La devozione a questa Madonna ha antiche radici. Successe, più di quattro secoli or sono, da allora la statua della Madonna abita una chiesona incastonata in un elaborato complesso fatto erigere dall'ordine religioso dei domenicani che decisero di affidare la ripresa spirituale della Chiesa alla Madonna.
Fu per questa ragione che i padri domenicani del convento di San Giuseppe di Fontanellato ordinarono ad un anonimo artista di Parma di scolpire nel legno la statua della Madonna del Rosario. A lavoro compiuto, la statua della Madonna, venne portata con solenne processione al santuario.
Sarà per precauzione, sarà come sarà, ma il popolino del tempo, visti i tempi grami, s'affidò da subito alla Madonna di Fontanellato.
Da qualche anno, dalle pareti del Santuario sono stati tolti gran parte degli ex voto. Ma a Fontanellato si continua ad andare a piedi per chiedere qualche grazia. o per ringraziare di qualche grazia ricevuta.
Un giorno di luglio del 2010, sono andato a piedi a Fontanellato, da Fidenza a Fontanellato. Eravamo in quattro, tre donne e un santo, per giunta agnostico. Partenza a metà mattina -il sole già piacchiava- arrivo poco dopo mezzogiorno. Il Santuario stava chiudendo. Entrati, per concessione di un fratone gentile ma ultimativo -"cinque minuti, mi raccomando"- già nella penombra del santuario l'aria fresca parlava di miracolo.
Accesi, dopo un breve raccoglimento a capo chino, i ceri d'ordinanza, gia tintinnavano le chiavi del fratone.
Fuori caldo, afa e stanchezza; stremati, l'erba di una piazzetta dietro la Rocca ci accolse. Al centro della verde piazzetta, un leone di terracotta zampillava freschezza circondato dal prato all'ombra delle querce; come dire, al posto giusto nel momento giusto. Ritemprati, restava la Rocca.
La Rocca, rimane uno dei più interessanti esempi di architettura militare e residenziale di tutto il territorio. Eretta all'inizio del '400, è circondata da un ampio fossato, tant'è che la Rocca sembra galleggiare sull'acqua. Per entrare si paga il biglietto, a orari prestabiliti una guida t'accompagna. Prima di parlare del gioiello più prezioso della Rocca di Fontanellato non possiamo non ricordare la meravigliosa "camera ottica", da dove, con un ingegnoso sistema di luci e di specchi ancora funzionante, il feudatario poteva controllare, senza essere visto, tutto l'esterno del castello. Eccolo il gioiello, vera chicca di questa Rocca. Una saletta, o un bagno, o non si sa che, eccola la "saletta di Diana e Atteone".
Affrescata nel 1524 da un giovanissimo Francesco Mazzola detto il Parmigianino, ricorda la "Dannazione di Atteone", storia di un povero guardone sbranato dai cani per aver spiato Diana nuda al bagno.
Insomma, una favola poetica e sensuale che ha luogo sotto un improbabile pergolato di canne e verzure, da dove sbucano putti e amorini del tutto indifferenti al dramma che si sviluppa li a fianco nel soffitto, che in realtà -ma è altra storia- nascolde ben altro privatissimo dramma.
Sono quasi le tre del pomeriggio, indifferenti, invece, non si può restare ai tortelli , preparati in tutte le maniere, anche con la farina di castagne, del "Bar trattoria del Teatro" in via san Vitale. Scegliamo i tortelli, di zucca e "anatra muta passata al forno". La prendiamo lunga, arrivano le cinque del pomeriggio, siamo sulla strada per Parma, e noi dobbiamo tornare sulla strada che, a piedi, riporta a Fidenza.
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