La bilancia commerciale italiana secondo i nostri amati tg e commentatori italiani è sempre in negativo. Strano per una nazione che basa il suo pil per la gran parte sulle esportazioni, eppure la realtà è questa.
I dati dello scorso dicembre indicano la peggior bilancia commerciale dal 2009 (sicuramente anche da prima, ma lo storico a mia disposizione si ferma al 2009). In gennaio, si è notato un leggero miglioramento, ma la situazione rimane pur sempre negativa.
Però come sappiamo è la voce energia a pesare negativamente sulla nostra bilancia. Per cui penso sia utile evidenziare il peso di tale voce e tentare di depurare la bilancia da questo dato: questo è il risultato.
Da notare poi la forte impennata da metà 2010 delle importazioni di energia, sintomo di una forte ripresa economica che infatti ha superato leggermente perfino le stime del governo. Però rimane sempre la questione del tasso di cambio. Infatti oggi l’ €/$ si attesta attorno a 1,45, mentre mesi fa, nel pieno delle crisi greca, si parlava già di pareggio 1:1. Però l’effetto di questo innalzamento del tasso di cambio non ha comportato un netta flessione delle esportazioni. Anzi, a gennaio 2011 le esportazione erano maggiori di circa il 24% rispetto a gennaio dello scorso anno; e la tendenza è sempre stata di una lenta crescita (nel grafico la crescita tendenziale su base annua delle esportazioni/importazioni).
Una sola sottolineatura: tutto sto clamore sulle grandi opportunità di export in Cina che sicuramente esisteranno, non lo nego. Ma quando si muoverà il sistema paese per cogliere questa opportunità? Avere il 2% dell’export totale verso la Cina da ormai 3 anni non è un grande obbiettivo, visto anche gli sviluppi della stessa bilancia commerciale cinese, che a febbraio è tornata in negativo, anticipando di fatto la mia previsione di fine anno che mesi fa postai nel blog. E non approfittarne sarebbe un grave errore, gravissimo!