Biografie ucroniche e reali: Guglielmo di Prussia

Creato il 02 settembre 2010 da Mcnab75

Secondo capitolo delle biografie a cavallo tra realtà e ucronia, dedicate ad alcuni personaggi di spicco della saga Prometeo e la guerra. Dopo aver analizzato la figura di Otto d'Asburgo-Lorena, che è piaciuta a molti, oggi è il turno di parlare di Friedrich Wilhelm Victor August Ernst von Preußen, ossia Guglielmo di Prussia, colui che avrebbe dovuto ereditare l'Impero Tedesco sconfitto durante la Grande Guerra.

Impero che invece nella mia saga ucronica ha vinto e prospera, imponendosi come una delle tre superpotenze mondiali (insieme ad Austria-Ungheria e Stati Uniti d'America).

Guglielmo di Prussia

La vera storia

Figlio primogenito dell'Imperatore Guglielmo II di Germania e di Augusta Vittoria, Friedrich Wilhelm nacque a Potsdam nel 1882. Da buon teutone passò la gioventù in ambienti militari, dove ricevette una formazione tale che gli permise di prendere il comando della Quinta Armata durante la Grande Guerra. Comando che mantenne fino al 1916, compresi i terribili giorni della battaglia di Verdun.

Nonostante le scuole militari che aveva frequentato, Guglielmo mostrò una certa inesperienza sul campo, ma anche molto buon senso. La sua prima dichiarazione ufficiale alla stampa non lasciò infatti spazio a dubbi: il principe ereditario giudicò il conflitto “la più stupida, insensata e inutile guerra dei tempi moderni”. Aggiunse però che la Germania, pur non volendo combattere, doveva farlo per difendere se stessa e le alleanze che la riguardavano”. Questa seconda parte della dichiarazione è evidentemente inesatta, visto che le mire espansionistiche dell'Imperatore suo padre erano ben note.

A fine guerra, dopo la rivoluzione tedesca del 1918, sia l'Imperatore che il principe ereditario furono costretti ad abdicare. Il Principe ereditario andò in esilio all'Isola di Wieringen, nei Paesi Bassi. Nel 1923, tornò in Germania dopo aver assicurato al Governo che non avrebbe più impegnarsi in politica. In realtà Friedrich Wilhelm aveva velleità di rientrare nella vita politica del suo paese. Fu molto vicino a candidarsi nella destra, in alternativa a Von Hindenburg, ma suo padre gli impedì di farlo.

Guglielmo di Prussia insieme alle figlie
 

Con la presa del potere dei Nazisti, il principe ereditario sperò che Hitler lo volesse rimettere sul trono per contrastare i venti marxisti che soffiavano da est. Per questo collaborò con alcune associazioni filo-naziste di natura più propagandista che pratica. Però, dopo l'assassinio del suo amico, l'ex cancelliere Kurt von Schleicher, nella Notte dei lunghi coltelli (1934), si ritirò da ogni attività politica, spaventato dalla ferocia hitleriana.

William visse come privato cittadino tutta la Seconda Guerra Mondiale, nei possedimenti che la sua famiglia ancora conservava. Alla morte di suo padre nel 1941, Guglielmo gli successe come capo della Casa di Hohenzollern, l'ex dinastia imperiale tedesca.

Morì nel 1951 ad Hechingen, nei territori che la famiglia Hohenzoller possedeva in Svevia, mentre le tenute di famiglia nel Brandeburgo erano occupate della truppe sovietiche.

La storiografia ufficiale lo ricorda a malapena, passato in secondo piano rispetto al padre, una delle figure di spicco del '900.

Nel mondo di Prometeo

Gli Imperi Centrali hanno vinto la Grande Guerra, unendo la solida preparazione militare tedesca alla nuova, vincente arma uscita dai laboratori austriaci, i Prometei.

Nel 1931 l'Imperatore Guglielmo II, anziano e poco conforme alla grande riforma industriale che i suoi dominii andava approntando per volontà dei baroni dell'industria, stretti in un patto d'acciaio con la nobiltà più importante di Germania, cede il trono al figlio Friedrich Wilhelm. Questi viene incoronato Imperatore col nome di Guglielmo di Prussia, sostenuto proprio dai poteri forti a cui ha promesso pieno appoggio per rinnovare la struttura stessa del paese.

