Biografie ucroniche e reali: Otto d'Asburgo-Lorena

Creato il 26 agosto 2010 da Mcnab75

   Otto d'Asburgo-Lorena (1930)

Inizia con oggi una serie di articoli relativi al making of della saga Prometeo e la guerra. Se li trovate noiosi o superflui vi pregherei subito di farmelo notare, così li limiterò di numero e di corposità.

Dapprima vorrei concentrarmi su alcuni personaggi storici che ho utilizzato e riadattato nel mondo ucronico di Prometeo. Da amante di storia alternativa devo ammettere che questi paragoni sul “what if” sono la parte del lavoro che più mi stimola, anche se dietro a esso c'è una mole di documentazione non indifferente. Personaggi che i nostri libri di storia ricordano come eroi o criminali potrebbero avere una fama ben diversa, se in un determinato momento della loro vita si fossero comportati diversamente. A volte basta una singola decisione per cambiare il destino. Il proprio e quello di migliaia di altre persone.

Un esempio pratico è quello di Mussolini (che pure ho “riadattato” in 1935): se non fosse sceso in guerra a fianco della Germania Nazista forse la storia sarebbe stata più clemente con lui. Magari il fascismo sarebbe durato fino agli anni '70, come è stato per Franco e Salazar.

Ma oggi cominciamo da un personaggio che nella storiografia ufficiale occupa un posto marginale, quasi sconosciuto, a differenza che nell'universo di Prometeo, dove è una delle figure più importante degli anni '20 e '30. Sto parlando di Otto (o Ottone) d'Asburgo-Lorena.

Otto d'Asburgo-Lorena



Carlo I e suo figlio Otto
 

La vera storia

Otto d'Asburgo-Lorena, nato nella Bassa Austria nel 1912, fu nipote del famoso imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe, che era suo zio, e figlio di Carlo I d'Austria, l'ultimo sovrano dell'Impero uscito con le ossa rotte dalla Grande Guerra.

Suo padre Carlo venne incoronato nel 1916, a seguito della morte dell'anziano Francesco Giuseppe. Cattolico, moderato, votato alla pace, lavorò fin da subito affinché l'inutile strage della Prima Guerra Mondiale terminasse il prima possibile. Le trattative di pace svolte in segreto da Sisto, fratello della moglie Zita, nella primavera del 1917, portarono ad un sostanziale accordo con Francia e Gran Bretagna, ma l'Italia si oppose a un ritorno alla situazione prebellica. Inoltre c'era anche il problema dell'alleato Germania che voleva una "pace vittoriosa". Questa differenza di opinioni gli valsero le antipatie tedesche, che tentarono da subito di sminuirne il prestigio.

Durante il regno di Carlo I, egli lavorò per ridurre gli sfarzi di Casa Asburgo, inoltre pensò a una riforma “federalista” del regno. Era sua volontà concedere parziale autonomia alle province serbe e rumene, ma questo suo progetto fu osteggiato dalla parte ungherese dell'aristocrazia dominante, nonché dagli immancabili tedeschi.

In seguito alla sconfitta dell'Austria-Ungheria nella Prima guerra mondiale andò in esilio con la famiglia nell'isola portoghese di Madera.

A soli 35 anni, nel 1922, si ammalò di polmonite, che gli risultò letale, dopo una lunga agonia. Poco prima di morire volle accanto a sé il figlio Otto, per dimostrargli come doveva morire un imperatore, ossia con dignità e in preghiera.

Otto divenne così Principe Reale ed Imperiale delle Corone d'Austria e d'Ungheria, anche se l'Impero non esisteva più già dal 1918. L'Austria era nel frattempo diventata repubblicana, e le potenze vincitrici avevano imposto l'esilio agli Asburgo. L'Ungheria, che invece aveva conservato la propria sovranità, tentò di incoronare Otto come monarca, ma gli inglesi posero il proprio veto, lasciando così il trono magiaro vacante.

Otto fu confinato a Madera insieme ai genitori dove, come detto, assistette alla morte del giovanissimo padre.

Negli anni seguenti, privato di ogni titolo ufficiale, si dedicò agli studi, laureandosi in scienze sociali e politiche nel 1935, in Belgio. Dalla morte del padre e per tutto il tempo che egli rimase in esilio con la sua famiglia, Otto si considerò sempre il legittimo imperatore d'Austria ribadendolo in diverse occasioni.

Fervente patriota austriaco, Otto si oppose all' Anschluss nazista dell'Austria nel 1938 (il nome che il governo tedesco diete a questa operazione fu quello di "Operation Otto" dal momento che essi prevedevano di invadere immediatamente lo stato austriaco se Ottone fosse stato posto nuovamente sul trono). Data la sua posizione Otto, ricercato dai nazisti, fu costretto a lasciare l'Europa ed a raggiungere Washington, D.C. (1940 – 1944), dopo essere scappato dal Belgio e da Parigi, sempre con al seguito la madre Zita ed il resto della famiglia. Suo cugino Massimiliano, duca di Hohenberg ed il principe Ernesto di Hohenberg vennero arrestati a Vienna dalla Gestapo ed inviati in un campo di concentramento sino alla fine della guerra.

