Black Friars di Virginia de Winter [L’Ordine della Croce, #4]

Creato il 20 ottobre 2013 da Nasreen @SognandoLeggend

Black Friars
di Virginia de Winter

Virginia de Winter

Nella mia vita ho contribuito a commettere vilipendio su cadaveri di lingue già abbondantemente defunte come il greco e il latino; non contenta, anni dopo mi sono messa in testa di studiare russo con scarsi risultati in termini di conversazione e coprendomi, invece, di gloria quando si è trattato di scovare cantanti pop e soap opera dove recitavano ex glorie del pattinaggio. Amo la tranquillità, le città poco caotiche, le passeggiate vicino alla spiaggia, e il mare più di ogni altra cosa; detesto il traffico, la confusione e il rumore delle macchine. Siccome nella vita è importante la coerenza, ovviamente abito a Roma. Per questo motivo durante buona parte dell’anno non vedo spiagge né surfisti né bagnini a meno che io non sia molto, ma molto ubriaca, però Roma appaga completamente il mio senso estetico e in primavera ha un profumo meraviglioso. Mi piace andare a ballare e in giro per il centro le notti d’estate; i mercati, le sale da tè, le mostre d’arte (cioè alla fine sempre la stessa mostra: Caravaggio quando ci vede entrare ormai saluta per primo…), andare all’Opera e alle Terme di Caracalla, a mangiare africano e giapponese e a fare vasche tra gli scaffali delle librerie e dei negozi di accessori luccicanti e pieni di strass. Sempre se riesco a schiodarmi da casa, visto che sono terribilmente pigra: mi piace dormire e starmene su un divano con un libro abbastanza a lungo da confondermi col mobilio. Quando posso comincio le giornate in modalità vampiro: dormo di giorno ed esco a caccia di cibo al calare delle tenebre, solitamente diretta verso il primo arabo o il primo giapponese che scorgo nel buio. Per sfamarmi con sushi o kebab, non sangue umano. Abito insieme a una deliziosa sorellina da guardia di piccola taglia che fa molto rumore quando deve difendere il territorio dai miei cappotti sparsi in ogni dove e indurmi a raccogliere le mie pezze ammucchiandole nella mia camera. Anche i miei genitori, fanaticamente impegnati nella crociata dell’ordine, tentano rapide incursioni per sistemare casa e riempire il frigorifero nel quale io tento vanamente di fare il deserto per non avere troppe tentazioni. Vorrei un animaletto ma non riuscirei mai a badargli, quindi devo accontentarmi della sopracitata sorellina domestica anche se, in alternativa, potrei provare un pesce rosso da combattimento che almeno non ascolterebbe Bruce Springsteen a tutto volume. Abbiamo anche dodici piante da terrazzo che sopravvivono nonostante la sottoscritta a volte si metta in testa di fare qualcosa per coltivarle. La violetta africana, invece, non è scampata all’ultima volta che ho cercato di innaffiarla, quindi pace all’anima sua.

Questo è quello che la stessa Savannah dice di se stessa nel suo sito, che vi invito caldamente a visitare.

Sitoweb: http://www.virginiadewinter.net/home/
Intervista all’autrice su Sognando Leggendo (ad opera di Queenseptienna): Qua

Black Friars;

1. Black Friars, L’ordine della spada (isbn: 9788876250798)
2. Black Friars, L’ordine della chiave (isbn:9788876251306)
3. Black Friars, L’ordine della penna (isbn:9788876251610)
4. Black Friars. L’ordine della croce (isbn:9788876251672)

 Clicca sui link dei titoli per arrivare alle recensioni.

