Riprendendo l’argomento Bing Webmaster Tools (qui la prima parte, relativa a Bing Webmaster Tools: come iniziare), vediamo quali sono le principali possibilità offerte da questo strumento in ambito di reportistica.
Ovviamente, il recupero e la misurazione dei dati sono il “premio” per la corretta configurazione dell’account: la possibilità di vedere le keyword con cui si accede al sito e quella di accedere ai rapporti sul traffico delle pagine sono ovviamente la spina dorsale dell’intero sistema, così come accade per Google Webmaster Tools (che, per inciso, sta sostituendo google analytics per quanto riguarda la possibilità di conoscere le parole chiave).
Immagine della dashboard, senza dati, di Bing Webmaster Tools Report e Dati
Report e Dati: la fonte di elaborazione per una corretta strategia online.
Cliccando sul label “report e dati” si accede ad una dashboard di riepilogo per i dati dell’intero sito web: il grafico principale mostra delle linee che rappresentano le varie tendenze del sito in relazione alle date selezionate nei calendari nella parte della pagina in alto a destra.
Chiaramente, i dati vengono registrati esclusivamente dal momento in cui il sito viene registrato su Bing.
Le voci di menù collegate alla pagina “Report e Dati” hanno poi alcuni approfondimenti rintracciabili dal menù a discesa a destra, ma per iniziare a capire come funziona Bing può bastare dare un’occhiata a questa pagina riassuntiva (nell’immagine che vedete non esistono dati, poiché è stata creata a partire da un sito appena inserito).
L’area “Traffico pagina” fornisce informazioni che indicano i principali URL del sito comparsi nei risultati Bing. Cliccando successivamente su “Visualizza” si avrà accesso alle parole chiave di ricerca di ogni URL.
La sezione “esplora indice” permette di esplorare a fondo le cartelle del sito, individuando tramite appositi filtri anche 301, errori 404, aree afflitte da malware o anche escluse da robot.txt.
Nell’area “Cerca parole chiave”, invece, vengono elencate tutte quelle parole chiave che hanno mostrato il sito nei risultati di ricerca e che hanno portato traffico al sito con dei click. La distinzione è creata dalle due label Presente in Cerca e Clic da Ricerca: le parole chiave corrispondenti alla prima label indicano le keyword che hanno consentito al sito di essere mostrato nei risultati di ricerca, quelle appartenenti alla seconda area invece identificano le keyword cliccate per raggiungere il sito.
Nella sezione specifica richiamabile dalla tendina sulla destra, è possibile vedere anche CTR, la posizione media dei clic di ricerca e la posizione della visualizzazione media nella ricerca.
La sezione “Report SEO” genera un report che analizza la conformità SEO delle singole pagine del nostro sito web una volta a settimana. Chiaramente, questo è uno dei punti di forza di Bing Webmaster Tools, che permette di avere delle informazioni interessanti senza dover integrare troppi tools diversi; il tool ovviamente segnala gli errori comuni, come contenuti duplicati e altre pratiche. Se si desidera analizzare la conformità di una nuova pagina, è possibile utilizzare lo strumento “Analizzatore SEO” di Bing, presente sotto il menù a tendina “Diagnostica e strumenti”.
La sezione “Collegamenti in entrata”, ovviamente, fornisce un conteggio dei link in entrata e la loro relazione con le relative pagine di destinazione. Si tratta di collegamenti provenienti da siti Web esterni che sono stati puntati ai tuoi contenuti.
In questa sezione s trova quindi un elenco di ogni pagina che ha almeno un link in entrata. Cliccando su ogni singola pagina è possibile rivelare una lista di tutte le pagine che si collegano a quello specifico URL. Osservare pagina per pagina i link in entrata, oltre a mostrarci chi davvero passa valore ai nostri contenuti ci permette di identificare le fonti non volute; questo a sua volta fa si che non possiamo richiedere a Bing (un po’ come accade con Google Disavow) di non attribuire alcun valore al link juice passato da queste pagine.
“Informazioni sulla ricerca per indicizzazione” è invece la sezione da prendere in considerazione se si ricercano informazioni relative alla ricerca per indicizzazione: pensiamo ad esempio alla possibilità di scovare errori nella visualizzazione di una pagina, elementi bloccati dal file robots.txt ma anche URL potenzialmente affetti da malware. Tra l’altro, tramite questo strumento si può esaminare cartella per cartella il proprio sito, per avere un’idea di come Bing lo “percepisce”.
L’area “Malware” sicuramente non ha bisogno di presentazioni: chi non si è mai trovato di fronte alla rilevazione di un URL infetta da malware associata a un dominio o a un sito? Ecco, questo strumento permette di rilevarla.