Questo è sicuramente il forte dilemma che assilla ognuno di noi, quando si accinge ad aggiornare il proprio spazio web. E il riferimento ai blogger non è casuale. Il blog infatti è quanto di più, nel web, si avvicina a una testata giornalistica, seppure non lo sia, perché le caratteristiche di un blog sono diverse rispetto a quelle di un organo di informazione online (piuttosto, oggi si assiste al curioso fenomeno di una blogghizzazione dei quotidiani telematici). Ecco perché in primo luogo è opportuno stabilire il confine tra un blog nella sua accezione più vera è un format giornalistico professionista.
In parole semplici il blog è prevalentemente uno spazio web nel quale una persona esprime le proprie posizioni personali sugli argomenti per i quali è appassionato (che possono spaziare dalle ricette, alla politica, all’economia, alla letteratura ecc.). Nel tempo, questo spazio web si è indubbiamente evoluto: in origine era semplicemente un diario personale online, oggi si presta a più funzioni, tra le quali, quella prevalente è l’attività di opinionismo indirizzata ai naviganti; un’attività al centro del quale vi è il blogger (l’autore), che svolge la funzione di opinion leader, e intorno, i suoi lettori che interagiscono tramite i commenti.
Diversamente dalle testate giornalistiche, il blog non è dotato di una redazione, né di un direttore responsabile, e i post esprimono solo il punto di vista dell’autore. Inoltre non è una pubblicazione regolare. Sovente i blogger pubblicano come capita e quando ne hanno voglia o vi è un argomento che stimola la loro verve. Infine è completamente gratuito. La lettura dei post è aperta ai naviganti, e se qualche limite è imposto, è quello della registrazione al blog per poter leggere alcuni contenuti.
Questi blog non rientrano affatto nella disciplina prevista per le testate giornalistiche (e in particolare la legge n. 62 del 2001), e dunque non sono sottoposti agli obblighi in essa previsti. E precisamente: all’obbligo della registrazione presso il Tribunale e all’obbligo di dotarsi di un direttore responsabile iscritto all’albo dei giornalisti professionisti.
Detto questo, vi sono comunque dei blog ibridi o pseudoblog, che proprio blog non sono e che emulano – diciamo – le testate giornalistiche professionistiche, dissimulando una vera e propria attività di giornalismo. Parlo dei blog di informazione, spesso multi-autore, organizzati in redazioni virtuali che gestiscono più o meno il flusso degli articoli pubblicati, con obblighi di cadenzare le pubblicazioni, e che sovente impongono anche il pagamento per la lettura di alcuni loro contenuti.
Va da sé che questi blog sono a rischio di violazione della legge sull’editoria, perché presentano tutti i requisiti di una testata giornalistica senza adempiere alle incombenze prescritte dalla legge, e in particolare alla registrazione presso il Tribunale competente e al dotarsi di un direttore responsabile iscritto all’albo dei giornalisti.
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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Tags: art. 21 cost, art. 595 c.p., blog, blogger, decoro, diritto di critica, diritto di cronaca, legge 62/2001, onore, reato diffamazione, stampa clandestina Potrebbero interessarti anche:-
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http://aelthas.wordpress.com/ Aelthas
Quindi quelli del Popolo Viola commettono un reato per ogni post che pubblicano?
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Il Jester
Veramente non ne ho idea. Non leggo i post del popolo viola… Tu?
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http://aelthas.wordpress.com/ Aelthas
Il Jester,
A dire il vero sono obbligato a vedere i titoli del loro post ogni volta che faccio il login su WordPress, non ho molta scelta. E quando i titoli sono pesanti vado a leggere il resto del post, che spesso è ancor più pesante del titolo stesso, seguito poi da centinaia di commenti che spesso e volentieri sfiorano il limite del reato.
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Il Jester
Perché prendersi il nervoso? ;-)
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http://imitidicthulhu.blogspot.com/ Jo
… e, riprendendo il tuo discorso, nel caso di “satira politica” l’impossibilità a difendersi è pari a zero. Mi viene in mente qualche comico che qualche volta diffama tranquillamente portando fino al paradosso i fatti di ogni persona che attacca. Ed è implicita la reazione del pubblico, che dal paradosso cala quel tanto solo giusto per trasformare l’esagerazione in presupposto vero… ma ci si può difendere da attacchi così? Non mi pare…
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Il Jester
Beh, hai perfettamente ragione. Non sempre è possibile difendersi, anche perché dipende in quel caso da che parte sta il comico in questione.
Carino il tuo blog. Uno scambio link? Fammi sapere! ;-)