blowjob al pollo...

Creato il 03 novembre 2012 da Omar
«Hai degli occhi che fanno male», continua a ripetere Dottie (una Juno Temple svaporata al punto giusto) al freddo sicario ingaggiato dai suoi famigliari per uccidergli la madre (un sorprendente e inatteso Matthew McCounaghey, finalmente anni-luce lontano dalle sue consuete smancerie romantiche). E tutto lo splendido, grottesco sdipanarsi degli eventi che impolpano la nerissima pellicola di William Friedkin ruota in fondo attorno a quegli occhi, all'abisso di sadismo e violenza che in essi risiede pronto a deflagare e attraverso il quale lo spettatore viene accompagnato in una irrefrenabile discesa nel cuore più sordido della provincia americana. In concorso a Venezia 2011 - dove l’interesse dei giornali fu principalmente per la sequenza della fellatio alla coscia di pollo, invero forse la meno interessante dell'intera opera - questa macabra storiaccia di rapacità tra rednecks parla del vuoto che permea il nostro presente mostrandoci quanto si diventi biechi e volgari quando il denaro assurge a unico pilastro della società. Friedkin, settantasettenne cineasta di eccezionale talento visivo (suoi veri e propri cult come Il braccio violento della legge e L'esorcista) conferma la propria repellenza a qualsiasi canone di aggiustamento narrativo, proseguendo la linea del suo precedente lavoro, il claustrofobico Bug (2006) - anch’esso tratto da una pièce di Tracy Letts, qui in veste di sceneggiatore - per raccontarci questa moderna versione di Cenerentola squisitamente splatter: Killer Joe è una commedia (commedia?) macabra e irriverente, una pellicola la cui trama si riassume in poche righe: ci sta Chris (Emile Hirsch) che è uno spacciatore nei guai: gli è stata rubata tutta la merce - presumibilmente da sua mamma - e se non trova al più presto seimila dollari sarà presto carne da cimitero. Ecco allora la bella pensata: perché non fare fuori quella stronza della madre, pappandosi i proventi della lauta assicurazione sulla sua vita? Suo padre Ansel (Thomas Haden Church), un balordo incapace di qualsiasi iniziativa, si dice subito d'accordo, e anche la sorellina - la Dottie di cui sopra - che dovrebbe essere la beneficiara del premio assicurativo, sembra apprezzare il piano. Insomma un bel quadretto di famiglia!
Per compiere l'omicidio viene assoldato «Killer Joe» (McConaughey), un agente della polizia di Dallas che per arrotondare uccide persone su commissione (dimostrandosi un gentiluomo tendente pericolosamente allo psicopatico). Sarebbe tutto perfetto, se il Killer Joe non pretendesse una caparra in anticipo: e non disponendo la famiglia di alcun contante fino al rilascio della polizza, saranno le fresche carni della eterea e sognante Dottie a fungere da pagamento. «Chissà, magari le farà bene!», commenta compassato il padre quando gli comunicano che la ragazza sarà deflorata dal killer. Il cast è perfettamente in parte, soprattutto la veterana Gina Gershon, che nei panni della nuova moglie dell'inutile Ansel si offre interamente allo schermo (come quando va ad aprire al figliastro Chris e lo accoglie con una misera maglietta e la patonza in bella vista. Lui se ne lamenta e lei ribatte a mo' di giustificazione: «E che ne sapevo io di chi c'era alla porta?!»). Friedkin alla sua veneranda età non ha spuntato gli artigli, ma manco per niente.

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