Ottone rinunciò a pretese formali nel 1961, al fine di poter rientrare in patria nel 1966. Negli anni a seguire Ottone intraprese una più incisiva attività politica adoperandosi per un'Europa unificata come presidente dell'Unione Paneuropea Internazionale dal 1973 al 2004 e propugnando una federazione danubiana tra gli stati mitteleuropei. Dal 1979 sino al 1999 partecipò come membro del partito bavarese cattolico (CSU) al Parlamento Europeo. È inoltre un membro della società di Mont Pelerin. Nell'ambito del suo impegno come parlamentare si adoperò fortemente per l'espansione dell'Unione Europea, in particolar modo operandosi per l'accettazione di Ungheria, Slovenia e Croazia entro i confini della confederazione

Otto è inoltre patrono del Three Faiths Forum, un gruppo pacifista del Regno Unito che persegue gli ideali di ascolto e collaborazione tra le tre maggiori religioni monoteiste del mondo: Cristianesimo, Giudaismo e Islamismo.

Nel gennaio del 2007 Ottone ha rinunciato al suo status di Capo della Casata d'Asburgo affidandone il ruolo al figlio primogenito Carlo. Otto vive attualmente in ritiro a Villa Austria presso il villaggio di Pöcking bei Starnberg, nella città di Starnberg, non lontano dall'omonimo lago, il Baviera, Germania.

A livello internazionale esiste il Comitato Ottone d'Asburgo, con una sezione anche in Italia, che persegue gli ideali politici degli Asburgo e che recentemente (2006) ha diffuso un testo biografico-politico dal titolo Ottone d'Asburgo: dall'Impero all'Europa.

Una foto recente (2004) di Otto d'Asburgo
 

Nel mondo di Prometeo

Nel mio universo ucronico Otto d'Asburgo-Lorena eredita il trono dal padre Carlo nel 1922, diventando così il sovrano di un Impero uscito trionfatore dalla Grande Guerra, grazie all'impiego degli assemblati, corpi rianimati da un processo alchemico sconosciuto, scoperto dal barone Guido Von Frankenstein. Otto si rivela fin da ragazzino un imperatore illuminato, memore degli insegnamenti paterni.

Seguendo la strada tracciata da Carlo I, suo figlio Otto lavora a uno stato votato alla pace, all'arte e al dialogo tra i popoli. Il suo sogno sarebbe quello di riprendere un vecchissimo progetto che prevedeva la riforma degli Stati Uniti d'Austria, ma l'alleato tedesco e gli ultraconservatori austriaci gli impediscono di lavorare in questo senso. Ciò nonostate Otto riesce ugualmente a riformare (almeno in parte) i suoi domini. A est e nei territori conquistati durante la guerra adotta una politica di “buona colonia”, investendo soldi per urbanizzare diverse vetuste città balcaniche e per migliorare il sistema agricolo su cui si basa la ricchezza austro-ungarica. Anche nei domini dell'Italia settentrionale decide di instaurare un governo morbido, tra l'altro investendo energie e denaro per trasformare Milano in una città culla d'arte multiculturale.

A Otto vai semmai imputata una scarsa politica di industrializzazione del paese, e un'azione poco incisiva nel contrastare la corruzione dell'apparato burocratico dei domini transleitani, proprio per non andare contro la sua idea di ingerenza leggera nei confronti dei governi locali.

Va da sé che tutto questo moto progressista, poi sfociato in un vero e proprio movimento ideologico organizzato a livello capillare (il Movimento Progressista Monarchico), ha pian piano fruttato molti nemici e oppositori a Otto. Oltre agli alleati tedeschi, che in lui vedono un serio ostacolo all'idea di “germanizzazione” dell'Europa continentale, gli stessi conservatori austriaci non apprezzano l'antimilitarismo del loro Imperatore, né i suoi sforzi per rendere accoglienti e moderne le colonie periferiche del duplice regno, magari trascurando i ducati mitteleuropei in cui vivono e governano tanti illustri membri dell'alta nobiltà.

In compenso Otto è riuscito nel difficilissimo intento di farsi amare da molti sudditi tradizionalmente nemici del centralismo austro-ungarico. Non solo italiani, francesi dell'est, ungheresi e rumeni: perfino una buona fetta dell'ostica popolazione slava non disdegna il giovane Imperatore che garantisce loro libertà di culto e di lingua.

Se ne avesse avuto la possibilità, Otto d'Asburgo sarebbe stato un sovrano di questo genere? Avrebbe seguito il solco tracciato dal padre, uomo di pace e di riforme nato in un tempo di guerra e tribulazioni? Ovviamente non lo sapremo mai...
 

 


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