Il nuovo sovrano è di parola: i primi investimenti sono concentrati sulla madrepatria, sottoposta a forte industrializzazione. I sudditi dei dominii conquistati durante la Grande Guerra vengono esortati a lavorare come operai, anche se i salari sono a malapena dignitosi e le condizioni di vita assai difficili. Altre fabbriche vengono inaugurate nei ducati della ex Francia, che in parte viene anche destinata a bacino agricolo dell'Impero. Perfino le colonie più lontane vengono presto ammodernate: Tunisia, Algeria, Mauritania, perfino la lontana Cambogia. Gli investimenti massicci hanno però un ritorno ancor più grandioso nelle casse imperiali degli Hohenzoller.

Guglielmo II, consigliato dal padre, solo ufficialmente ritiratosi dalla vita politica attiva, attua al contempo una profonda riforma dell'esercito, memore delle batoste subite dagli inglesi durante la Grande Guerra, quando i nuovi carri armati e i caccia avevano messo a dura prova le forze armate tedesche. Guglielmo e il suo fido amico, il cancelliere von Schleicher, investono così ulteriori fondi nella ricerca militare, dando spazio a progetti avveniristici quali i caccia a reazione e i carri armati di dimensioni titaniche, le “navi di terra”.

Ma i potenti dell'industria bellica, i Krupp, gli Junkers, i Thyssen, gli Opel e altri, ne hanno approfittato per spingere il piede sull'accelleratore. Una nuova guerra significherebbe ulteriori commissioni statali per la produzione di armamenti. Per questo molti di loro sposano la causa pangermanista, che da anni fa pressioni su Guglielmo di Prussia per annettere l'Austria e creare un nuovo grande impero tedesco, capace in futuro di mettere mano su tutta l'Africa, su buona parte dell'Asia e magari, un domani, anche sulla Russia comunista. Al governo viennese si imputa tra l'altro la colpa di aver aperto l'Austria-Ungheria a mercati ritenuti “ostili” fino a pochi anni prima, specialmente quello statunitense. Un'apertura che rischia di creare un binomio economico in grado, col tempo, di sfidare l'assoluta egemonia tedesca nel vecchio continente e in buona parte dell'Africa coloniale.

Apparentemente l'Impero gode di ottima salute economica, grazie anche alla radicale opera di modernizzazione effettuata dal nuovo sovrano. Peccato che questi sia oramai prigioniero della spirale militaresca innestata dai pangermanisti: una gabbia dorata che lo ha portato a preparare la Germania a una nuova guerra.

Guglielmo di Prussia insieme al padre, Guglielmo II
 

Del carattere di Guglielmo di Prussia l'opinione pubblica in realtà sa poco, ossia ciò che la propaganda vuole mostrare al mondo. Se i giornalisti fossero in grado di indagare più a fondo scoprirerebbero un imperatore convinto sì della superiorità morale del suo paese e del suo casato, ma non poi tanto convinto dell'opportunità di muovere guerra agli ex alleati Asburgo. Dal canto suo, fin quando ha potuto, ha preferito vincere i nemici con l'astuzia, per esempio finanziando guerre tra Stati confinanti, come nel caso del Messico (alleato) contro gli Stati Uniti, oppure foraggiando l'ascesa al potere di capi di stato filotedeschi. Ma, come già detto, Gugliemo di Prussia non è più l'unico a decidere le sorti della Germania. Troppi interessi politici sono in ballo, e le danze portano a una cosa sola: la guerra.

Una nota storica d'appendice: gli industriali tedeschi e le guerre

Torniamo infine alla storia ufficiale. Nella biografia ucronica qui sopra cito dei noti gruppi industriali tedeschi tacciandoli di essere guerrafondai. In questo caso non mi sono preso nessuna libertà creativa.
 

La famiglia Krupp, magnati dell'acciaio e degli armamenti, fu fondata da Friedrich Krupp e da suo figlio Alfred, altresì detto “il re del cannone”, nel 1811. Per decenni questi magnati nativi di Essen hanno prodotti armi e pezzi d'artiglieria per vari eserciti: prussiano, ottomano, russo.

