Sofia Coppola torna sul grande schermo con una nuova storia sull'adolescenza oggi senza usare troppi fronzoli e strane metafore.
Guardare Bling Ring ti lascia piuttosto perplesso, esterrefatto. E i motivi sono tanti. Prima di tutto la storia: 5 adolescenti si ritrovano a placare il loro senso di appartenenza al mondo del glamour andando a “fare shopping” nelle case delle più chiacchierate star del momento. E qui ti chiedi: “Ma perché?In fondo siete ricchi e una Louis Vitton ve la potete far regalare a Natale senza troppi problemi”. In realtà, ti fanno anche simpatia: alla fine sono dei piccoli Robin Hood: rubano ai ricchi e danno a loro stessi, un po' più poveri dei primi. E in più non ti lasciano la casa devastata.
Il secondo motivo riguarda la naturalezza dello sviluppo della storia: questi cinque ragazzetti non sono assolutamente preoccupati del fatto che stanno commettendo dei veri e propri furti. Non è l'adrenalina che si agita nel loro sangue quando la paura o il senso di illegale è dietro l'angolo, ma ciò che li muove è semplicemente la loro impressione di essere parte integrante di un mondo illusorio. Per loro “fare shopping” a casa di Paris Hilton è di una banale normalità come andare a casa di un'amica e chiederle in prestito qualche vestito per il weekend alle porte.
Il quarto motivo (e direi che per motivi di spazio e di eventuale noia, mi fermerei qui) riguarda la messa in scena della Coppola. Bling Ring, di per sé non è un cattivo film: se da un lato si può apprezzare la maestria di raccontare una storia amorale e degenerata come questa senza giudicare ma lasciando che la macchina da presa osservi e non condanni i protagonisti, dall'altro lato ci si chiede il senso di fare un film in questo modo. Bling Ring non è un documentario che tenta di ispezionare i lati più nascosti del genere umano; non è un thriller dove occorre scoprire il colpevole o lottare con i “buoni” per scovarlo; non è un dramma perché l'aspetto psicologico è solo sfiorato in alcune scene…Di cosa si tratta, insomma? Un insieme di tutti questi generi, un ibrido?La risposta immediata è: mah…
L'unica cosa certa è che se siete dei veri fashonisti, i vostri occhi brilleranno davanti a “co tanta roba”.
UN GENERICO PRIMA E DOPO LA VISIONE
Dr. Katherine Stevens
Regia di Sofia Coppola – Cast: Israel Broussard, Katie Chang, Taissa Farmiga, Claire Alys Julien, Georgia Rock. Nazioni: USA, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone. Anno: 2013 Durata: 90'