La delusione per la mancata qualificazione a Sochi sta a poco a poco passando: “era l’obiettivo di inizio stagione, oltre che il massimo traguardo che un atleta si pone” afferma Pietro, “ho passato qualche giorno difficile, poi sono ripartito con gli allenamenti per recuperare la condizione atletica e per preparare nuovi appuntamenti internazionali”. In questi giorni il giovane residente a Spinetta si trova in Baviera, per una prova di Coppa del Mondo con la nazionale B. L’inizio di febbraio lo vedrà poi impegnato in Repubblica Ceca per la Coppa Europa, importante crocevia in vista dell’ultima parte di stagione.
La nazionale azzurra di biathlon porterà in Russia 5 ragazzi e 5 ragazze: “sicuramente un buon gruppo” continua l’atleta tesserato per le Fiamme Oro di Moena, “che può contare su due punte di diamante come Lukas Hofer e Dorothea Wierer, su cui si concentrano le maggiori speranze per una medaglia. Entrare poi con la staffetta nelle prime cinque nazioni sarebbe un ottimo risultato”. Per Pietro l’appuntamento olimpico è solo rimandato: “nel mio sport si gareggia ad alto livello anche fin verso i 40 anni, di conseguenza sono ancora giovane. Continuerò ad allenarmi con impegno e cercherò di centrare le prossime edizioni”.
Un traguardo che varrebbe una carriera sportiva cominciata 18 anni fa. “Per molti anni ho unito lo sci di fondo al ciclismo e al motocross, partecipando alle gare di tutte e tre le discipline. All’età di 12 ho preso in mano la carabina e ho intrapreso la mia attuale passione”. Nel tempo sono arrivate diverse soddisfazioni; nel 2008 l’ingresso nella nazionale giovanile, preludio al primo bronzo internazionale nella staffetta dei Mondiali Juniores, nel 2010 la chiamata della nazionale B, infine, nel 2012, l’entrata nella massima rappresentativa azzurra.
Biathlon: uno sport, tante tipologie di gara. “Preferisco le gare a inseguimento e quelle in linea, in cui si vive di più il contatto con l’avversario. Come distanze prediligo quelle intermedie, intorno ai 10 km”. E tra sci di fondo e tiro con la carabina? “Mi piace di più lo sci; il tiro è divertente solo quando ti riesce” scherza Pietro Dutto, “in questa specialità è difficile trovare costanza, per le componenti emotive particolari e per le condizioni esterne difficili (neve, vento) che si possono trovare nei poligoni. La mia crescita però passerà proprio dal miglioramento in questa disciplina; la regolarità ad alto livello, che si acquisisce con il tempo, sarà indispensabile per diventare più competitivo”.
Luca Bianco