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Una civiltà, diciamo pure, inferioreCosì sì è detto a lungo, e se non si dovrebbe dire di nessuna civiltà, figuratevi se si può dire di Bisanzio. Eppure, si dica o no, questa civiltà l'abbiamo fatta sparire. Dalla nostra consapevolezza, dal nostro immaginario. Mille anni di storia condensati in poche righe dei manuali scolastici, in qualche luogo comune, nei diversi nomi di una capitale (Costantinopoli, Bisanzio, Istambul), nell'idea di un mondo complicato e sanguinario.
Pensate, cosa è rimasto se non un aggettivo che non rende giustizia? Bizantino, cioé sottile, eccessivo, pedante, arzigogolato...
Per fortuna che poi arrivano libri come L'enigma di Piero di Silvia Ronchey che, in modo magnifico, riescono a ristabilire le misure e a ripagare i debiti. Perché si può far finta di ignorare che per secoli non ci fu nemmeno la percezione della caduta dell'impero Romano, perché Roma era diventata semplicente Bisanzio. Ma alla fine bisognerà riconoscere che anche il Rinascimento non sarebbe stato il Rinascimento senza Bisanzio.
Che bello, questo libro, che parte da un quadro di Piero della Francesca e dal suo enigma, per abbracciare un intero mondo, una civiltà e le sue possibilità. Roma e la seconda Roma. Roma e l'Islam. Bizanzio e l'Europa ancora da costruire.
E questi straordinari personaggi, completamente dimenticati. Prima di tutto Bessarione - sfido chiunque a sapere chi è - filosofo neopagano e insieme alto prelato cristiano, uomo di immensa cultura e di immenso potere che coltivò due grandissimi sogni: prima salvare Bisanzio dal naufragio della storia, poi consegnare l'eredità di Bisanzio all'Occidente che pure non si era mosso per salvarla.
Fallì nel primo obiettivo, ma quanta arte, quanta filosofia, quanti tesori gli dobbiamo, grazie alla sua opera.
Bessarione diceva:
Non c'è tesoro più prezioso, non c'è tesoro più utile e bello di un libro. I libri sono pieni delle voci dei sapienti, vivono, dialogano, conversano con noi, ci informano, ci educano, ci consolano, ci dimostrano che le cose del passato più remoto sono in realtà presenti, ce le mettono sotto gli occhi. Senza i libri saremmo tutti dei bruti
Quanto gli dobbiamo, quanto lo abbiamo dimenticato.