Biologico VS OGM non è uguale a NATURALE vs ARTIFICIALE. Ma…

Creato il 06 maggio 2015 da Roccobruno @Il_Donosauro

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L’intervista è interessante e ben argomentata, a parte alcuni punti (vedi il discorso destra/sinistra). Nonostante questo ci sono degli elementi secondo me da tenere in conto, per non semplificare la situazione:
– un punto che viene accennato ma poi non sviluppato è quello delle monocolture, o per dirla con una parola più estesa, della biodiversità. La coltura su grande scala e soprattutto gli ogm ammazzano la biodiversità, facendoci mangiare sempre la stessa varietà di prodotto. Tutti i sistemi biologici apprendono dalla variabilità: se al nostro sistema immunitario presentiamo un solo tipo di antigene diventa incompetente, allo stesso modo potrebbe accadere qualcosa di simile al nostro sistema digerente. Allergie e intolleranze oggi molto diffuse potrebbero essere collegate anche a questo aspetto. Notare che uso il condizionale: sono appunti di logica biologica, magari a volte non facilmente verificabili, ma neanche si possono saltare a piè pari.
– quindi dire che abbiamo sempre modificato le piante è vero, ma non equivale a dire che farlo su scala mondiale e tutti allo stesso modo corrisponda a quello che si faceva centinaia o migliaia di anni fa “a caso”. L’economia di scala produce conseguenze.. in scala. Quindi il ragionamento è FALLACE: ci sono conseguenze sia che tutti applichino il modello biologico, sia che tutti applichino quello industriale, come lui stesso afferma alla fine: ogni scelta produce delle conseguenze. La postilla, magari, è che quando ammazzi la biodiversità non è che poi puoi facilmente “tornare indietro”. Le varietà genetiche si producono nel tempo, a meno che non crediamo di poter sintetizzare tutto.
– non è vero che abbiamo “il libro di istruzioni della natura”: conoscere come funzionano alcuni geni non vuol dire comprendere ciò che una modifica introduce in tutto il sistema (ecosistema, organismo umano che assorbe i nutrienti). Vi sono delle imprevedibilità che non vengono considerate. Questo discorso che il progresso è una linea retta e che si va sempre migliorando è una nostra costruzione mentale occidentale . Il fatto che la popolazione aumenti non è di per sè un valore, il fatto che l’età media aumenti non è oggettivamente un valore. Dipende da come rispondiamo ad alcune domande, come ad esempio: vogliamo vivere più a lungo o più felici? Per ottenere un beneficio (es. vita media più lunga) a cosa siamo disposti a rinunciare? (perchè non ci sono pasti gratis..)
– E, a ruota, cos’è più “di sinistra”: dare da mangiare a tutti la stessa cosa o permettere e stimolare una diversità?
– non sono un esperto di biologico ma non viene fatta menzione del biodinamico, forse valeva la pena introdurlo nel discorso delle comparazioni
– il discorso di base che gli ogm consentono meno uso di pesticidi e quant’altro è assolutamente condivisibile, ma occhio che dal punto di vista logico si rischia la proposizione di un “falso dilemma”: o si usano gli ogm, oppure bisogna rassegnarsi ai pesticidi. Oppure: gli ogm convengono, quindi usiamo solo quelli. Occhio al rischio di fare “i talebani” dicendo di combattere “i talebani” (l’esempio non è casuale).
– personalmente, non sono contro gli ogm più di quanto sono contro la produzione in grande scala, che ci riempie di pesticidi e antibiotici. E non ho la soluzione. Ma repello questo modello positivistico in cui tutto ciò che è tecnologia e progresso fa “del bene”: lui da un lato critica la visione arcadica, dall’altro dice – onestamente – che bisogna sperimentare, e siamo d’accordo! Però che l’economia di scala sia un valore di per sè, no.
– Gli antibiotici, una delle grandi conquiste della scienza medica moderna, fra un po’ daranno seri problemi e cominciano già a far scattare l’allarme negli ospedali: li usiamo troppo, in grande scala e sempre gli stessi, molti ora sono inefficaci rispetto al passato. Perchè? Perchè vengono usati molto e a sproposito, e perchè l’omologazione in grande scala produce in natura una variabilità di “risposta”: si selezionano ceppi resistenti di batteri, in questo caso. Ora bisogna trovare in fretta nuove molecole perchè sennò, quando andrete a farvi una operazioncina, dovrete pregare perchè non prendiate una infezione. Questa è l’economia di scala: grandi omologazioni di massa che producono grandi instabilità. Ficchiamocelo in testa: se omologhiamo tutto siamo più sensibili a qualunque variazione dell’ambiente.

– Dobbiamo fare delle “prove” e vedere quello che funziona? Allora, come provocazione, dico: prova l’ogm nell’orto di casa tua così come il biologico nell’orto di quell’altro. Perchè se applichi entrambi su grande scala avrai problemi: per il biologico magari è il consumo di acqua, la bassa resa e l’uso di alcuni prodotti come il rame, per l’altro modello uno dei grossi problemi è l’omologazione e gli effetti sull’ecosistema, che non sono prevedibili. Chi usa biologico ha incentivi? Bene, perchè permette una biodiversità che il modello a grande scala non ammette, e questa biodiversità va difesa non perchè siamo nostalgici dei bei tempi andati o perchè siamo di sinistra o di destra (che immane cazzata), ma perchè E’ NEL NOSTRO INTERESSE, tanto quanto dar da mangiare a tutti. Se bisogna mettere in discussione le cose, se bisogna avere pensiero critico bisogna averlo su tutto, non fermarsi a: “si abbassa la mortalità quindi è BUONO”.


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