Qualunque tipo di progetto realizzato con Blender, dalla più semplice delle illustrazioni alla più complessa delle animazioni, presenterà sempre tre elementi fondamentali: una videocamera, una fonte di luce e un qualche oggetto in scena. Proprio per fornirci sia un esempio, sia un possibile punto di partenza, tutti e tre questi elementi compaiono già al primo avvio di Blender e sono riproposti in ogni nuovo progetto; guardando nella finestra 3D, troveremo infatti una videocamera sulla sinistra, un cubo al centro e una lampada sulla destra. Perché questi tre elementi siano sempre fondamentali dovrebbe essere di per sé evidente: la videocamera è il punto da cui lo spettatore osserva la nostra scena, il cubo rappresenta ciò che è sulla scena (ossia ciò che vediamo), mentre la sorgente luminosa è ciò che ci permette di vedere la scena. Eliminando la videocamera, perderemmo il punto da cui osservare la scena; eliminando gli oggetti in scena, non avremmo più qualcosa da vedere; eliminando la sorgente luminosa, avremmo una scena completamente buia. Argomento di oggi sarà proprio questo ultimo elemento fondamentale, ossia la sorgente luminosa. In Blender esistono vari tipi di sorgenti luminose: più precisamente, nella versione attuale del programma ne esistono cinque tipi. Ognuno di questi tipi fornisce una illuminazione differente e svolge un ruolo diverso all’interno della scena: si va dalle luci ad area, che coprono l’intera superficie della scena, alle luci “a occhio di bue”, che illuminano un particolare punto della scena e lasciano il resto al buio. Molto spesso, una stessa scena richiederà più luci diverse, posizionate in punti diversi, per ottenere una corretta illuminazione dei soggetti, e solo in casi molto semplici sarà sufficiente una sola sorgente luminosa. A ogni modo, è fondamentale che ci sia almeno una luce, se vogliamo che la nostra scena sia visibile: quante e quali luci inserire, dove inserirle e come impostarle, poi, sono un altro paio di maniche e richiedono un lavoro non molto diverso da quello di un fotografo, che allestisce il set per i suoi scatti. Alla collocazione delle luci penseremo più avanti; per il momento, presenterò i vari tipi di lampade disponibili, col le rispettive caratteristiche fondamentali. Partiamo dalla lampada già presente sulla scena, all'avvio di Blender. Se la selezioniamo, cliccandola col tasto destro del mouse, vedremo una nuova icona nella finestra delle proprietà: è la icona relativa alle luci.
Qualunque tipo di progetto realizzato con Blender, dalla più semplice delle illustrazioni alla più complessa delle animazioni, presenterà sempre tre elementi fondamentali: una videocamera, una fonte di luce e un qualche oggetto in scena. Proprio per fornirci sia un esempio, sia un possibile punto di partenza, tutti e tre questi elementi compaiono già al primo avvio di Blender e sono riproposti in ogni nuovo progetto; guardando nella finestra 3D, troveremo infatti una videocamera sulla sinistra, un cubo al centro e una lampada sulla destra. Perché questi tre elementi siano sempre fondamentali dovrebbe essere di per sé evidente: la videocamera è il punto da cui lo spettatore osserva la nostra scena, il cubo rappresenta ciò che è sulla scena (ossia ciò che vediamo), mentre la sorgente luminosa è ciò che ci permette di vedere la scena. Eliminando la videocamera, perderemmo il punto da cui osservare la scena; eliminando gli oggetti in scena, non avremmo più qualcosa da vedere; eliminando la sorgente luminosa, avremmo una scena completamente buia. Argomento di oggi sarà proprio questo ultimo elemento fondamentale, ossia la sorgente luminosa. In Blender esistono vari tipi di sorgenti luminose: più precisamente, nella versione attuale del programma ne esistono cinque tipi. Ognuno di questi tipi fornisce una illuminazione differente e svolge un ruolo diverso all’interno della scena: si va dalle luci ad area, che coprono l’intera superficie della scena, alle luci “a occhio di bue”, che illuminano un particolare punto della scena e lasciano il resto al buio. Molto spesso, una stessa scena richiederà più luci diverse, posizionate in punti diversi, per ottenere una corretta illuminazione dei soggetti, e solo in casi molto semplici sarà sufficiente una sola sorgente luminosa. A ogni modo, è fondamentale che ci sia almeno una luce, se vogliamo che la nostra scena sia visibile: quante e quali luci inserire, dove inserirle e come impostarle, poi, sono un altro paio di maniche e richiedono un lavoro non molto diverso da quello di un fotografo, che allestisce il set per i suoi scatti. Alla collocazione delle luci penseremo più avanti; per il momento, presenterò i vari tipi di lampade disponibili, col le rispettive caratteristiche fondamentali. Partiamo dalla lampada già presente sulla scena, all'avvio di Blender. Se la selezioniamo, cliccandola col tasto destro del mouse, vedremo una nuova icona nella finestra delle proprietà: è la icona relativa alle luci.