Titolo: L’Ordine della Croce
Autore: Virginia de Winter
Serie: Black Friars, vol.4
Edito da: Fazi Editore (Collana: Lain)
Prezzo: 18,o0 € 
Genere:  Young Fantasy, Vampiri, Storico Medievale
Pagine: 517 p.
Voto: 

   

Trama: Eloise Weiss è alle prese con il misterioso ritrovamento dello scheletro di un giovane ragazzo la cui identità è ignota e questa volta non potrà ricorrere ai suoi poteri di evocatrice, ma solo alle sue conoscenze mediche. Dalle indagini emerge, a poco a poco, un’oscura e inquietante verità: le ossa rinvenute sono solo il coperchio di un vaso di Pandora che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale; segreti di personaggi potenti disposti a tutto pur di mantenerli tali. In Aldenor, intanto, il re Fabian Vambenberg è gravemente ferito e il suo erede Axel, fidanzato di Eloise, è costretto a tornare, lasciandola sola in quella che si preannuncia come la missione più rischiosa della sua vita. Un mistero irrisolto, una città dai mille segreti, l’ultimo viaggio nel mondo di Black Friars

Recensione
di Kristina

In questo periodo mi sento davvero molto sfortunata e triste.
Vi chiederete il perché di questa piccola depressione. Beh, è tutta colpa dei libri. Per una strana serie di sfortunate coincidenze, in questi giorni ho concluso tre delle mie serie preferite. È stato troppo da sopportare tutto in una volta, soprattutto se ripenso ai personaggi a cui ho letteralmente voluto bene e alle storie che mi hanno fatto emozionare e commuovere, e che ora, con tanto dispiacere, non potrò più incontrare e vivere nuovamente.

La serie che, non senza difficoltà, è diventata la mia preferita, e che mi mancherà di più, è Black Friars, della misteriosa scrittrice italiana Virginia de Winter. Non avrei mai detto che una storia di questo genere, con uno stile altrettanto particolare, mi sarebbe piaciuta. Al punto che, vi confesso, nel lontano 2010 ho comprato il primo libro, ovvero L’Ordine della Spada, solo per non uscire a mani vuote dalla libreria, e non perché la trama mi avesse particolarmente affascinata. Ho, inoltre, provato a leggere in pullman tre/quattro pagine, ma non ho sentito quella particolare scintilla che mi potesse emozionare. Così, appena tornata a casa, ho abbandonato il libro sugli scaffali senza degnarlo di una seconda occhiata. Pochi mesi dopo mi sono finalmente convinta a dargli una seconda possibilità e mi sono letteralmente innamorata della storia e di tutti i suoi personaggi. Nonostante fossi intimorita dallo spessore del libro, sono riuscita a finirlo in un solo giorno. Da quel momento ho aspettato con ansia la pubblicazione dei libri successivi e non sono rimasta delusa.

L’Ordine della Croce è il quarto libro di questa originale serie gothic fantasy. Un libro che mi ha colta davvero impreparata perché fino all’ultima pagina non ho mai immaginato di avere tra le mani l’ultimo volume di questa serie.

Avrei, forse, preferito una copertina diversa; nonostante ciò, questo quarto libro è risultato, già dalle prime pagine, il mio preferito. L’Ordine della Croce ha tutto quello che potrei desiderare in un romanzo: ad esempio, la storia è sempre più emozionante, intrigante e allo stesso tempo angosciante. Ci sono poi così tanti colpi di scena e così tanta azione che è impossibile non sentirsi coinvolti dalla trama e, fidatevi, non sentirete il bisogno di saltare le pagine per la noia.

Solitamente non apprezzo molto le trame con un numero quasi infinito di personaggi, perché non fanno altro che confondere e complicare la storia. Questa scrittrice, invece, è riuscita a farmi cambiare idea. Tutti gli eroi di questa serie, dai buoni ai cattivi, sono riusciti a conquistarmi ed affascinarmi. Sono personaggi ironici, divertenti e coraggiosi che colpiscono soprattutto per la loro umanità.

Eloise lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi e lo osservò riempire il bicchiere e vuotarlo in due sorsi. «Sei deciso a farti del male, questa sera», commentò. «Chi si prenderà cura di te quando ti sveglierai con un terribile mal di testa?». 
Lui si voltò e sollevò il bicchiere, fissandola con occhi ardenti mentre un lento sorriso gli incurvava le labbra. «Nessuno, signora. Rimarrò sveglio a bere alla vostra bellezza e poi espierò con il malessere ogni momento in cui le circostanze mi hanno costretto a starvi lontano».
«Axel».
«Ti faccio accompagnare in collegio. Il Comandante Vissarion ti scorterà di persona».
«E se io volessi rimanere con te?».

L’Ordine della Croce, diversamente dai libri precedenti, ha una storia più matura, più equilibrata e molto più sexy. Mi vengono subito in mente le scene d’amore che vedono protagonisti Eloise e Axel, ed è quasi impossibile dimenticarsi del capitolo 40, adatto a conquistare gli amanti delle storie m/m; scene mai volgari ma narrate con quella raffinatezza ormai tipica di questa scrittrice. Per la prima volta, però, non sono tanto le storie d’amore, da quelle ormai affermate a quelle secondarie, ad avermi appassionata, quanto piuttosto le scene angoscianti che vedono i nostri eroi impegnati nel combattere contro le creature del Presidio, le quali non vogliono riconoscere l’ultima erede dei Blackmore e che ormai bramano la libertà. Molti segreti, inoltre, sono finalmente svelati: i piani di un oscuro nemico danno inizio ad una seconda Rivolta, nascono nuove alleanze e nuove cospirazioni… la fine è ormai vicina e, forse, solo l’intervento di un’antica Dea potrebbe riportare la pace tra le mura della Vecchia Capitale.

Lui non sorrise, aveva la stessa espressione immota e lo sguardo come fango ghiacciato di quando la prima volta aveva semplicemente mirato alla sua testa con una pistola e le aveva sparato, prima di fare la stessa cosa con Axel.
È la mia fine, si disse Eloise.
Non avrebbe mai più rivisto coloro che amava e l’unica cosa che le restava era alzare il viso, combattere e morire con dignità, in modo che nessuno potesse dire un domani che Eloise Weiss Vandemberg aveva implorato per la propria vita.
«Liquidiamo questa faccenda in fretta», disse Vargas e la sua voce  incolore le ghiacciò le mani. «Non voglio alcuna soddisfazione, non mi interessa torturarvi. Siete l’unico Evocatore rimasto nel Continente oltre al mio padrone. L’unica a poter trasmettere il potere. Per questo motivo morirete, adesso, e il vostro potere morirà con voi».


Gli altri titoli della serie

Titolo: BLACK FRIARS: L’ordine della spada
Autore: Virginia De Winter
Serie: Serie Black Friars, vol.1
Edito da: Fazi Editore (Collana: Lain)
Prezzo: 19.50€
Genere: Young Fantasy, Vampiri, Storico Medievale
Pagine: circa 684 p.
Voto: 
   

Trama: Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane? 

La Vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni  cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza  è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita.

Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina. 

- Le ha quasi staccato una mano e lei si mostra indifferente – commentò una voce profonda alle sue spalle.
– Ma non mi sarei aspettato nulla di meno da Eloise Weiss: per ottenerla, quella mano, bisogna strappargliela.

Leggi i primi 2 capitoli online

Recensione
di Nasreen

Black Friars è il libro di esordio di Virginia de Winter, meglio conosciuta nel web come Savannah: una delle scrittrici di Dramione (coppia Draco Malfoy/Hermione Granger) di EFP, l’archivio di fanfictions  più grande e conosciuto d’Italia.

Virginia de Winter sa scrivere in modo assolutamente divino. La sua capacità di giocare con l’astratto e l’eleganza della sua prosa fanno di questa scrittrice una delle future punte di diamante del fantasy italiano. Su questo non ci sono dubbi e, dobbiamo ammetterlo, la Fazi Editore ha fatto proprio un gran bel colpo scoprendola e portandola nelle case italiane.

Black Friars è un bel malloppo di circa 700 pagine farcito di descrizioni deliziosamente evocative, d’amore, di odio, passione, ira, tradimenti, amicizia… e il tutto è scritto con una tale maestria che non esiste il minimo dubbio che, con il tempo, l’autrice non potrà fare altro che migliorare e incantarci con le sue parole.

Nonostante ciò, a mio avviso, alcune pecche sono presenti, e non facciamo alcun bene nascondendole all’autrice dietro a recensioni assolutamente entusiastiche. L’entusiasmo è un bene ma, per quanto possibile, la sincerità agli esordi di una carriera narrativa è ancor più importante. Per lo meno, per chi desidera veramente veder crescere e sfondare questa giovanissima donna che ha tutte le carte in tavola per farlo.

