il sarariman giapponese Wada viene inviato dai suoi capi in un remoto angolo di Cina (Yunnan), incastrata in un tempo che non c’è più e popolato da persone che sono dei miracoli viventi. ad accompagnarlo, il duro yakuza Ujie: per entrambi il viaggio sarà una rivelazione.
I.il volo
”nella mia vita devo aver sognato decine di migliaia di volte. ma non ho mai sognato di volare.” questa frase pronunciata da Wada potrebbe riassumere l’intero senso della pellicola, racchiuso nella contrapposizione fra schiavitù e libertà, o- per esteso- nella dicotomia ruralismo orientale-modernità occidentale; anche se- dopo essersi immersi nell’incanto del microcosmo catturato dalla cinepresa- si intuisce già subito il leit-motiv essenziale: spiritualità in opposizione a materialismo (occidentale, ovviamente).
II.radici (Essenza dell'Essere)
di conseguenza, avviene anche una rivalutazione (moderatamente positiva) della tradizione, in particolare la vita nelle comunità agricole essenziali, quegli sparuti- praticamente invisibili- gruppi di uomini che non hanno niente, né lo desiderano: sono liberi, e essere liberi è del tutto sufficiente per vivere una vita piena, anche senza l'opulenta concretezza degli oggetti di cui ci attorniamo. una visione questa che riporta alla mente i concetti spiccatamente nipponici di nohonshugi (malamente traducibile come ‘ruralismo’; ostentato ideologicamente durante il triste periodo fascista), kokutai -‘sistema nazionale’- e joi –‘fuori i barbari’: con cui la nazione ha tentato (e, considerando l'opera in questione, tenta) di difendere la propria individualità- legata a doppio filo all’idealizzata visione bucolica e alla essenzialità del contatto con l’ambiente- dall’invadente e opprimente civilizzazione occidentale, oramai però definitivamente metabolizzata.
III.conclusioni
i due protagonisti sono cambiati. il volgare e violento yakuza ora indossa gli abiti tradizionali e Wada sembra aver dimenticato la pressante vuotezza della sua vita a Tokyo. sono loro –adesso che hanno ri-trovato l’eden- ad aver paura della civiltà (di cui erano latori). nella pellicola, i protagonisti della contesa sono mutati (rispetto al passato storico): ora è il “civilizzato”, moderno, tecnologico Giappone che mette in pericolo la meravigliosa umanità nascosta in Cina, ed è per questo che Wada- oramai illuminato- paventa un massacro di stranieri (gaijin) per preservare quella bellezza, quel sentimento, quella libertà: irrinunciabile, urgente, commovente desiderio di Libertà.
titolo originale: Chûgoku no chôjinun film di Miike Takashi1998