Blog e autorevolezza: il legame vincente

Da Marcofre

Può sembrare fuori luogo parlare di blog e autorevolezza, ma credo sia un errore sottovalutare il potenziale che racchiude un simile strumenti.
Un blog è adatto a quasi tutte le attività commerciali, e se tu scrivi storie sei un’attività commerciale. Dickens, Dumas, Zola, trattavano la scrittura come un’attività commerciale. Sono defunti da un bel pezzo e si parla ancora di essi, le loro opere sono lette, tradotte, commentate. Quindi, avevano ragione loro. Fine.

Quanto è autorevole il tuo blog?

Ti sei mai fatto una domanda del genere? Te la sei mai fatta in maniera seria? Certo, scrivi, pubblichi, ma forse hai evitato con cura di affrontarla. Lascia che ti dica questo: se vuoi essere un editore di te stesso, per prima cosa devi dare un’occhiata a cosa fanno gli altri. Certo, parlo anche delle case editrici. Quale strategia usano?

Il fatto che siano già conosciute ha il suo peso ma se consideri solo questo aspetto, stai sbagliando parecchio. Ricordati che da tempo la Rete si muove seguendo una stella polare chiamata “conversazione”. Puoi ignorarla dolo se sei grande, grosso, e hai molti soldi da investire (o da buttare?). Quando sei davvero grande e grosso è difficile non notarti. Ma probabilmente non sei niente del genere. E trasformare il tuo blog in uno strumento di propaganda, di pubblicità dei tuoi prodotti (dei tuoi libri), non ti condurrà da nessuna parte.
“Conversazione” è la chiave di tutto. Se non la fai, è inutile cercare di entrare in una stanza senza avere la chiave.

Una possibile definizione

Sino a stamattina si è sempre pensato che l’autorevolezza nascesse da dei fattori che i comuni mortali non avevano, e probabilmente non avrebbero mai avuto. Mi riferisco alla celebrità, e alla posizione che per i motivi più diversi si riesce a conquistare.
Certo, tu e io sappiamo che non vogliono dire nulla, giusto? Ce lo ripetiamo spesso e volentieri, esatto? Però chi possiede queste “qualità” domina, mentre noi ci accontentiamo di scrivere post su blog e aggiungere commenti qua e là. Mentre “essi” continuano a dominare, a essere “autorevoli”. Accanto, ecco che c’è il Web che ha almeno il pregio di offrire a più persone l’opportunità di essere autorevoli. Ma che cosa vuol dire? Probabilmente una persona è autorevole quando ha una voce sua propria, ed è in grado di conversare con gli altri. Se ti pare poco non so che dirti, anzi: ti dico che se il lettore non si ferma, non riconosce il tuo valore, non percepisce chi sei e che la tua voce è diversa da quella degli altri, allora non sei autorevole.

Autorevolezza=lievito del blog

Che cosa significa “lievito del blog”? Già ti vedo sfregare le mani: è la ricetta del successo! Be’, no. Se vuoi il successo, vale a dire migliaia di lettori ogni giorno devi cercare un argomento più popolare e affrontarlo in maniera poco consueta. Esatto, un lavoraccio.
Non è affatto detto che l’autorevolezza smuova grandi numeri, ma probabilmente ti avvicina le persone giuste. Ecco allora che il lievito dell’autorevolezza svela la sua importanza. Tra le migliaia (milioni) di voci, ce ne è una che attira l’attenzione: la tua. L’epica dei grandi numeri funziona con Mediaset e Rai: tu non sei niente del genere, perché diavolo vorresti inseguire quegli esempi?
Ti rammento che il blog è il tuo canale di comunicazione. 30 anni fa ce lo sognavamo qualcosa del genere. Scegli tu quando vuoi pubblicare, in che modo, eccetera. Ti rendi conto? Ti sembra poco? Non è niente di che? Allora non so che dirti: hai l’occasione di dimostrare che non sei una copia, ma una persona con una testa e che sa esprimere i suoi pensieri. Però occorre avere dei pensieri, già.


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