Big one

Creato il 12 novembre 2011 da Athos Enrile @AthosEnrile1

Ancora una volta mi trovo a sottolineare che, nonostante il mio impegno quotidiano sul versante musica di qualità, esistono cose importanti… importantissime, di cui non sono a conoscenza, fatto inspiegabile se si pensa alle possibilità infinite che arrivano dalla rete. E io non vorrei mai perdere occasione per scoprire e condividere realtà musicali significative.

In questo caso sto parlando di una band che mi ha segnalato un appassionato di musica, Gian Paolo Ferrari, che ha sentito l’esigenza di farmi partecipe di un suo “amore” e lo ringrazio.

Parlo dei BIG ONE, band di Verona che si è dedicata anima e corpo al progettoPink Floyd”. E ciò accade da molti anni, come sottolinea nell’intervista Elio Verga, musicista di lungo corso.

Ecco la descrizione di un loro concerto, redatta da Gian Paolo.

http://athosenrile.blogspot.com/search/label/BIG%20ONE%20in%20concerto-Gian%20Paolo%20Ferrari

Parlare in termini entusiastici di una “Tribute Band” potrebbe essere poco capibile, perché autoproclamarsi propositori di musica “di altri” è al contempo facile e fuorviante, ma i BIG ONE sono davvero unici e vediamo perché.

Innanzitutto parliamo di musicisti di grande talento e non di “improvvisatori”, e la loro professionalità fa sì che tutti gli sforzi siano convogliati nella direzione dell’assoluta similitudine della musica, dello spettacolo, dell’allestimento tecnico tipico dei Floyd.

Parlo di suoni “maniacalmente” identici, di cura dei dettagli capillare, di preparazione tecnico/teatrale impressionante. E poi un po’ di fortuna, quella di avere in formazione Leonardo De Muzio, che oltre a riproporre il Gilmour chitarrista, ha avuto in dono da Madre Natura la stessa timbrica vocale.

I loro spettacoli fanno registrare ovunque il tutto esaurito e, particolare curioso, la visualizzazione del loro brani posti online è superiore a quella originale, dove compaiono i Pink Floyd.

Da conoscere, cercare, condividere, musica così va conservata con cura!

Maggiori info al seguente link:

http://www.bigoneproject.it/





L’INTERVISTA

Sei il fondatore e leader della band, e hai vissuto il periodo d’oro della musica progressiva di inizio anni ’70. Cosa ti hanno dato in più in Pink Floyd rispetto ad altri? Hai una spiegazione vicino alla razionalità che possa spiegare il motivo per cui la musica di una particolare band diventa la colonna sonora di una vita?

Rispetto ad altri, i Pink Floyd mi hanno fatto scoprire, con il loro sound unico, spazialità e sensazioni profonde irripetibili. Un esempio per tutti: dopo tanti anni di esecuzioni dei loro brani con il gruppo che ho fondato 20 anni fa, mi capita ancora, riascoltandoli, di scoprire nuove fusioni armoniche o passaggi musicali molto interessanti.

Mi ha incuriosito la descrizione dei vostri eventi live, con grande partecipazione di pubblico ed enorme successo. Eppure anche i gruppi che hanno costruito le fondamenta del rock fanno fatica ad avere un’audience adeguata al proprio valore. Che spiegazione ti dai di questo fenomeno?

Senza falsa modestia… ritengo che i Big One siano riusciti, con uno studio molto approfondito degli originali e consultando i loro migliori bootlegs, ad avvicinarsi al loro sound; oltre alla bravura dei singoli componenti del gruppo, devo segnalare l’eccezionalità del nostro chitarrista solista e voce solista (Leonardo De Muzio), probabilmente unico caso di totale somiglianza alla voce di Gilmour. Tutto questo, unito al fatto che portiamo i nostri spettacoli in tutt’Italia con attrezzature tecniche professionali, ci porta ad essere molto conosciuti e spesso richiesti in cartelloni nazionali con grandi artisti italiani e stranieri (vedi il nostro appuntamento fisso al Blue Note di Milano iniziato sette anni fa).

Mi riaggancio alla domanda precedente. Esistono vostri filmati su youtube che contano un numero di visualizzazioni superiori agli “originali”. Hai idee chiare a proposito della dinamica evolutiva della conoscenza di BIG ONE da parte del popolo della rete?

