Bimba mia,
oggi ti ho portata a salutare una bellissima donna. Più bella, più forte e più coraggiosa di qualsiasi principessa delle favole potrà mai incantarti quando sarai più grande. Ma la sua favola ha un finale che fa arrabbiare. E purtroppo non ho fatto in tempo a fartela conoscere prima che se ne andasse. Si chiamava Anna, come la nonna che non conoscerai mai, e quasi come Anna Lisa, un’altra principessa di cui ti parlerò, perché era una principessa divertente, intelligente e determinata come quella delle favole moderne.
Oggi siamo andate a salutarla, perché è volata verso la sua Isola Che Non C’E’. Prima di volare via, però, si è fermata lì con noi. Ed era ovunque. Era nella musica sulle cui note ci siamo dondolate, era nei visi delle sue bimbe che le somigliano così tanto, era nelle parole che ha letto il suo principe Obi, era negli abbracci in cui ci siamo legate io e le altre amiche che ti hanno salutata mentre dormivi, nell’odore delle piante, nell’aria fresca.
Se penso ad Anna, e se rivivo le emozioni così forti che ho provato oggi, la parola che mi viene in mente è sicuramente “famiglia”. Vedi, bimba mia, io e te siamo solo agli inizi. La maternità, per me, è qualcosa di ancora molto semplice: ti cambio il pannolino, ti do il latte, gioco a metterti i vestiti più sfiziosi quasi fossi la mia bambola, se hai mal di pancia ti do le goccioline, ti canto la ninna nanna prima di addormentarti. Tutto qui. Si tratta tutto sommato di attività “pratiche”. Fin qui se la può cavare più o meno chiunque. La parte difficile arriverà tra un po’, quando dovrò veramente educarti, insegnarti cosa è giusto e cosa è sbagliato, lasciarti sbagliare se è il caso, giocare con te, dirti di no, aggiungere magia alla tua infanzia, cercare di trasmetterti quelle cose che non posso insegnarti perché vanno al di là delle parole. E non sarà affatto facile. Vedi, in questi tre giorni trascorsi da quando Anna è morta, ho pensato tanto a questo: dal basso della mia esperienza appena bimestrale, fare la mamma è bellissimo, spesso divertente e relativamente intuitivo. Ciò nonostante, è faticosissimo. Faticoso fisicamente, anche. E Anna, nonostante il fisco minato, è riuscita ad essere una mamma presente per le sue bimbe, al massimo delle sue possibilità. Perché forse è vero che le mamme hanno i superpoteri, ma alcune più di altre. E mi domando davvero come abbia fatto. Però, vedi, Bimba Mia, probabilmente ci è riuscita perché l’amore ha una matematica strana. Non si può dividere, per esempio. Una mamma che ha due bambini non ama ciascuno di loro la metà di quanto ama il suo bambino la mamma di un figlio unico. Questo perché non c’è un limite all’amore che possiamo provare. Non lo si può sottrarre, perché non si può convincere qualcuno a darcene se non vuole. Non si può nemmeno sommare. L’amore si può solo moltiplicare. L’amore che proviamo si moltiplica per se stesso. E con lui si moltiplicano le energie che ci fornisce. Credo sia così che funzioni.
Forse, a quel punto, mi chiederai perché, visto che le mamme hanno i superpoteri, a volte si ammalano e a volte lasciano troppo presto i loro bambini. Non lo so, bimba mia, lo chiedi alla persona sbagliata. Io so solo che quando avevo più o meno 7 anni io l’ho odiata tanto, con il rancore selvaggio dei bambini, mia madre, quando si è curata la prima volta. Non era come le altre mamme. Stava sempre a letto, era di cattivo umore e con me non stava mai. Mia sorella, appena adolescente, si rifugiava con i suoi amici e mio padre lavorava tutto il giorno. Nessuno mi spiegava un accidenti di niente, anzi, me lo spiegavano ma come se avessi avuto 27 anni e non 7. E io non chiedevo perché sentivo di dover essere grande, e i grandi non fanno domande. E’per questo che quando penso ad Anna penso subito alla famiglia. Perché non è quello che penso se guardo indietro e mi rivedo bambina.
Ed è così che quando sarai grande ti racconterò le storie di alcune donne fuori dal comune, affinché tu possa capire bene cosa sia un’anima bella, uno spirito forte, la resilienza, l’ironia e la famiglia, l’andare avanti, vivere, realizzare qualche sogno nonostante il dolore, la stanchezza e il senso di ingiustizia.
Ti amo, bimba mia. Che non passi giorno senza che io te lo dica o te lo dimostri..