amico di vecchia data Igor Biddau, il quale precisa: "Siamo cresciuti insieme e, di conseguenza, per noi era un percorso normale quello del cinema; quello del film era un sogno rimasto nel cassetto. Tra l'altro, la collezione di fumetti di Alan Ford che vediamo nel film è veramente di Michele, ma non ha dovuto venderla per produrlo".
Buffi e sassaresi
Perché non risulta assente un'esilarante situazione che tira in ballo Michele impegnato a tentare di vendere i propri albi di Alan Ford in una fumetteria nel corso della circa ora e mezza di visione che, a sorpresa, lo rende fratello di Fara e non di Stefano, il quale veste invece i panni di suo cognato; tutti alle prese con la gestione dell'azienda vinicola Tenute di Babbudoiu che, fondata nel 1948, è diventata sotto la loro guida una moderna realtà industriale del settore.
Almeno fino al giorno in cui, dopo anni vissuti in controtendenza rispetto alla crisi economica organizzando convention faraoniche, scoprono che la loro società ha accumulato cinquecentomila euro di debiti; segnando l'inizio di una serie di rocamboleschi episodi e tragicomiche situazioni in cui finiscono nel tentativo di procurarsi il denaro entro quindici giorni.
Situazioni che vanno da una assurda gara di bevute di alcolici all'organizzazione del concerto di un noto pianista svedese; passando per un colloquio con un direttore di banca e un incontro con un grottesco usuraio entrambi manifestanti i connotati della ex "iena" televisiva Dario Cassini.
Soltanto uno dei nomi volti dello spettacolo tricolore che, insieme alla bondiana Caterina Murino, al televisivo Marco"BAZ"Bazzoni e ai comici Benito Urgu e Valeria Graci, arricchiscono il leggero spettacolo in questione; tutt'altro che privo di momenti decisamente surreali come quello dell'automobile piena di palloncini, in evidente omaggio alle pellicole da ridere risalenti al periodo del muto.
Ma, nonostante queste lodevoli intuizioni registiche e la simpatia suscitata dai diversi protagonisti, il tutto non fatica a rivelarsi una piuttosto banale favoletta sarda che, purtroppo, in pochissime occasioni riesce nell'impresa di strappare sorrisi allo spettatore.
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