Chi la dura la vince, è questo il proverbio che mi ripeto nelle ultime settimane. Il fatto è questo: il mio caro amico Cristian ha acquistato un rudere nella campagna lucana, è da rimettere a nuovo … secondo me conviene ristrutturarlo seguendo i principi della bioarchitettura, invece lui non è convinto perché ritiene non ci siano grandi benefici. Naturalmente si sbaglia, così ho fatto delle ricerche approfondite presentandogli tutto nero su bianco, alla fine credo proprio si farà come suggerisco io ;-)
Sono partita dalle basi, visto che Cristian non conosce più di tanto materia.
In breve, la bioarchitettura prende piede negli anni ’70, quando iniziano a circolare le prime riflessioni sull’importanza di costruire in armonia con l’ambiente, quindi utilizzando materiali non impattanti e non dannosi per l’uomo, ma che allo stesso tempo erano in grado di garantire comfort abitativo.
Perché conviene? Oltre alla salvaguardia ambientale, c’è il discorso del risparmio energetico, ovvero mai più case umide, fredde d’inverno e calde d’estate. Di conseguenza addio bollette esorbitanti.
Quali sono i criteri da rispettare? Riassumendo:
- Orientamento: la corretta esposizione alla luce solare è essenziale per avere la giusta luce e per evitare dispendi di energia legati alla cattiva climatizzazione.
- Raffrescamento, deumidificazione e ventilazione: esistono degli escamotage tecnici (ad esempio i sistemi di ventilazione passiva) che permettono di avere ambienti salubri, asciutti e termicamente ventilati, anche in caso di clima torrido. Se solo penso a quanto caldo ho sofferto in casa durante l’ultima estate, sapere che esistono soluzioni che possono evitare questo tipo di disagio mi rincuora!
- Isolamento termico: utilizzando materiali naturali e alcune tecniche architettoniche il gesto di mettere al massimo il riscaldamento in inverno o il condizionatore in estate rimarrà solo un brutto ricordo.
- Protezione e recupero delle precipitazioni: negli ultimi anni si è iniziato a parlare di bombe d’acqua, cioè ingenti quantitativi di pioggia che cadono in pochissimo tempo. La bioarchitettura non solo fa in modo di proteggere gli edifici da queste condizioni meteorologiche estreme, ma permette anche di riciclare l’acqua piovana.
- Zero dispersioni termiche: infissi, tetti e pavimenti hanno un ruolo importantissimo nella termoregolazione degli edifici, non a caso la bioedilizia non li sottovaluta, anzi.
- Captazione solare: il sole rende felici, si sa, ma è anche il miglior amico della bioedilizia, infatti oltre a illuminare gli ambienti, se sfruttato bene, può essere utilizzato per raccogliere e diffondere calore durante le stagioni più fredde.
Online ho trovato anche questa utile infografica sui sei principi della bioarchitettura di Baltera, dove è schematizzato tutto.
Alla luce di tutto ciò, a Cristian credo proprio convenga seguire il mio consiglio sulla bioarchitettura, che mi sembra molto assennato ;-)
Anna Simone