Tempo fa "Divine Ribelli" si è occupato del bellissimo romanzo di Ilaria Goffredo, "Tregua nell'Ambra". Ora potete acquistarlo su Amazon (nuovo titolo "Tregua. Il Segreto" e, per l'occasione, sono contenta di ospitare la seconda tappa del blogtour dedicato a questa storia raccontata con stile ed eleganza. Lascio, dunque, la parola all'autrice Ilaria Goffredo che propone un approfondimento sulla violenza alle donne e, in particolare, sul matrimonio riparatore, di cui abbiamo parlato nell'articolo dedicato a Franca Viola.
La violenza sulle donne protetta dalla legge
Quante volte abbiamo sentito parlare di matrimonio riparatore? Sappiamo tutti di cosa si tratta e in verità accade ancora oggi, seppur in misura molto minore rispetto al passato. Quello che però molti non sanno è che fino a un passato molto recente, precisamente fino al 1981, esisteva una vera e propria legge sull’argomento, l’articolo 544 del codice penale.
Essa - aprite bene le orecchie, anzi gli occhi - recitava: Per i delitti preveduti dal capo primo e dall'articolo 530, il matrimonio, che l'autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali.
In sostanza, allorché un uomo commetteva, nei confronti di una donna nubile e illibata, stupro o violenza carnale, onde evitare il processo o al fine di far cessare la pena detentiva inflitta, poteva offrire alla ragazza il matrimonio riparatore facendo così cessare ogni effetto penale e sociale del suo delitto. Se la ragazza rifiutava la riparazione offerta subiva il disprezzo sociale e presumibilmente non si sarebbe più sposata (Fonte: Wikipedia). Lasciatemi citare a tal proposito un detto pugliese che dice: Cornuto e mazziato!
Sarebbe l’equivalente di: Oltre al danno, la beffa. Immaginate dunque, se una decreto legislativo del genere era in vigore fino a trent’anni fa, come poteva essere la situazione per le donne degli anni Trenta-Quaranta.
Non dimentichiamo tra l’altro che il fascismo promuoveva un forte ideale di sottomissione della donna: ella doveva essere quieta e remissiva e dedicare la propria esistenza al mantenimento della casa e all’allevamento dei figli.
Elisa, la protagonista di TREGUA, vive ogni giorno sulla propria pelle questa situazione, per cui non sa comportarsi quando per la prima volta un uomo si dimostra premuroso e attento ai suoi sentimenti. Tra l’altro la ragazza è legata a qualcuno che vorrebbe cancellare della propria vita, mentre l’uomo che le presta attenzione nasconde un segreto pericoloso.
Ilaria Goffredo
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