Blogtour: Il cammeo di ossidiana di Virginia De Winter - Frac & Redingote

Creato il 10 marzo 2016 da Susi
Blogtour     Il cammeo di ossidiana di Virginia De Winter - Frac & Redingote    Sono felicissima oggi di presentarvi la mia tappa per il Blogtour Il cammeo di ossidiana della bravissima Virginia De Winter, ma prima di passare in dettaglio in cosa consisterà la mia tappa vi mostro il libro!       Londra, fine 1800 - Raven Armitage non si dà pace per la morte improvvisa dell'amata sorella Elizabeth ed è disposto a tutto pur di venire a capo del mistero che l'avvolge, dunque anche a carpire i segreti di Sebastian Darlington, l'uomo che avrebbe dovuto sposarla, oltre che il più affascinante libertino del ton dopo Dorian Gray. Il loro primo incontro, sul selciato umido di una strada di Mayfair, non sembra nascere sotto i migliori auspici, e neppure quelli successivi, che culminano in un duello tra i brumosi prati di Battersea. Miracolosamente usciti quasi indenni dallo scontro, Raven e Sebastian capiscono che il destino ha legato le loro esistenze. Scoprono così la passione dopo la violenza, il tocco caldo sulla pelle dopo il gelo della voce, i segreti celati dietro un battito di ciglia e la dolcezza di un sorriso fatto per sedurre. Ma il tempo dell'amore dovrà aspettare perché le ricerche sull'inspiegabile morte di Elizabeth, che ruota intorno a un elegante cammeo di ossidiana, fa compiere loro un pericoloso viaggio nelle più oscuri perversioni dell'animo umano...     Frac & Redingote  Frac & Redingote è il titolo originale che abbiamo sviluppato per affrontare un approfondimento riguardo l'abbigliamento maschile dell'800.   Dall’inizio dell’Ottocento, quando Lord Brummel (1778- 1840), arbitro dell’eleganza londinese, lo consacrò vestito civile da cerimonia, il frac divenne la foggia vestimentaria borghese. L’uso del panno, più pratico e più facilmente accessibile a tutte le classi sociali, stimolò l’abilità dei sarti che gareggiarono nel perfezionare la migliore vestibilità con una esasperata cura del taglio; il modello si presentava corto sul davanti, in modo da rivelare il fondo del gilet, con allacciatura doppiopetto, revers molto pronunciati, maniche arricciate e imbottite all’attaccatura, lunghe e strette ai polsi. La vita fortemente segnata evidenziava la convessità del petto, le falde a coda, lunghe al ginocchio, erano separate da uno spacco posteriore. Per tutto il Novecento e ancora oggi il frac, (Il frac, derivato dal frockcoat,dandies, come elemento d’obbligo della moda trasgressiva: rappresentava l’abito nuovo, contrapposto alla marsina Ancien Regime) habit noir per i francesi, tail coat in Inghilterra, rappresenta l’abito maschile da cerimonia, il più elegante in assoluto, riservato ad occasioni speciali e ambienti esclusivi. Il modello contemporaneo prevede una giacca monopetto nera, mai abbottonata, a vita corta davanti con falde a coda di rondine sul dietro, abbinata a pantaloni neri con doppio gallone laterale in seta. Completano la mise: il panciotto in piqué bianco, la camicia con sparato pieghettato, colletto ad alette e polsini semplici con gemelli, il cravattino in piqué, sempre bianco, detto white tie. capospalla di origine militare comparso in Inghilterra nel 1720, Realizzato in panno blu e abbinato a pantaloni giallo pelle di daino infilati negli stivali, si diffuse tra i giovani
Dalla metà dell’Ottocento, l’abito da giorno del signore elegante formato dai tre pezzi redingote, pantaloni e gilet, rappresenta l’uniforme borghese diffusa in tutti i ceti sociali. La redingote, giacca di linea a clessidra, lunga al ginocchio e stretta alla vita, presentava falde tagliate diritte all’apertura in modo da sovrapporsi quando allacciata. Era realizzata in panno di lana pettinata e ritorta, di colore blu o grigio scuro, foderata in seta o in leggera flanella scozzese per i capi invernali; veniva indossata di giorno su pantaloni diritti, a quadri o righe. Nel 1857, il Corriere delle Dame annuncia la comparsa delle prime giacche la giacchetta o long jacket, che all’inizio provoca il disprezzo del mondo elegante, si diffonde dall’Inghilterra come mise da giorno, contrapposta alla rigida etichetta che prevede la redingote come abito da giorno e il frac come abito da sera. La giacchetta si presentava diritta, larga alle spalle e lunga alle anche, con due semplici cuciture laterali, una sola bottoniera e due tasche tagliate; confezionata con tessuti a grandi quadri o a righe, si abbinava a pantaloni coordinati che ricadevano sul piede e senza staffa.
