Bill Bryson, si sa, è uno scrittore viaggiatore molto conosciuto per il modo con cui ci ha raccontato le sue peregrinazioni nelle città europee o sulle montagne americane, con una leggerezza che non fa a pugni con l'intelligenza.
Questa volta ci prende per mano e ci conduce in un viaggio di tutt'altro tipo, attraverso i segreti del nostro mondo, che poi quasi sempre sono segreti perché non proviamo a porci le domande giuste.
Certo, lo zampino ce lo mette anche la scienza. E questo ce lo dice anche Bryson, che a proposito delle sue letture scientifiche giovanili, meglio dei suoi tentativi di lettura, ci dice:
Era come se, con sobrietà, volesse mantenere il segreto su tutte le cose interessanti rendendole incomprensibili.
E se lo dice un uomo di cultura anglosassone, figurarsi cosa si dovrebbe dire in Italia.
Però poi lui parte per questo viaggio che usa la scienza per raccontare il nostro mondo e la nostra vita. E quante cose che si imparano, con piacere, per di più.
Alla fine però il motivo di maggiore meraviglia non è la capacità dell'uomo di scoprire e di trovare risposte. Ma l'esatto contrario, come ci spiega Bryson:
E come mai, diciamocelo, questi scienziati che sembrano sapere quasi tutto non sono ancora in grado di prevedere un terremoto e neanche di dirci se per andare alle corse di mercoledì prossimo dovremo portarci l’ombrello?
E' bello coltivare anche la meraviglia per quanto non si sa, non si sa ancora.