Black sea

Creato il 15 aprile 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Thriller solido, ma le invettive stonano

Macdonald torna dietro la macchina da presa e realizza un thriller claustrofobico con protagonista Jude Law, un comandante  di sottomarini, che ha dedicato la sua vita al lavoro ed è alla disperata ricerca di un riscatto personale.

Il capitano Robinson, separato e licenziato dalla compagnia per cui lavorava da anni, accetta di partecipare a una missione di recupero potenzialmente suicida. Difatti sul fondale del Mar Nero giace un sottomarino nazista, che dovrebbe contenere un’ingente quantità d’oro.

L’impressione iniziale è quella di osservare un film adrenalinico, ben costruito e gonfio di colpi di scena, che mantiene sullo sfondo l’aberrante crisi finanziaria, che ha colpito anche il settore marittimo. Difatti Black Sea esibisce un manipolo di reietti della società (ex-militari, alcolizzati e psicopatici dall’indubbia professionalità marittima), che vogliono cogliere l’ultima opportunità della propria infame vita. Tuttavia tutte le premesse di tensione drammatica si sciolgono come neve al sole con il proseguo della pellicola. Dilettandosi con ammaraggi di fortuna, screzi razziali e congenita diffidenza, Macdonald realizza un prodotto chiuso tra quattro spesse lamiere di ferro, nelle quali i personaggi devono necessariamente confrontarsi con loro stessi e con i propri demoni. Ed è grazie all’angusto contesto che la pellicola comincia a tirar fuori temi e argomentazioni, tra i quali alcuni si dimostrano convincenti, mentre altri si trascinano in modo farraginoso. L’incapacità di giudizio di fronte a un’ingente somma di denaro e il delirio dettato dalla situazione sociale d’inferiorità sulla terra ferma sono le argomentazioni che vengono sviluppate in modo più corposo, ma finiscono per graffiare in modo superficiale lo strato di tensione palpabile, nel quale è immerso Black Sea.

Aiutato dalla situazione d’emergenza che si può creare durante un’operazione di recupero clandestina, Macdonald costruisce il thriller con mano ferma e convenzionale. Ciò che è decisamente meno lodevole della pellicola è lo squilibrio caratteriale tra i vari personaggi che la abitano. L’unico a cui viene dedicata sufficiente attenzione è il comandante Robinson (protagonista e interpretato da Jude Law), colui che ha sacrificato la sua famiglia per il lavoro e si è visto scaricare, dalla sua società per cui ha lavorato 11 anni, con un misero assegno. È naturale pensare che a chi viene affidata la riuscita della pellicola, e che si fa portatore di diverse invettive nei confronti del potente, venga destinata una delineazione maggiore; eppure i suoi compagni di viaggio rivelano delle particolarità che la sceneggiatura di Dennis Kelly ha preferito smorzare o modellare con l’accetta.

Coinvolgente (a tratti) e destinato a tragici sviluppi narrativi, Black Sea fa buon uso della opprimente claustrofobia, che attanaglia l’intera pellicola, ma non riesce a tenere alta la tensione per l’intera durata. Un prodotto che gira spesso a vuoto e che non sfrutta a dovere gli stilemi classici di genere.

Uscita al cinema: 16 aprile 2015

Voto: **1/2


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