Bimbi Belli 2012

Creato il 18 luglio 2012 da Tiziana Zita @Cletterarie


Vincerà Scialla. Quanto ci scommettete?
E’ cominciato il 3 luglio con la ciliegina sulla torta, ovvero Laura Morante, debuttante alla regia. Il film si avvale della  partecipazione dei suoi tre mariti: uno l’ha prodotto, uno l’ha scritto e uno l’ha interpretato (ma non fa il protagonista bensì lo psico-analista). Ciliegine è una commedia leggera, forse anche troppo. C’è una sola idea ed è tirata per le lunghe, perciò delle due l’una: o doveva essere più breve, oppure dovevano inventarsi qualcosa. Però la Morante, che richiama un grande pubblico e le tele- camere, nel dibattito è brillante e disarmante. Con placida autoironia dice di aver fatto un film “stupidino” e un tale senso del limite ce la rende subito simpatica. Ottimo il duetto con Moretti che lei definisce il suo “mentore”. E “no comment” a tutti i maliziosi ! 

Il giorno dopo c’è il film di Andrea Segre, Io sono Li, che piace e commuove il pubblico dell’arena. Finalmente non si tratta dei soliti problemi sentimentali dei trenta-quaranta-cinquantenni. Una storia in un luogo insolito, Chioggia, con attori insoliti, molti dei quali esordienti, o meglio, non attori. Fra tutti spicca Rade Šerbedžija (ve lo ricordate il protagonista di Prima della pioggia?) che interpreta il vecchio pescatore slavo che stringe un rapporto d’amicizia con una giovane immigrata cinese che lavora nell’osteria. Nel dibattito che segue, il regista ci racconta che finora ha fatto solo documentari e questa è la sua prima fiction: è la prima volta che lavora con degli attori. Segre è simpatico, semplice e disinvolto.Poi tocca a Guido Lombardi con Là-bas. Il film, girato con una macchina fotografica Canon 5D, narra la strage di Castelvolturno. Nel 2008, un commando di camorristi, travestiti da poliziotti, irrompe in una sartoria e uccide sei ragazzi africani. Là-bas vuol dire “laggiù” e prima di partire gli africani immaginano questo luogo lontano come un posto in cui trovare lavoro. Solo una volta arrivati, si rendono conto che stare a Castelvolturno è come stare in Africa: sole che picchia, palme, tante zanzare e niente lavoro. E soprattutto si rendono conto che quaggiù l’unica alternativa è fare i criminali. Il regista napoletano racconta una storia vera di cui ha conosciuto personalmente i protagonisti. Il film, girato interamente in francese e in inglese – perché così parlano gli immigrati africani – con sottotitoli in italiano, è perfettamente esportabile.

Mozzarella Stories è un film espressionista, divertente, grottesco, pieno di camorristi, cantanti, produttori di bufale, bande rivali e mafia cinese. In alcuni punti fa sbellicare dalle risate, in altri è esagerato e kitsch. E’ particolarmente crudele con l’ultra-avvenente Luisa Ranieri il cui marito non le dedica la minima attenzione, mentre invece spasima dietro a una cantante italoamericana grassona, di cui è innamorato da sempre: Aida Torturro, cugina di John (e sorella di Tony Soprano!).
Edoardo De Angelis
, anche lui esordiente alla regia, ci racconta che si è ispirato a Kusturica che è anche uno dei produttori del film. Il dibattito però non decolla. De Angelis dà risposte brevi e Moretti dice che se andiamo avanti così, tra poco saremo tutti a letto. I dibattiti di Bimbi Belli sono divertenti anche perché la gente fa delle domande assurde. Ad esempio quando uno gli chiede: “Insomma la mozzarella possiamo continuare a mangiarla?” De Angelis gli dà la sua risposta più lunga. E quando una signora fa l’ennesima domanda strampalata, Moretti commenta col suo solito unterstatement: “Il senso di realtà è una formalità superata da tempo”.
Grande plauso per Ivan Cotroneo che arriva con La Kryptonite nella borsa e attira le folle ancora più della Morante. Cotroneo è al suo esordio alla regia e la Kryptonite è tratta dal suo romanzo omonimo. Siamo negli anni Settanta e Peppino ha nove anni e una famiglia affollata e scombinata. La mamma (Valeria Golino) si rifiuta di parlare, il padre (Luca Zingaretti) gli regala pulcini e ha due zii alternativi (Cristiana Capotondi e Libero De Rienzo) con i quali condivide molte strane esperienze, tipiche di quegli anni. Inoltre ha uno stretto rapporto con suo cugino Gennaro che si crede Superman.
Oltre al film, è brillante anche dibattito in cui viene fuori che Cotroneo – che Moretti definisce un pazzo – da quando il suo film è uscito a novembre, ha fatto praticamente un dibattito al giorno, a volte anche due. Le prime cinque/sei volte si è portato dietro anche gli attori che però poi lo hanno abbandonato.
Questo la dice lunga sul futuro di scrittori e registi, costretti a girare il mondo per pro- muovere le loro opere come gli antichi menestrelli.

Infine si arriva a L’ultimo terrestre di Gian Alfonso Pacinotti, ovvero Gipi. Molto noto come fumettista, esordiente come regista cinematografico, fa un film davvero insolito, ma non riuscito. Non se ne capisce il tono. A tratti è molto lento, al punto che con quel bel fresco rischiamo di addormentarci. Ma ci risveglia il bellissimo dibattito successivo. Ne usciamo conquistati da Gipi. Ci racconta che ogni suo fumetto è stato un successo e che ha avuto una carriera in continua ascesa, culminata con un’intervista alla Invasioni Barbariche a cui è seguito un successo ancora più straordinario. Dopo quella trasmissione la sua graphic novel ha venduto più di quanto un fumetto abbia mai venduto in Italia: dieci volte di più! Improvvisamente si è ritrovato ricco e famoso, ma non riusciva più a creare niente. Blocco totale. Perciò quando ha ricevuto la proposta di Procacci di Fandango (che conosceva i suoi corti) di fare un film, ha accettato. Dice che sul set si è trovato benissimo. Mentre quando disegna soffre di solitudine, sul set ha finalmente sperimentato il piacere di lavorare con un gruppo affiatato, anche se in alcuni frangenti non è riuscito a fare quello che voleva per mancanza di esperienza. Quindi elenca i punti deboli del suo film, quelli che avrebbe voluto realizzare diversamente, ma non ci è riuscito. E’ incredibilmente lucido, acuto e capace di individuare quello che non va (parola di editor!) e questo ci pare un grande merito, oltre che una rarità. Solo chi è in grado di vedere i propri errori e correggersi può crescere, nella vita come nell’arte. Chi invece preferisce non vederli e godersi il suo minuscolo successo non farà alcun progresso. Grande Gipi! Mi è venuta voglia leggere i suoi fumetti.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :