A febbraio Microsoft ha aderito alla FIDO (Fast IDentity Online Alliance), un'organizzazione che prevede l’uso di protocolli e tecnologie pensate per identificare univocamente l’utente in modo sicuro e certificato sostituendo le password.
La biometrica è diventato un tema sensibile dell'industria tecnologica, soprattutto per la crescita dei sistemi di pagamento online. Il più grande problema da affrontare è quello della sicurezza: dati sensibili e finanziari, ad esempio le carte di credito, conservati negli account fanno crescere l'interesse degli hacker.
Molti telefonini di fascia alta hanno ormai un sensore di lettura dell'impronta digitale. Pur avendo un senso perché le impronte sono uniche, non basta. Infatti sono allo studio avanzati sistemi per migliorare questa tecnologia.Diversi studi hanno dimostrato quanto siano vulnerabili i sistemi biometrici usati finora. Ma la qualità aumenta ogni giorno e al momento esistono alcune soluzioni offrono un buon compromesso tra sicurezza e comodità.
L'industria biometrica, entro il 2020, varrà 33 miliardi di dollari. Nessuna azienda vuole farsi scappare la possibilità di integrare i propri dispositivi con questa tecnologia.Intel addirittura sta lanciando "True Key", un sistema di riconoscimento facciale che studia la geometria del volto e memorizza tutte le password di tutti gli account. I dati di criptaggio sono conservati solo sul dispositivo dell'utente.Ovviamente esistono anche i contro di questa tecnologia: se la mia password viene compromessa, posso cambiarla. Questo è escluso nel caso dei dati biometrici. Se questi dati non sono conservati in maniera sicura, e la sicurezza al 100% non esiste, i rischi sono maggiori di quelli del furto di una password. Sarebbe come usare la stessa password per tutti gli account e senza possibilità di rimediare. La biometrica da sola non sarà forse mai garanzia assoluta e, sulla strada dei miglioramenti, che sarà lunga e difficile, si passerà attraverso tanti errori che gli utenti purtroppo vivranno sulla loro pelle.
Priscilla D.
Credits: Repubblica.it