1984: Birdy di Alan Parker
Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, un film che negli anni 80 entusiasmò critica e pubblico.
Reduce dai trionfi di Fuga di mezzanotte (1977), Saranno famosi (1980), Pink Floyd – The Wall (1982), l’ottimo Alan Parker si ispira all’omonimo romanzo del 1979 di William Wharton per raccontarci la storia di una straordinaria amicizia. Il film ebbe un successo immediato e diventò ben presto un vero e proprio cult, amatissimo dai giovani e questo perché (scrive Il Corriere della Sera) “dà voce con furbizia al loro rifiuto della guerra, al loro senso dell’amicizia, al loro bisogno di trovare riparo nel grembo della natura”. Ammetto che quando a suo tempo lo vidi sul grande schermo mi uniformai al plauso generale. A distanza di tempo mi sento di rivedere il mio giudizio.
Birdy (a cui tra l’altro è da rimproverare l’uso eccessivo dei flashback: troppi ed inutilmente lunghi, sono ripetitivi e non aggiungono molto l’uno all’altro) si fa ammirare per alcuni accorgimenti tecnici (suggestivo il ricorso alla sky-camera, che ci mostra il mondo dal punto di vista dei volatili) ma soprattutto per la splendida performance dei due protagonisti.
Matthew Modine era appena reduce dal premio per il miglior attore per il film Streamers di Robert Altman al Festival di Venezia 1983: avrà purtroppo poche altre occasioni (Full Metal Jacket del 1987 di Stanley Kubrick, America oggi di Robert Altman ed Equinox di Alan Rudolph del 1993, Mary di Abel Ferrara del 2005) di evidenziare il suo notevole talento. Notoriamente più fortunata la carriera di Nicolas Cage che annovera egregi prodotti come Stregata dalla luna (1987) di Norman Jewison (con il quale si aggiudicò una candidatura ai Golden Globe), Via da Las Vegas di Mike Figgis (premio Oscar come miglior attore protagonista nel 1996), e soprattutto Il ladro di orchidee (2003) di Spike Jonse (strameritata nomination all’Oscar).