La cosa più importante che si nota inizialmente e che, tutto sommato, penalizza decisamente il romanzo è la confusione che regna nella gestione del background. Mi spiego meglio.

Virginia de Winter, dando prova di una straordinaria fantasia e cura dei particolari, nonché studio approfondito, ha creato un background assolutamente nuovo, originale e affascinante.

Il problema è che tutto questo viene fornito al lettore come un dato di fatto, come se il lettore dovesse già conoscere le casate, l’organizzazione dei regnanti, i nove regni, le caste e tutto ciò che regola la vita sociale dei personaggi. Purtroppo così non è.

Il rischio che si corre di conseguenza è che il lettore abbandoni la lettura giudicandola “erroneamente” confusa o mal scritta; oppure che, viceversa, tiri avanti ignorando bellamente il background e interessandosi solamente alla storia d’amore fra i personaggi. Visto che questo non è un Harmony, trovo che lo svilimento di quest’opera a mera storiella d’amore fra Eloise e Axel sia un insulto. Visto, soprattutto, l’evidente studio e cura dei particolari che possiamo riscontrare leggendolo!

Personalmente, credo che l’autrice sia affetta dalla “Sindrome della Fanwriter” (classificazione da me personalmente creata). Non è una colpa né un difetto, semplicemente la naturale conseguenza dell’essere nata come scrittrice di fanfictions dove, ovviamente, chi si accinge a leggere una storia già conosce lo scenario su cui si muovono i personaggi. E non è neanche l’unica a esserne affetta, a dirla tutta, semplicemente in lei è maggiormente percepita, giustappunto data la complessità degli scenari sociali da lei ideati. Non dubito minimamente che in futuro questa pecca verrà naturalmente cancellata con la crescita stilistica, ma celargliela non credo che sia onesto.

Va precisato, nonostante tutto, che Virginia de Winter non fa assolutamente uso smodato di infodump, elemento su cui cascano autori dello spessore di Karen Chance con i suoi interminabili monologhi interiori della protagonista che, ovviamente, esistono principalmente con lo scopo di spiegare al lettore il background ideato dall’autrice, portando il lettore inevitabilmente verso la noia.

Un altro elemento un po’ disturbante, per il genere in questione, è la supremazia assoluta della storia d’amore fra Axel e Eloise rispetto alla trama che, in sé e per sé, fatica molto a decollare risultando lenta e a tratti completamente ferma. Se si fosse trattato di un Harmony o di un Paranormal Romance avrei glissato senza problemi ma “Black Friars” è un Fantasy Puro, oserei dire. E comunque una storia d’amore che si protrae per circa 700 pagine, tra un battibecco e l’altro fra i due NON innamorati (che, in realtà, innamorati sono sempre stati) diventerebbe frustrante per chiunque, almeno credo.

Molti hanno asserito che Axel e Eloise ricordano molto i Draco e Hermione delle sue fanfiction. Io questa somiglianza non l’ho veramente percepita. Eloise appare forte, ma in realtà è una debole, soprattutto nei confronti di Axel. Si lascia gestire e manovrare limitandosi a rinchiudersi in se stessa senza realmente difendersi dalla possessività ossessiva dell’altro. Subisce continuamente, salvo sfruttare l’unica arma che sa lo ferirà, l’indifferenza. A un certo punto si abbassa perfino a sfruttare Ashton, con lo scopo di farlo ingelosire. Eloise è ben lontana dal carattere risoluto, saccente e sicuro di Hermione.