Alla fine del secolo, comparve un nuovo modello di giacca a falde arrotondate, lungo al ginocchio e di colore scuro, la finanziera, che divenne l’abito da giorno di banchieri e alti funzionari, era detta anche prefettizia o stiffelius. Veniva indossata sopra a gilet e pantaloni a tubo rigati o quadrettati, camicia bianca inamidata, cravatta e cilindro ed era destinata agli appuntamenti d’affari, alle visite mattutine, alle passeggiate. I veri elegantoni si distinguevano per la qualità del taglio dell’abito eseguito su misura, la qualità della confezione, le differenze del particolare sartoriale, accanto alla scelta del giusto tessuto. Le sartorie gareggiavano nell’arte del taglio e nella precisione della tecnica sartoriale interpretando la tradizione inglese.
Ora vediamo nel dettaglio i componenti della mise maschile!
    La Marsina (Tailcoat)
La marsina (soprabito a coda di rondine) era un capo d'abbigliamento di rigore per ogni uomo, almeno per chi apparteneva alla nobiltà e alla classe media. Essendo derivata da un soprabito abitualmente usato per andare a cavallo, la marsina era più corta sul davanti e divisa in due trasversalmente , con lunghe 'code' sul retro per facilitare la cavalcata. Aveva il collo alto dietro ed era molto aderente sulla schiena e sul petto. Poteva essere a uno o a doppio petto e veniva portata sia abbottonata che aperta. Il davanti era normalmente tagliato più corto rispetto al panciotto sottostante. La marsina era generalmente di lana , ma poteva anche essere di lino nelle stagioni più calde. Di giorno la gamma dei colori poteva essere più varia, ma di sera la moda dettava solo colori scuri (nero o blu) per questo capo d'abbigliamento che poteva avere bottoni ricoperti in stoffa oppure in ottone o peltro.    Il Cappotto (Great coat)
Come soprabito veniva anche usato il cosiddetto 'great coat', un cappotto che copiava quelli a mantellina dei postiglioni. Spesso le mantelline che decoravano il retro del cappotto erano più di una. Nel 1797, Jane Austen in una descrizione dell'eroe di Northanger Abbey, Henry Tilney, scrive: "the innumerable capes of his great coat looked becomingly important."( le innumerevoli mantelle del suo cappotto apparivano piacevolmente importanti). Brummell non approvava queste distorsioni alla linea originale del 'great coat', perciò la sua moda durò poco e fu sostituita da quella di cappotti lunghi dal taglio più semplice .   Il Panciotto (Waistcoat) Il panciotto , che inizialmente aveva le maniche, diventò senza maniche già dopo il 1740. A quanto pare prese origine dalla giacca di un fantino. Poteva essere in lana, lino o seta ed era spesso in tinta unita ma anche in broccato, a strisce o a disegni. Aveva il collo montante sul dietro e a volte ampi risvolti ripiegati, soprattutto a inizio Ottocento. Il panciotto solitamente era più lungo sul davanti della marsina, perciò si poteva intravedere al di sotto della stessa e andava a coprire la parte alta dei pantaloni o delle brache. Il più delle volte era a un petto, ma poteva anche essere a doppio petto. Panciotti e brache erano generalmente più chiari rispetto alla marsina perchè, sotto l'influenza dello stile Neoclassico, con l'abbigliamento si voleva conferire al corpo maschile l'aspetto di una statua di marmo. Non tutti i fisici, però, potevano permettersi questo stile. Famose, a questo proposito, le battute e i disegni satirici del periodo che rappresentavano l'obeso Principe di Galles (che aveva pretese di eleganza) strabordante dentro agli attillatissimi abiti alla moda.
La Camicia (Shirt) La camicia era solitamente in lino o cotone. Era lunga e larga (non molto diversa da quella dei secoli precedenti), con maniche che avevano spalle scese e collo montante, che a volte poteva arrivare anche a sfiorare la mandibola.
