Eccoci qui nuovamente pronti a festeggiare come si deve una celebrità!
E che celebrità per settembre!
Con quella faccia pacioccosa e bonaria, quel sorriso decisamente ironico e la scelta oculata dei ruoli da interpretare, Bill Murray è nella rosa degli attori che ispirano fiducia, e che -nonostante qualche passo falso (A Royal Weekend)- sono una sicurezza nei film da vedere.
Per celebrarlo a dovere, ho ripescato un vecchia pellicola, che è la prima in cui Bill collabora con quel genio di Wes Anderson (seguono I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Hotel Chevalier, Il treno per il Darjeeling, Fantastic Mr. Fox e Moonrise Kingdom) e che ancora non avevo avuto la possibilità di gustare.
Un recupero dovuto, quindi, per due nomi che ammiro.
Chiariamo subito che il vero protagonista di Rushmore è senza ombra di dubbio Jason Schwartzman. Allora 18enne, il cugino della potente famiglia Coppola dimostra già il fatto suo, interpretando con dovizia di espressioni il particolare Max Fisher, ragazzo super impegnato in attività extrascolastiche e molto meno in quelle scolastiche all'interno dell'istituto Rushmore. Fondatore e presidente di innumerevoli club (apicoltura, teatro, filatelia, calligrafia, lacrosse...) rischia l'espulsione per voti scarsi, ma sembra non curarsene troppo, esibendo savoir-faire e sicurezza da vendere con i compagni che lo evitano, il preside e i professori. E' così che finisce per attirare l'attenzione del magnate Herman Blume, che lo prende sotto la sua ala protettiva e lo asseconda finanziando idee bislacche. Idee bislacche?
Sì, perchè Max si innamora della maestra elementare Rosemary, che insegna alla Rushmore, e farà di tutto pur di impressionarla e conquistarla.
Come da manuale, però, non tutto andrà come sperato, e tra espulsioni, tradimenti e nuovi amori, di tutto un po' succederà!
Il nostro Bill, cuore infranto e uomo solitario, si esibisce qui nella sua classica interpretazione del perdente, dell'uomo inscatolato in un mondo che lo rende malinconico e da cui vuole fuggire (vedi Lost in Traslation).
Un ruolo che gli calza a pennello, insomma, grazie a quell'aria divertita ma spenta che spesso gli si vede.
Ma a fare ovviamente la differenza qui è la regia di Wes Anderson.
Con i movimenti lineari, inquadrature geometriche e musiche da intenditore che continueranno a essere il suo marchio di fabbrica, Rushmore diventa così una commedia sentimentale fortunatamente diversa da tutte le altre, che farà da base per i successivi successi di tutti i coinvolti!
Ora non resta che augurare un buon compleanno a Bill e ringraziarlo per avermi dato la scusa giusta per questo recupero!
Quindi, auguri e grazie!
Assieme a me, lo stanno festeggiando:
Aloha Los Pescadores
Cooking Movies
Director's Cult
Ho voglia di cinema
Il Bollalmanacco di cinema
Il Cinema spiccio
Montecristo
Pensieri Cannibali
Recensioni ribelli
Scrivenny 2.0
White Russian