Stessa distanza l’ho trovata fra Axel e Draco. Axel è fondamentalmente un ragazzino che gioca a fare l’adulto. La sua è più un’ossessione che amore vero e proprio. Lui dirige la vita di Eloise come più gli aggrada, è sua e non si fa scrupolo a trattarla come un oggetto, o a umiliarla se gli è necessario. I suoi comportamenti sono talmente estremi da renderlo persino illogico in più occasioni! Non esita a smunuirla pubblicamente, salvo poi fare il dolce innamorato praticamente inerme quando sono soli. Il rispetto verso l’amata non è nel suo DNA, semplicemente lui è il Princeps e si aspetta di poter fare tutto ciò che vuole. In passato deve aver ferito in modo assoluto Eloise spingendola ad allontanarsi irrimediabilmente  da lui, ma non è un problema… Lui si aspetta che lei torni da lui, nel profondo del suo ego ne è certo e non smette di gestire la vita della ragazza in modo più o meno palese, celandole segreti vitali e non giudicandola “abbastanza”. Si prende l’onere di proteggerla ma, in realtà, la gestisce svilendola come essere umano e donna. Mi chiedo realmente cosa ci trovi in lui Eloise, a parte ovviamente un fisico da far risvegliare gli ormoni ad un morto. Draco, ovviamente, è sferzante e gelido e neanche con tutta la buona volontà di questo mondo potrei mai immaginarlo come “zerbino” anche nei momenti d’intimità, come invece si tramuta Axel.

Ashton, il vampiro dagli occhi viola (sì, lo abbiamo capito), è uno dei personaggi che ho apprezzato maggiormente. Il suo essere “vampiro” è assolutamente fuori da ogni voce narrativa di questo periodo. È originale e unico con quel suo comportamento un po’ paterno che ha nei confronti di Eloise. Finalmente non ci troviamo di fronte al classico triangolo! Virginia, per questo avrai il mio amore incondizionato per il resto della tua vita!

Non abbiamo di fronte a noi il classico vampiro redento, o disperato per la sua stessa condizione di immortale che gli impedisce di amare la sua bella con l’umanità necessaria. Ashton è un vampiro di quattrocento anni e, sia ringraziato Dio, come tale si comporta. Niente sciocchi giochetti erotici con Eloise, se non qualche battuta sferzante (mai troppo esplicita) ma abbastanza chiara da insinuare il dubbio. Niente discorsi da adolescente in erba o da super macho immortale. È un essere con 400 anni sulle spalle, consapevole della sua forza, che non deve dimostrare niente a nessuno, affascinato dai mortali e, ovviamente, troppo adulto per non guardare con una certa dolce indulgenza una ragazza “attira guai” di soli 22 anni come Eloise. La rispetta e, nonostante fosse più che giustificato a trattarla, volendo, come un oggetto, la lascia libera di sperimentare e sbagliare. Salvo poi fare tutto ciò che è in suo potere per aiutarla a riprendersi. Inoltre, non cela mai, neppure per un momento, il suo obiettivo: Eloise gli serve e avrebbe fatto di tutto per ottenere la sua collaborazione.

Per quanto riguarda la cura dei personaggi secondari, questi sono assolutamente ben caratterizzati e curati. Tutti, nessuno escluso, hanno il loro spazio nel romanzo: a partire dall’assurdo ipocondriaco Bryce Vandemberg, al diplomatico Jordan, allo sbarazzino Julian Lord. E che dire della fredda e “lontana” presenza di Adrian? E dell’inquietante freschezza di Cain? Straordinari, assolutamente.

Nelle ultime 150 pagine, finalmente, l’autrice sembra aver ingranato il giusto equilibrio fra azione, amore e descrizioni. Non vediamo più le adrenaliniche scene d’azione interrotte da qualche descrizione né, tantomeno, l’amore fra i protagonisti paralizza l’evolversi della trama. Sono, a mio avviso, le pagine più godibili dell’intero romanzo visto che, oltretutto, l’autrice finalmente sembra darci qualche informazione importante che chiarisce e delinea i molti punti oscuri che ancora ci portavamo dietro.

Il passato di Axel e Eloise è ancora avvolto nel mistero ma, nonostante ciò, qualcosa trapela da queste pagine e riusciamo a farci un’idea di cosa possa essere accaduto (e mi chiedo, se le mie supposizioni sono esatte, per quale motivo la testa di Axel non stia rotolando nel fango per mano di Eloise…). Mistero che sbroglierà l’autrice stessa con il secondo romanzo che, in realtà, pare si tratti di un prequel che verterà esclusivamente su loro due. E che, spero, mi spiegherà finalmente quell’assurda sensazione che ho nei confronti di Axel: c’è qualcosa che la scrittrice volutamente non ci ha detto. Ne sono quasi certa e ciò rende questo personaggio abbastanza ambiguo da non meritare la mia fiducia.