Esistono sulla rete internet (youtube, face book, ecc) molti filmati fatti dai nostri fans durante i nostri spettacoli; esistono anche trailers dei nostri dvd e cd prodotti in località italiane molto prestigiose. I numeri di visualizzazioni sono molto incoraggianti tanto che con il brano Comfortably Numb, tratto dal nostro dvd “Live at Valle dei Templi”, abbiamo raggiunto a tutt’oggi oltre 96.000 visite su Youtube. Il popolo della rete è aumentato sempre più perché appagato dalla qualità delle nostre interpretazioni e dalla spettacolarità dei nostri concerti.

La cura maniacale dei dettagli di ogni vostro spettacolo (che io chiamo professionalità!), fa si che l’impegno personale, fisico e non solo, sia di grande peso. Immagino che il lato organizzativo sia soprattutto sulle tue spalle, ma in quante parti è suddiviso lo sforzo … siete anche un gruppo di amici?

Trattando determinate situazioni è innegabile che ci sia da parte mia un notevole impegno organizzativo e a volte anche fisico (non sono più giovanissimo…). Tuttavia questo è abbondantemente ripagato dalla soddisfazione di far conoscere ai fans dei Pink Floyd che esiste in Italia un gruppo che li sa interpretare con qualità. Per quanto riguarda l’organizzazione della parte musicale, il coordinatore è Leonardo De Muzio.

Mi racconti l’episodio del tuo incontro con Nick Mason a Verona, quando hai ricevuto il suo assenso per un concerto (che non si è mai fatto) assieme?

Grazie ad un amico giornalista ho avuto la fortuna di conoscere Nick Mason alcuni anni fa, quando era venuto in Italia per presentare il suo libro Inside Out. E’ stata un’esperienza molto gratificante perché, oltre ad avere la fortuna di stare assieme al batterista dei Pink Floyd, ho molto gradito i suoi commenti positivi sui Big One. E’ una persona squisita, spolverata di quell’humour inglese che lo rende un personaggio veramente piacevole da incontrare. Purtroppo la proposta che gli avevo fatto di essere con noi per uno spettacolo di beneficenza da tenere all’Arena di Verona non è andata in porto, anche se in prima battuta l’idea gli era piaciuta, per suoi improvvisi impegni di lavoro che lo avevano tenuto occupato negli Stati Uniti più del previsto.

La musica dei Floyd, così come quella di altri gruppi a me cari, nati nello stesso periodo, ha assunto una dimensione immortale, al pari della classica. Che cosa secondo impedisce che ne nasca di altrettanto bella e innovativa? Che giudizio dai dell’attuale stato di musica e businnes?

Repetita iuvant, dice il proverbio latino; sarebbe stata un’esperienza molto bella poter contare sulla nascita di altri gruppi che potessero eguagliare la valenza dei Pink Floyd e di altri musicisti del loro calibro. Purtroppo quel periodo storico a cui ti riferisci è rimasto unico e irripetibile. E’ stato indubbiamente importante come punto di riferimento per la produzione musicale successiva da cui molti musicisti hanno preso idee e spunti senza però raggiungere i maestri. Penso che l’attuale stato di musica sia costellato da poche interessanti personalità che riescono a focalizzare l’interesse del pubblico. E’ diventato sempre più difficile proporsi come gruppo emergente; oltre ad avere una indiscussa bravura esecutiva, la band deve poter contare su un’organizzazione professionale di sostegno. I costi sono spesso troppo alti per la realizzazione degli spettacoli e quindi il business per i vari impresari o operatori di spettacolo è riservato solamente a pochi eletti.

Cosa ti ha tolto e cosa ti ha dato internet?

Direi che internet più che togliermi, mi ha dato la possibilità di aumentare notevolmente i miei rapporti con le persone che condividono i miei interessi.

Ti sei mai cimentato in musica completamente tua?

Da ragazzo…

Quanto ti è stata di aiuto la tecnologia nel cercare di riprodurre fedelmente la musica dei Pink Floyd? Qual è il tuo rapporto con l’evoluzione dei mezzi tecnici?

Ovviamente la tecnologia mi ha aiutato in questo compito anche se nella scelta dei vari set di riproduzione ho sempre cercato prodotti vintage per essere più vicino al suono originale. Questa linea è seguita da tutti i Big One.

Mi dai un tuo giudizio, umano e tecnico, di Syd Barrett?

I suoi ex compagni lo hanno trattato molto male negandogli gli aiuti che avrebbero potuto alleviargli per lo meno l’ultima parte della sua esistenza. Anche se purtroppo ha auto una breve esperienza insieme ai suoi compagni di viaggio, il cofondatore dei Pink Floyd è stato e sempre sarà la figura carismatica del gruppo.

Quali progetti vorresti realizzare con i BIG ONE nei prossimi 3 anni?

Continuare le attuali esperienze professionali.



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