Ogni tanto vado al Bingo cittadino. Giusto per trascorrere un’ora diversa dal solito. Il gioco non è il mio forte. Anche se da bambino, al mio paese, giocavo a “pisci e bastoi“. Si lanciavano in aria delle monetine da cinque lire (che portavano sul dritto un’asta di bandiera, “su bastoi“, per l’appunto, e sul rovescio un pesciolino “su pisci“); si vincevano le monetine di cui si azzeccava il verso di caduta. Più avanti ha giocato a sette e mezzo, con monete da 50 e da 100 lire; si stabiliva la posta, il mazziere distribuiva una carta e testa: se avevi un sette oppure un sei, potevi anche dichiarare “sto” (significava che non volevi altre carte; altrimenti proseguivi chiedendo al mazziere altre carte, scoprendo la prima distribuita: ma se superavi il sette e mezzo, avevi perso e vinceva il mazziere (le figure valevano solo mezzo punto, mentre le altre valevano il numero di semi riportato in figura; con il sette di denari e il re di danari facevi “Lintu e ratapintu” (o Settebello in italiano) e non ti batteva nessuno Da giovanotto giocavo il poker, quando ero sotto la naja; giravano le banconote di Giuseppe Verdi, massimo si arrivava a Leonardo da Vinci o a Michelangelo; (traduco per i più giovani: mille lire, cinquemila lire, massimo diecimila lire). Ricordo che vincevo spesso: applicavo pochi principiii: bluffare con moderazione, restare impassibile e rilanciare al momento opportuno; per ultimo, ma non in ordine di importanza: ritirarsi al momento in cui si vince e non accanirsi a giocare quando si perde; insomma, occorre sapersi gestire. Dopo congedato ho avuto altro da fare. Ho abbandonato molte abitudini. Credo che giocare a soldi sia fondamentalmente una cosa sbagliata. Però un gratta e vinci con moderazione o una macchinetta da poker, come quando sono andato in crociera, non si disdegnano. E nemmeno un Bingo, ogni tanto!
L’altra sera avevamo programmato con mia moglie una giocata di un’ora con un budget massimo predefinito. Dopo alcune cartelle mi ha visitato la dea bendata: BINGOOOO!! La mia vicina si è spaventata. Da giovane cantavo da baritono e la mia voce è sempre stata squillante!!! Trascorsa la nostra ora, abbiamo deciso di fare l’ultima giocata. Evidentemente la dea bendata era ancora in circolazione dalle mie parti: Doppio BINGOOOO!!!! Non grosse cifre, intendiamoci, ma grandi, enormi soddisfazioni! Bingooooo è diventato, per una sera, un dolce suono!!! Me me ricorderò la prossima volta, quando la dea bendata si sarà trasferita negli altri tavoli, e udrò gli altri gridare Bingoooo!!!
Comunque sia, dopo un’ora esatta, siamo andati via. Anche se la tentazione di restare a giocare è stata forte. Ma io ritengo, che nella buona o nella cattiva sorte (parlo del gioco) occorra essere coerenti (e prudenti).
Voglio essere io, il padrone del gioco e non, viceversa, diventarne l’umile schiavo.
E anche se parlo del gioco, è un principio che ho cercato di applicare con coerenza lungo tutta la mia esistenza.