Il fantomatico ultimo erede dei Balckmore viene finalmente trovato e la trama volge al termine con una sorta di nota aperta, che lascia la libertà al lettore stesso di decidere se continuare, quando arriverà il momento, con la lettura di questa saga o se finire qua e avere ugualmente un godibilissimo romanzo autoconclusivo fra le mani.

I miei più sinceri complimenti all’autrice per questa splendida prova.

Titolo: BLACK FRIARS: L’ordine della chiave
Autore: Virginia De Winter
Serie: Serie Black Friars, vol.2
Edito da: Fazi Editore (Collana: Lain)
Prezzo: 18.00€
Genere: Young Fantasy, Vampiri, Storico Medievale
Pagine: circa 450 p.
Voto: 
   

Trama: Trama: Axel Vanderberg, giovane erede al trono di Aldenor, non è altro che una matricola il cui sogno è diventare un giorno Duca dell’Ordine della Chiave, conquistando prestigio e rispetto. Adesso la carica è ricoperta da Rafael Valance, sul quale all’improvviso ricadono i sospetti per l’omicidio della fidanzata Emelyn. Ma quel delitto sarà solo il primo di una lunga serie. Per le strade della capitale, qualcuno sta uccidendo bellissime vampire ricomponendo i loro corpi in modo da richiamare le fiabe classiche. Quando Axel salva Alise, vampira che ricorda nelle fattezze il suo grande amore, non sa che il suo gesto lo condurrà nella rete di Belladore, una creatura della notte la cui bellezza è eguagliata solo dalla sua crudeltà.

“E’ vero che frequenti Belladore?”
“No!”
La guardò e, accorgendosi che anche gli altri lo stavano osservando in silenzio, si sentì ferito.
“Non mi piacciono queste sciocchezze”, esclamò furioso.
A quell’uscita fece eco dal palco contiguo un coro di brontolii che intimavano loro di abbassare la voce.
“Ma che faccia tosta”, sbottò Ross Granville guadagnandosi un’occhiata indignata da Axel.
“Non parlavo di te”, si affrettò a spiegare l’amico. “Mi riferivo alle mie cugine: stanno facendo un chiasso d’inferno e hanno anche il coraggio di zittire te. Insomma, Emily parla a voce talmente alta che tra poco le risponderanno dal palcoscenico.”

Recensione
di Fanny84

“L’ordine della chiave”, attesissimo prequel de “L’ordine della spada”, dimostra come una scrittrice possa migliorarsi sempre e comunque. “L’ordine della spada”, opera prima di Virginia de Winter, è sicuramente un romanzo notevole e la bravura dell’autrice è innegabile: non per niente è stato il caso editoriale dell’estate scorsa. Eppure qualche critica al primo romanzo è stata mossa: troppe descrizioni che distoglievano l’attenzione dalla trama principale, uno stile “troppo ricercato”, una storia che pareva non decollare mai fino alle ultime 150 pagine ed, infine, rimanevano molti interrogativi che dopo 700 pagine il lettore sperava di veder risolti.

A distanza di un solo anno, l’autrice italiana ha dimostrato che le critiche, quelle costruttive, servono senz’altro dato che questo secondo capitolo della saga è praticamente privo di difetti: il romanzo termina duecento pagine prima rispetto a quello precedente, acquisendo una maggiore fluidità, che rende ancora più agevole e godibile la lettura; la trama è avvincente e i personaggi sono talmente ben caratterizzati da sembrare veri. Tutto questo in un background, come al solito, curatissimo e dettagliato, con descrizioni e ambientazioni che non appesantiscono ma fanno da sfondo a un romanzo che racchiude in sé fantasy e romance storico intriso di atmosfere gotiche e misteriose.