La camicia poteva arrivare a mezza coscia o alle ginocchia, aveva un'apertura ( ma non completa) sul davanti e si sfilava dalla testa. E molto spesso era l'unico capo di biancheria indossato! Ecco perchè un uomo in maniche di camicia era spesso considerato indecente...era un po' come vederlo in biancheria intima.
Le maniche con rouches ai polsi ( un retaggio del Settecento) erano considerate fuori moda in questo periodo, però le rouches sul davanti erano ancora accettate. Le camicie non venivano confezionate dai sarti ma dalle cucitrici (seamstresses). Le camicie 'pronte da indossare' cominciarano ad essere messe in vendita già dalla metà del Settecento.   Pantaloni (Breeches, pantaloons , trousers)
Le brache (Breeches), cioè i pantaloni corti al ginocchio tipici dell'abbigliamento maschile nel Settecento stavano gradualmente scomparendo. Per un certo periodo di tempo essi rimasero in auge come capo più indicato per la sera, ma furono poi relegate ad occasioni molto formali o per i ricevienti a corte. Le brache potevano essere di lana, cotone, lino o seta, per le occasioni più formali. Esse avevano generalmente la vita più alta sul davanti ed erano un po' meno sblusanti sul dietro rispetto a quelli di fine Settecento. Esse continuavano però ad avere l'apertura con patta a doppia abbottonatura sul davanti, erano aderenti alle cosce e chiuse con cinturino o bottoni appena sotto il ginocchio.
I cosiddetti Pantaloons (pantaloni) furono introdotti alla fine del Settecento dai rivoluzionari francesi. Avevano doppia abbottonatura sul davanti e potevano essere di diverse lunghezze, fino a metà polpaccio o alla caviglia e si portavano molto aderenti. I pantaloni erano in pelle di daino (buckskin) o in tessuto di colore chiaro, bianco, beige o crema
I pantaloni (Trousers) come li conosciamo oggi ,invece, fecero il loro primo ingresso nel guardaroba maschile durante il periodo della Reggenza. Avevano la vita alta, fino almeno all'obelico, l'abbottonatura sul davanti era sempre doppia ed erano tenuti su da bretelle. Si portavano molto più larghi rispetto ai pantaloni precedenti (Pantaloons), anche se spesso erano più aderenti alla caviglia, a volte muniti di ghette sottopiede che li facevano scendere a coprire le scarpe. Anche questi pantaloni potevano essere di lana, lino o cotone. Inizialmente erano portati solo di giorno, ma, a poco a poco, essi furono accettati anche come capi adatti alle occasioni mondane. Ma non ovunque. Da Almack's, la famosa sala da ballo londinese, ad esempio, non si poteva entrare senza le regolamentari brache da sera. Una volta fu negato l'ingresso persino al Duca di Wellington ( probabilmente l'uomo più famoso del suo tempo) perchè oltre ad essere arrivato in ritardo indossava pantaloni lunghi invece dei regolamentari pantaloni eleganti al ginocchio.     La Cravatta (Neckcloth/cravat)
Il fazzoletto da collo o cravatta diventerà da questo momento in poi un accessorio indispensabile dell'abbigliamento maschile. All'epoca si trattava di una lunga striscia sottile di lino o seta che si girava più volte attorno al collo e si annodava sul davanti. Sotto l'influenza di Beau Brummell,l'arbiter elegantiarum dell'epoca, il colore in auge e più indicato per la cravatta di un gentiluomo diventò 'il bianco virginale' ed era essenziale che essa fosse molto inamidata perchè diventò di moda portarla alta, a volte fin oltre la mandibola ( e doveva riuscire a rimanere così per ore!) e annodarla in modo elaborato.
Beau Brummel era famoso per in suoi nodi ricercati. Per ottenere la 'studiata noncuranza' delle pieghe nella sua cravatta, ad esempio, Brummel si piegava in dietro sulla sedia, come per farsi radere, e si girava la cravatta intorno al collo. Poi abbassava il mento, molto lentamente, finchè il lino inamidato non raggiungeva la 'speigazzatura' perfetta. Se una piega era troppo profonda o lo era troppo poco, la cravatta veniva scartata. Una volta un ospite in casa Brummel vedendo un valletto uscire dalla stanza guardaroba del suo padrone con in mano un mucchio di candide cravatte, gli chiese cosa stesse portando via e lui rispose:'Queste sono i nostri fallimenti, signore'.