Durante la Grande Guerra i Krupp furono così spietati da vendere cannoni sia per gli Imperi Centrali che per la Triplice Intesa, guadagnando così una marea di denaro. Dopo che Hitler prese il potere in Germania nel 1933, la Krupp divenne il centro del riarmo tedesco. Nel 1943, per ordine speciale di Hitler, la compagnia divenne una holding familiare e Alfried Krupp von Bohlen und Halbach (1907 - 1967), figlio di Gustav Krupp, ne assunse la gestione. Dopo la sconfitta tedesca, quando Gustav si dimostrò incapace di andare a processo, il Tribunale di Norimberga condannò Alfred come criminale di guerra (nel cosiddetto "Processo Krupp") per l'uso del lavoro schiavistico da parte dell'azienda. Venne condannato a 12 anni di carcere e costretto a vendere il 75% dei suoi averi. Nel 1951, con lo svilupparsi della Guerra Fredda e dato che nessun acquirente si faceva avanti, le autorità lo rilasciarono, e nel 1953 riprese il controllo dell'azienda. Azienda che nel 1999 si fuse con la rivale Thyssen, dando vita alla ThyssenKrupp.



Il Gustav, ossia il più potente pezzo d'artiglieria da treno mai costruito. Il cannone aveva una gittata di 37 chilometri e pesava ben 1.344 tonnellate. Data la sua possente mole era in grado di sparare granate da 7 tonnellate. Entrambe le bocche di fuoco furono costruite negli anni 40 dalla ditta tedesca Krupp, concepiti per distruggere la Linea Maginot, come aveva fatto l'antenato Grande Berta nel 1914 con i forti di Liegi.
 

La Opel, nata nel 1862 come produttrice di macchina da cucire, s'impegnò dapprima nel settore delle biciclette, quindi in quello delle auto. Nel 1929 la Opel entrò a far parte del gruppo General Motors e, fino alla sua cessione definitiva, ha costituito il principale produttore di veicoli al di fuori degli USA. Infatti si dette spesso all'azienda tedesca la progettazione di veicoli venduti anche sotto altri marchi come Vauxhall in Gran Bretagna, Holden in Australia e Chevrolet in America latina.

Nel 1939, alla vigilia della guerra, il Presidente della GM, Alfred P. Sloan, pubblicamente motivava il fatto di fare affari nella Germania di Hitler, sottolineando la natura altamente vantaggiosa delle operazioni della GM sotto il Terzo Reich.

La fabbrica Opel della GM a Rüsselsheim, nei pressi di Mainz, divenne redditizia grazie al boom economico prodotto dal programma di riarmo di Hitler. Nel 1938 venivano registrati profitti per 35 milioni di marchi RM - quasi 14 milioni di dollari (USA).

La Junkers GmbH operò inizialmente nel settore termotecnico realizzando radiatori, caldaie e scaldabagni. Le esigenze belliche conseguenti allo scoppio della prima guerra mondiale esortarono Junkers, nel 1914, alla realizzazione del suo primo velivolo, lo Junkers J 1 Blechesel (“asino di latta”). Da questa esperienza nacquero delle collaborazioni atte a migliorare la qualità dei velivoli fino allora prodotti tra le quali spicca il rapporto con la Fokker che portò alla realizzazione del caccia biplano Fokker D.VII.

Alla fine del conflitto si specializzò nella produzione di aeroplani e dal 1936 anche nella produzione di motori aeronautici. Il nome Junkers è infatti ben noto in associazione ai velivoli che vennero prodotti per la Luftwaffe e la Deutsche Luft Hansa (DLH) nel periodo antecedente e durante tutta la seconda guerra mondiale.

Potrei citare anche la Flick, un'importante famiglia di industriali e politici tedeschi, in possesso di un'impero economico sterminato e di interessi di spicco nella siderurgia e nel carbone. Il fondatore della dinastia fu Friedrich Flick (10 luglio 1883, Ernsdorf - 20 luglio 1972, Konstanz), affermatosi come industriale di spicco a partire dal primo dopoguerra, durante la Repubblica di Weimar. Egli fu anche un membro fondatore del partito nazista. Durante la Seconda guerra mondiale trasse ingenti profitti dalle espropriazioni dei beni degli Ebrei messe in atto dal governo nazista. Fu anche uno dei principali produttori di armi e macchinari del Reich, impiegando massicciamente la manodopera coatta presente nei campi di concentramento (si stima che disponesse di 48000 prigionieri, dei quali 39000 morirono prima della liberazione).

E l'elenco potrebbe continuare...
 


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