La poesia parla il linguaggio dell'anima, dei sentimenti. Per questo è uno strumento davvero efficace in Biblioterapia. Le persone sono spesso restie a parlare di poesia. Appare qualcosa di astratto, inconciliabile con la vita quotidiana. Alcuni si sentono inadeguati, come se la lirica fosse solo per pochi eletti. Credo che le persone dovrebbero avvicinarsi maggiormente al linguaggio poetico. Il biblioterapista dovrebbe partire da testi semplici, considerare quelli che solitamente vengono insegnati nelle scuole. Per le persone adulte sarà particolarmente stimolante rivisitare parole sentite anni prima e analizzarle con occhi diversi. E c'è di più: avvicinarsi a una voce già sentita crea un senso di agio, di benessere come a dire: "La conosco, ne posso parlare, non è un linguaggio che mi è completamente estraneo". Certo, l'abilità starà al biblioterapista nell'offrire interpretazioni alternative di quelle poesie, ma anche per lui ci sarà una risorsa in più:
l'approcciare una poesia che pure lui avrà udito a scuola e che gli creerà sentimenti almeno di nostalgia. L'empatia parte da qui!