Ha un fratello che è un politico di peso e un amico, John Connolly che lavora nell'FBI e di cui diventa informatore avendo in cambio tutta la protezione possibile e immaginabile per continuare indisturbato con i suoi traffici e la sua lunga serie di omicidi spesso commessi in prima persona.
La vita di Jimmy Bulger, a proposito quanto adoro poi andarmi a documentare sulla vera esistenza dei personaggi protagonisti di questo come degli altri film , più che un romanzo , è un fiume in piena.
Da criminale di mezza tacca a gangster potentissimo un po' per meriti suoi, un po' per la sua abilità strategica ma anche per via delle protezioni che ha avuto e di come sia riuscito a svicolare tra una crisi e l'altra , sparendo e riapparendo nei momenti giusti e senza il timore di mostrare il suo lato più spietato.
Il film di Scott Cooper, regista che si appassiona a storie che dovrebbero essere epiche ma a cui continua a sfuggire il senso dell'epicità ( vedere per credere anche gli altri due suoi film da regista , Crazy Heart e ma soprattutto Out of the furnace), si muove praticamente in un campo minato senza alcuna protezione.
Un campo minato che prende le mosse da Il padrino, saga mafiosa inarrivata e inarrivabile ma in particolar modo dall'epopea gangster raccontata da Scorsese in Quei bravi ragazzi da cui formalmente si mantiene a distanza di sicurezza ma inevitabilmente finisce per essergli accostato per sostanza e tematiche affrontate.
Black Mass - L'ultimo gangster ( ma tu esimio titolista italiano , perché metti questa postilla senza senso, L'ultimo gangster, siamo sicuri che Bulger sia l'ultimo della sua razza?) ha una messa in scena perfetta, ricostruzioni ambientali da manuale, un cast di spessore ma fallisce nel nobilitare la materia narrativa facendola salire nell'empireo delle storie larger than life, cosa che era riuscita a Ridley Scott con American Gangster giusto per citare un esempio recente e un regista che può essere letto come l'esatto opposto di Scott Cooper per come riesce a ricreare il pathos e il respiro epico in storie che in mano ad altri non lo avrebbero ( leggasi Il gladiatore che nelle sue mani è diventato un mito generazionale mentre in mano a un professional qualsiasi stipendiato dagli studios si sarebbe trasformato in un romanzetto d'appendice).
Dicevamo del cast : stupisce Johnny Depp che pur seppellito sotto trucco e parrucco è perfettamente riconoscibile e dona al suo personaggio un'aria incredibilmente tetra e rabbiosa arrivando a un livello recitativo che ultimamente non gli era più consono, mentre Joel " Are you talking to me ?"Edgerton denireggia senza ritegno con tutte le sue mossette, tic e autopalpeggiamenti vari.
Altra tematica che magari andava approfondita e invece nel film viene solo sfiorata è il rapporto perverso che si viene a creare tra mafia e potere simboleggiato sia da Connolly ma soprattutto dal fratello politico di Bulger, figura sfuggente e ambigua a cui forse viene concesso uno spazio troppo esiguo.
Scott Cooper si dimostra ancora una volta uno dei calligrafi più richiesti da quel di Hollywood, perfetto nel dare una forma ineccepibile alla sua opera ma incapace di conferirgli un'anima.
Manca il respiro, manca il racconto di un'epoca , manca il racconto del mondo attorno a Bulger riducendo il film a una compilation di omicidi di mafia e di intrighi di corte.
PERCHE' SI : le due ore scorrono veloci, ottimo Depp, formalmente ineccepibile.
PERCHE' NO : manca l'epica e il racconto di un 'epoca, Edgerton denireggia senza ritegno, difetta di anima.
LA SEQUENZA : non renderò giustizia al film ma dico le immagini , vere, sui titoli di coda, quelle in cui si vedono i personaggi realmente esistiti.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Gli USA non avendo storia millenaria sono bravissimi a trovare questi personaggi incredibili.
Magari nelle mani di un altro la storia di Whitey Bulger avrebbe avuto altra luce.
Depp incarna un 'efficacissima figura maligna.
Edgerton esagera nel "colorare" la parte...
( VOTO : 6,5 / 10 )