brano tratto dal saggio di critica letteraria di Lorenzo Spurio IAN McEWAN: SESSO E PERVERSIONE
Sesso e letteratura. Letteratura ed erotismo. Binomio e connubio sempre molto difficile, controverso, aspramente criticato in letteratura. La storia della letteratura di ogni paese, specialmente occidentale o gravitante nell’orbita della cultura occidentale, è piena di aneddoti, di dispute, di strappi spesso dolorosi, di situazioni paradossali, di censure e impedimenti, di messa al bando e di discriminazioni per tutto quel che concerne l’argomento sesso o erotismo. Non è il caso di ricordare ancora che forse la psicanalisi nasce con Sigmund Freud proprio per indagare in maniera nuova, scientifica e libera da molti pregiudizi atavici al riguardo, scoprire e capire i meccanismi più oscuri e più profondi della psiche umana e soprattutto nei suoi rapporti o nel suo legame con la sessualità e l’erotismo. Il saggio di Lorenzo Spurio si occupa di tali argomenti, per molti versi ancora argomenti – tabù per una certa cultura dal pensiero benpensante, analizzando l’opera di un autore in particolare: l’inglese Ian McEwan. Pagine di critica letteraria certo, le quali cercano quasi di radiografare la produzione artistico – letteraria di questo autore forse ancora poco compreso e poco scandagliato a fondo sia in Inghilterra che nel resto del mondo. Molto vien fuori dall’analisi puntuale di Lorenzo Spurio, anche se a volte la scrittura appare spersa e un po’ troppo specialistica. Le note a fondo pagina danno una buona esplicazione e corredano l’insieme con professionalità. Le varie traduzioni dall’inglese, realizzate quasi tutte dall’autore, non aggiungono che un ulteriore tocco di competenza, di partecipazione e di passione. Ma veniamo all’argomento – contenuto del saggio. In ogni romanzo lungo o breve, in ogni racconto di Ian McEwan il sesso, l’erotismo vengono ripresi, scandagliati e presentati in ogni componente e variante. Si parla allora di perversioni reali o soltanto immaginarie, possibili nella finzione letteraria come nel vissuto comune o straordinario dell’esistenza. Termini quali masochismo e sado – masochismo, necrofilia e pedofilia, incesto, travestimento di genere, stalking, masturbazione, omosessualità deviata, regressione infantile, morbosità sessuale con componenti distruttive, devianza di impulsi e di sentimenti, scatenamento di passioni insane diventano realtà, prendono corpo e vita e trasportano il lettore dentro un universo misconosciuto e quasi surreale ma che, in fondo, è parte latente di noi, di ciascuno e di ognuno di noi. Paure, azzardi e visioni adolescenziali ma anche manie, paranoie, idealità e pensieri oscuri di adulti. Come viene sperimentato il sesso? Come viene vissuto il sesso? Quale il rapportarsi del corpo e dell’anima col sesso? Ian McEwan ne esplora tutte le sfumature, mette in evidenza le zone grigie come quelle in ombra o più nere. Egli sembra quasi voglia dirci che il sesso diventa perversione (a qualunque età) quando ha subito frustrazioni, coercizioni e divieti di ogni sorta, quando, in poche parole, è stato o viene demonizzato, causando perciò danni anche molto gravi alla personalità dell’individuo e al suo progressivo sviluppo emotivo. Se vissuto in modo gioioso, ludico, o quantomeno come esperienza del tutto normale e naturale quale componente essenziale, sia biologica che psicologica innata, dall’essere umano allora il sesso diventa erotismo, ossia eros allo stato puro: capacità di provare e di dare piacere, sperimentazione del mondo nella quale perfino la morte trova la sua giusta collocazione al di fuori del consolidato stereotipo di una concezione orrifica e terrificante. Ian McEwan scende in un sottosuolo inesplorato dove il sesso può anche essere bassezza, volgarità, turpitudine perché viene il tempo in cui bisogna “mettere il dito nella piaga” e rigirarlo se si vuole un giorno guarire dalle proprie fobie e dalle proprie sindromi nascoste causate o meno da situazioni, moralità e mentalità del momento. Ian McEwan, per primo, ne ha pagato lo scotto sulla propria pelle, poiché ogni autore che scrive di sesso e di erotismo trasferisce, in parte, sulla carta ciò che ha vissuto, sentito, subito o goduto nelle complicate età dell’infanzia e dell’adolescenza, in primis. Ritornando, in conclusione, al saggio di Lorenzo Spurio colpisce la disinvoltura e la matura sensibilità con le quali egli descrive, fa critica e media la serie di perversioni e degenerazioni sessuali dei diversi personaggi delle storie di Ian McEwan, che nel linguaggio abituale sono spesso classificate come “aberranti”, “malefiche”, “torbide”, altamente “viziose e licenziose”, segno evidente, forse, di un superamento del tutto personale di tabù e di vie interiori a senso unico non sempre e non per tutti facili da abolire o spazzare via per poter raggiungere una certa libertà espressiva esente da fastidiosi blocchi psichici o da muri invalicabili di falsi sensi del pudore. “McEwan si mostra come un abilissimo narratore e sa come tenere in pugno i suoi lettori: destabilizzandoli con le sue trame trasgressive, ma fornendo anche gli elementi che servono a comprendere l’ambiente nel quale maturano certi comportamenti, senza giustificarli né condannarli, ma presentandoli per come sono. Realisticamente.” Le ultimissime frasi di questo saggio di Lorenzo Spurio. Mai condannare o giustificare: tutti possiamo essere colpevoli, in quantità maggiore o minore, e di tutto.
Dai romanzi di Ian McEwan sono stati tratti diversi soggetti e sceneggiature e realizzati dei film di successo fra i quali: THE CEMENT GARDEN (IL GIARDINO DI CEMENTO) per la regia di Andrew Birkin, vietato ai minori di quattordici anni per le scene crude di sesso e di situazioni scabrose e ESPIAZIONE che ha come attrice protagonista Keira Knightley e attore protagonista James Ivory, come sceneggiatore Christopher Hampton (premio Oscar per LE RELAZIONI PERICOLOSE) e come regista Joe Wright(regista di ORGOGLIO E PREGIUDIZIO).
Francesca Rita Rombolà