Il procedimento più lungo, ma sicuramente con "più resa" è: Inserite tutti gli ingredienti nel boccale: 20 sec. vel. 6. Partendo dalla classica fontana, fino ad ottenere un panetto piuttosto morbido ma non troppo, aggiungendo se necessario un po’ di farina. Lasciare riposare l'impasto per 1 ora circa. Poi stenderne una piccola parte con il mattarello. Tagliare a grosse strisce e passare nella macchina della pasta regolandola in modo che la pasta resti piuttosto grossa, ripiegarla, passarla nuovamente, ripiegarla ancora, passarla ancora e poi di nuovo regolando la macchina per una sfoglia più sottile. Per chi non ha la macchina della pasta, va benissimo anche il mattarello, fermo restando che credo siano sempre utili i “giri” tipo sfoglia, e che alla fine la pasta deve essere molto sottile. Tagliare a strisce la sfoglia con una rotella dentata e friggere in olio bollente, poche strisce alla volta stando attenti a non farle colorire troppo. In cottura i cenci devono gonfiare, e risultare molto leggeri. Note: I cenci vanno preparati e fritti subito. L'ideale sarebbe essere in due: uno stende e taglia la pasta, l'altro frigge man mano. Oppure, se da soli, preparare piccole dosi alla volta e friggerle subito. Per chi ha poco posto, è anche più comodo. Inoltre, è molto importante la temperatura dell'olio: se troppo freddo, la pasta andrà a fondo e non gonfierà, se troppo caldo, tenderà a bruciare velocemente. Si può anche sacrifico qualche pezzetto all'inizio per fare delle prove, e quando si vede che, mettendo in olio, la pasta questa gonfia e diventa dorata nel giro di poco, allora si inizia a friggere. Appoggiare su carta assorbente, far raffreddare, cospargere di zucchero a velo. Con queste dosi vengono circa due grandi vassoi, quindi se non dovete farne molti basta la metà degli ingredienti. Il giorno dopo saranno ancora buonissimi e friabili.
Curiosità: Bugie (Genova, Torino, Asti, Imperia), italianizzazione del ligure böxie Cenci o crogetti (Toscana) Chiacchiere (Basilicata, Sicilia, Campania, Lazio, Umbria, Puglia, Calabria, a Milano, Sassari e Parma) Cioffe (Sulmona, centro Abruzzo) Cróstoli o cróstołi (Ferrara, Rovigo, Vicenza, Treviso, Trentino, Friuli, Venezia Giulia) Crostoli o grustal (Ferrara) Cunchiell' o qunchiell (Molise) Fiocchetti (Montefeltro e Rimini) Frappe (Roma e Ancona) Gałàni o sosole (Venezia, Verona, Padova) Gale o gali (Vercelli e Bassa Vercellese) Guanti (Caserta) Gròstołi o grostoli (Trento) Intrigoni (Reggio Emilia) Lattughe o latǖghe (Mantova) Maraviglias (Sardegna) Rosoni o sfrappole (Modena, Bologna, Romagna) Sfrappe (Marche) Sprelle (Piacenza) Risòle (Cuneo e sud del Piemonte) E ancora stracci, lasagne, pampuglie, manzole, garrulitas.