Bimbiminkia in fondi insospettabili

Creato il 30 marzo 2012 da Giorgiofontana

Gianni Riotta scrive stamattina un’opinione sulla vicenda che vede protagonista il regista americano Spike Lee.Sintetizzo il pensiero di Riotta per un messaggio limitato a 140 caratteri, cosa che ho effettivamente fatto twittando la frase:

Il problema non è la coglionaggine di #spikelee ma l’uso limitato di coglionaggine con 140 caratteri.

Riotta usa la stessa superficialità analitica di Michele Serra e mi fa pensare che la nuova generazione di editorialisti potrebbe sicuramente limitarsi a 140 caratteri, vista la loro profondità.

Twitter non è ‘il problema’.

Spike Lee ha dimostrato l’anima del cattivo maestro, l’arringatore di violenza, un uomo di potere piuttosto che un intellettuale, un personaggio pubblico che usa il suo potere mediatico come arma egotica, e non l’intelligenza che dovrebbe essere la materia prima del suo lavoro.
Che poi usi un mezzo o l’altro non cambia nulla.
Perchè essere un mandante lo si è a prescindere dal fatto che si pubblichi o meno l’indirizzo giusto.
Un crociata antirazzista non la si fa con il cappuccio del KKK, a prescindere dal mezzo, poteva scrivere sui muri o farne un film.
Il problema restano i contenuti,
Quello che sottolineo è il fatto che Riotta sposti il problema da questo al modo, come se dire ‘compagni che sbagliano’ non fosse giustificare i contenuti criticando però l’opportunità.
( Mi ricorda quell’altro bimbominkia di Diliberto e le t-shirt delle sue fan. )

Cattivi maestrini e tuttologi saputelli

Se Spike Lee, invece che limitarsi ai suoi 250.000 followers avesse detto queste cose in televisione in diretta a milioni di americani il risultato sarebbe stato uguale, dipende dal tuo peso mediatico – contenutistico.
Lee ha migliaia di follower perchè è lui non perchè usa twitter.
Riotta scrive che in questi casi manca, non soltanto la possibilità dell’approfondimento, ma la mediazione liturgica di un anestetizzatore di comunicazione, di un censore professioniusta, del giornalista, infine.
Ed il ‘sistema giornalista’ è sempre quello che decide cosa, quando e perchè una notizia o un’opinione deve essere resa pubblica.
La neutralità dell’informazione tout court.  (…ma le cose stanno cambiando )
Michele Serra, incappato con Twitter nelle stesse identiche difese corporative, e  Gianni Riotta sono considerati opinion leader.
Dei tuttologi come loro capisci il vero spessore quando li senti parlare di cose di cui sei personalmente più competente, ponendoti infine una domanda: ma quell’opinione così di buon senso su quell’argomento di cui sono ignorante e di cui mi fidavo della loro interpretazione saputella…non sarà invece una bimbominkiata ?

Poteva usare Google Maps, più glocal, efficace e diretto di Twitter, questo è stato il suo vero errore.
Anzi, ad essere raffinatissimi, come mi ha sottolineato l’amica Simona Forcella, la migliore efficacia per organizzare progrom, auto da fè e linciaggi :

io avrei usato entrambi (ovviamente non per questo scopo).
GM fornisce l’indicazione precisa, ma è Twitter che diffonde.


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