E se la deve cavare tutto da solo.
Intanto nel cielo lappone sfreccia l'Air Force One, l'aereo del presidente degli Stati Uniti che è sotto attacco da parte di un gruppo di terroristi. Il presidente viene messo in salvo attraverso una specie di capsula di salvataggio che lo fa atterrare in mezzo ai boschi e si deve guardare dai terroristi che lo stanno cercando.
L'unico che può aiutarlo è Oskari.
Riuscirà la strana coppia a sopravvivere all'attacco terroristico?
L'idea alla base di questo film era perlomeno intrigante : prendi un regista che più finlandese non si può , dallo stile trasversale e legato fortemente alle proprie radici, ovvero Jalmari Helander ( già visto all'opera in Trasporto eccezionale), dagli due soldini , in questo caso 8 milioni e mezzo di euro, affiancagli un gruppo di attori americani per dare una patina internazionale alla tua produzione, e realizza un qualcosa che unisca al meglio queste due anime così diverse e contrastanti.
Il risultato dovrebbe essere assicurato, almeno sulla carta.
Purtroppo non è così : Big Game - Caccia al presidente è un film in cui queste due anime non sono mai unite al meglio in un effetto sinergico, anzi spesso sembrano collidere l'una con l'altra in una narrazione che procede col freno a mano tirato ( in meno di novanta minuti riesce ad affiorare anche un po' di noia ) e a compartimenti stagni raccontando per lunghi tratti in alternativa le due storie.
Quanto è più interessante il percorso di Oskari , tanto è poco originale la storia del Presidente e dei terroristi cattivoni che vogliono rapirlo.
Anche il fattore fiabesco dell'incontro tra un bambino come tanti e l'uomo più potente del mondo è disinnescato , quasi maltrattato, della serie ci conosciamo ma ognuno rimane nel suo, soprattutto è Oskari che prende la guida di tutto.
E' piacevole l'effetto nostalgia che provoca, il suo continuo strizzare l'occhio ( ma che c'avrai dentro quest'occhio?) a certo cinema action degli anni '80 e '90, fracassone e rocambolesco assai lontano dal concetto di verosimiglianza, encomiabile anche il non prendersi troppo sul serio , ma l'impressione è che questo Big Game - Caccia al presidente, sia solo un film arrivato irrimediabilmente fuori tempo massimo.
PERCHE' SI . idea di base intrigante, bella ambientazione boschiva e montana, effetto nostalgia, ironia e autoironia.
PERCHE' NO : le due anime del film non lavorano in sinergia, il racconto dell'attacco al presidente è già visto e rivisto, sembra un film arrivato fuori tempo massimo.
LA SEQUENZA : l'incontro tra Oskari e il presidente e il mettere subito in chiaro chi comanda.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Il budget è importante per fare del buon cinema ma non è fondamentale.
Ad Helander hanno fatto male tutti questi soldini.
Gli americani non riescono mai a rinunciare a una buona dose di retorica nazionalista.
A volte le buone idee non bastano per sorreggere un film.
( VOTO : 5 / 10 )