Ma veniamo alla trama: finalmente tutti i quesiti che ci eravamo posti nel primo romanzo troveranno risposta in uno scenario di delitti misteriosi e inquietanti. Virginia de Winter torna indietro di cinque anni rispetto agli avvenimenti narrati ne “L’ordine della Spada” per rivelare l’origine del contrastato amore tra Axel Vandemberg  e Eloise Weiss.

Questo prequel ruota attorno al giovane erede al trono di Aldenor, che ritroviamo giovane matricola nella Vecchia capitale, il cui sogno è diventare un giorno Duca dell’Ordine della Chiave, conquistando prestigio e rispetto. La carica è attualmente ricoperta da Rafael Valance, sul quale all’improvviso ricadono i sospetti per l’omicidio della fidanzata Emelyn. Sarà il primo assassinio di una lunga serie; un omicida inafferrabile uccide giovani umane e bellissime vampire seguendo un macabro rituale: quello di ricomporre i corpi delle vittime ispirandosi a celebri fiabe. Raperonzolo strangolata dalle sue lunghe trecce, la Bella Addormentata dilaniata dal morso del principe, Biancaneve avvelenata dalla mela… Storie dell’orrore prima di andare a dormire, storie che si raccontano ai bambini, storie malvagie con un fondo di verità che l’autrice sfrutta abilmente per creare scenari delittuosi suggestivi e che lasciano col fiato sospeso il lettore, pagina dopo pagina.

La vita del giovane principe non verrà sconvolta solo da questi delitti ma soprattutto dall’incontro con Belladore de Lanchale, una cortigiana dal fascino oscuro che ben presto imprigiona il ragazzo in una trama fitta di bugie e ricatti, una trama che riuscirà a essere districata dopo molti colpi di scena e con l’indispensabile aiuto dei compagni d’avventura di Axel. E sono proprio i compagni di avventura di Axel che rimangono nel cuore: in particolare l’ipocondriaco Bryce, con la sua maniacale cura dei particolari per apparire sempre impeccabile e Stephen, giovane scatenato e dall’intelligenza vivace e curiosa, la vera rivelazione di questo volume.

In conclusione, la punta di diamante di questo libro è la maestria con cui la De Winter ha saputo riprendere le file della narrazione, limando alcune piccole imperfezioni e impreziosendola con un tocco di humor e freschezza che rendono questo romanzo un capolavoro. Questo prequel è una riconferma di una bravissima autrice che non solo sa scrivere bene, ma soprattutto sa far sognare. Una saga assolutamente consigliata, da leggere nell’ordine di pubblicazione per assaporare al meglio i due volumi nella trepidante attesa che esca il volume conclusivo della trilogia.

Note extra: http://sognandoleggendo.net/blog/?p=1809

Titolo: BLACK FRIARS: L’ordine della penna
Autore: Virginia De Winter
Serie: Serie Black Friars, vol.3
Edito da: Fazi Editore (Collana: Lain)
Prezzo: 17.50€
Genere: Young Fantasy, Vampiri, Storico Medievale
Pagine: circa 485 p.
Voto: 
   

Trama: Altieres, una delle antiche dinastie regnanti del Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi discendenti, e a portare il nome della casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia, unica erede ancora in vita, creduta morta da anni, è stata ritrovata e le già fragili dinamiche del regno sono vicine a spezzarsi una volta per tutte. Gli oscuri segreti di Altieres stanno tornando a celare ombre sulla Vecchia Capitale, fulcro del potere politico e religioso, e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Intanto Sophia sta imparando a conoscere la sua nuova vita. Essere una Blackmore infatti non significa solo indossare meravigliosi vestiti ed essere un giorno incoronata regina, come innocentemente credeva, ma evitare matrimoni politici e sfuggire a continui attentati alla sua vita, anche da parte degli stessi parenti. Eloise Weiss deve affrontare invece forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non riposano più in pace nella Vecchia Capitale, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e sono ora sfuggite al loro controllo. Eloise, grazie al suo potere di dominare le forze oscure, sarà forse la chiave per riportare l’ordine là dove ormai esiste solo il caos.

Recensione
di Annad78

Mi sono avvicinata a questa serie a modo mio, nel senso che ho acquistato i primi due libri insieme, ma non li ho letti subito, avendoli fatti soggiornare sul ripiano della mia libreria per un po’ di tempo, e in effetti pareva che non fosse mai il loro momento.