C'erano diversi tipi di nodi con cui poteva essere annodata una cravatta, alcuni considerati più formali, altri più adatti alle occasioni informali. Alcuni semplici, altri complicatissimi. Come è possibile vedere nell'immagine qui sopra(tratta da una pubblicazione del 1818) ogni nodo aveva il suo nome: L'Orientale (The Oriental), il Matematico (Mathematical), l'Osbaldeston, il Napoleonico (Napolean), l'Americano (American), il Postale (MailCoach), il Trono d'Amore (Trone d’Armour), l'Irlandese (The Irish), il Sala da ballo ( Ball Room), il Collare da cavallo (Horse Collar), quello da Caccia (Hunting), il Maharata, il Nodo di Gordio (Gordion Knot) e il Nodo a botte (Barrel Knot).
I Cappelli Durante questo periodo il cappello di moda era a cilindro, molto alto, con una tesa piccola, appena sollevata ai lati. C'era anche il cappello a bicorno, alto, ampio e con la calzata poco profonda. Il bicorno diventò famoso attraverso la moda militare, anche perchè lo portava abitualmente Napoleone, ma anche i civili a volte lo indossavano. Il cappello a cilindro era spesso chiamato 'beaver' (castoro) perchè era prodotto con feltro di alta qualità fatto con il pelo del castoro. Il cappello era un accessorio con cui un gentiluomo poteva distin-guersi. Se era fatto interamente di castoro il cappello continuava a mantenere la forma anche sotto l'acqua, mentre cappelli di qualità inferiore in misto lana o in pelo di coniglio e castoro dopo essersi bagnati iniziavano ad ammosciarsi e dovevano essere portati dai cappellai per farli stirare e ridare loro la forma originale. Un 'beaver' di buona qualità poteva costare da una ghinea fino a 40 scellini ( perchè a un certo punto i castori cominciarono a scarseggiare), in un epoca in cui un operaio specializzato guadagnava 2 scellini e 2 pence al giorno, è evidente che un capo del genere potevano permetterselo solo i ricchi. La popolarità raggiunta dal 'beaver' fu tale che John Jacob Aster, padrone della più grande ditta di commercio di pelli degli Stati Uniti , diventò milionario, mentre i poveri castori rischiarono di estinguersi.    Le Calzature Le calzature di moda in quest'epoca per il giorno erano gli stivali da cavallo, in pelle nera o marrone. Potevano tusere i cosiddetti 'Hessians', cioè gli stivali alti (di derivazione militare) che avevano una parte che poteva essere tirata su a protezione del ginocchio durante la cavalcata e ripiegata per camminare. Hobby in St.James's Street era il calzolaio specializzato in stivali più famoso di Londra e poteva contare far i suoi clienti il Principe di Galles (Giorgio III), Wellington, Byron e molti altri VIPs dell'epoca. Per le occasioni formali si continuavano ad indossare, con le brache in seta al ginocchio, le scarpe da ballo con fibbia. Scarpe che verranno a poco a poco sostituite dalle scarpe con le stringhe. Si portavano anche stivaletti alla caviglia.
Gli accessori
In questo periodo accessori come guanti, bastoni da passeggio, orologi da taschino, catene per gli orologi, e portafogli di pelle o stoffa, ebbero grande successo. Le spade non erano più di norma indossate dagli uomini in abiti civili. E infatti i bastoni da passeggio (walking sticks) diventarono di moda quando una legge vietò di indossare la spada nelle strade di Londra.
 
  Qui trovate il calendario con le tappe:
  • 2 Marzo - Le tre ragioni per cui amerete il libro - Il castello tra le nuvole
  • 4 Marzo - Le musiche di Raven - Liber Arcanus
  • 6 Marzo - Lord Darlington e compagnia - Coffee&Books
  • 8 Marzo - Intermezzo d'azione - La Bella e il Cavaliere
  • 10 Marzo - Frac & Redingote - Bookish Advisor
  • 12 Marzo - Londra deWinteriana - Please Another Book

Giveaway
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Il GA sarà attivo da oggi 2 Marzo a domenica 13 Marzo fino a mezzanotte.
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- A presto Susi
 

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