Poi, un giorno, avevo finito un romanzo e sono andata per incominciare una nuova lettura… ed eccolo, quello era il loro momento!

Finito in fretta il primo libro, ho divorato ancor più in fretta il secondo, e ho poi aspettato con ansia il terzo. Ed ora eccolo qui. Questo, a differenza dei precedenti, lascia un ruolo marginale – ma pur sempre da protagonisti – a Eloise e Axel, gli eterni innamorati che mi hanno fatto impazzire nei libri antecedenti.

“L’ordine della penna”, infatti, approfondisce il personaggio della giovane Sophia Blackmore, ultima discendente di sangue della dinastia dei Blackmore, figlia dei defunti Clarisse Granville e Brian Blackmore, creduta morta ma allevata nell’orfanotrofio dei Frati. La giovane scopre che essere una principessa e futura regina non sempre può essere divertente. Si trova a dover fare i conti  con il “bullismo” delle compagne di collegio di Altieres, le quali tessono sortilegi contro di lei, e con gli scontri col compagno Gabriel Stuart, che ha il potere di infonderle un grandissimo dolore  solo con il tocco di un dito.

“Ha detto che è stato come ingoiare olio bollente.Tutto è finito  nel momento in cui il contatto si è interrotto. Dovrò fare delle ricerche, non ho idea di cosa significhi.”

“Ti risparmio il disturbo, Eloise” rispose Ashton. “Significa che l’Ordine della Croce ha designato il suo primo cavaliere”.

Sophia infatti non è solo umana, è in parte demone con qualche goccia di divinità, ha il potere di curare o uccidere con la sua voce. In quanto demone non può subire o fare sortilegi verso altri, ma questo non lo sa, e quando cerca di vendicarsi dei modi di Gabriel facendogli un sortilegio di legamento (cioè che il ragazzo non possa pensare altro che a lei), pensa che questo sia andato a buon fine. Purtroppo non fa i conti con il suo cuore e si ritrova incastrata nella sua stessa rete.

Uno dei miei personaggi preferiti di questo libro (e di tutta la serie) è Bryce Vandemberg: lo adoro! Impazzisco per il suo modo folle di essere ipocondriaco, per il suo rapporto a tre con il sarto ed il responsabile delle sue esequie. Mi piace nel ruolo di tutore di Sophia (incarico non semplice visto la vivacità della giovane), ma sopratutto spero che nel seguito della serie trovi una ragazza che lo faccia capitolare. Sarebbe interessante vedere Bryce innamorato!

E poi c’è sempre lui: Ashton Blackmore, redivivo dagli occhi viola, che tesse con Eloise un rapporto che solo loro capiscono e conoscono veramente. Il suo lato protettivo verso la “ragazzina umana”, come a lui piace definirla, è motivo di gelosia da parte di Axel. Eloise cerca spesso conforto nella sua compagnia, dato che lui le ha salvato la vita in più occasioni che hanno rinforzato il filo invisibile che li unisce. Eloise, in quanto Evocatores (cioè che la capacità di comandare le creature del Presidio, Ashton compreso), ha un grosso potere su di lui, ma mai lo ha usato.

Particolareggiate sono le descrizioni degli ambienti: con poca immaginazione riesci a trovarti dentro al romanzo. Per non parlare della suspence che crea. Per tutto il libro mi sono chiesta: ma Belladore è tornata? Questa è anche una delle afflizioni di Axel, che teme un suo ritorno. Ma sarebbe poi tanto male? Spiegherebbe molte cose non dette e false verità.

Un libro che non lascia in sospeso nessuno dei personaggi, dagli impenitenti amici di Axel, sempre impegnati  a correre dietro a belle studentesse, o in qualche scorribanda della Confraternita delle Cinque Lune; ad Adrian e Cain Blackmore, occupati ad aiutare Sophia a diventare unaprincipessa di tutto rispetto.

Comunque questo terzo libro mi è piaciuto come e quanto i  precedenti e spero di non dover aspettare molto per leggere il seguito!


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