C’è Bologna, città di osterie frequentate anche da Guccini (prima che diventasse un montanaro) e di garage adibiti a bivani costosi in via Paradiso, gli amici fidati e innoportuni, come l’Orrido e la Betty, le donne e il fatto di non sapersele tenere, e c’è ovviamente tanto Bob Dylan, che campeggia con la sua multipla personalità artistica nella maggior parte dei discorsi di Lajos. Ci sono anche i Little Boys Lost, sgangheratissima cover band di Bob Dylan, composta da un Dylaniato, un Dylanologo, un Dylaniano, un batterista che conosce a malapena Like a rolling stone. E ovviamente, Lajos.
Trent’anni (e più, e gli anni che sono), lavori precari e buona musica. Se qualcuno riesce a spiegare, e magari far apprezzare, uno dei più poliedrici e complessi musicisti contemporanei a qualcun’altro che nel suo angolino (ma proprio ‘ino’) dei cd possiede soltanto una raccolta della diva del pop Madonna e dei Queen, beh, questo qualcuno deve riuscire in un’impresa d’amore. E difatti. Cui si aggiungono una valanga di avventure disegnate (ve l’ho detto, vita da cartone animato) in modo ironico e scorrevole tra vari pazzoidi e ricordi di ex fidanzate, vicine subumane e concerti della band epici per la ricca umanità che vi si incontra e per le altrettanto epiche discussioni da very fan sul momento mistico-religioso vissuto da Dylan nel 1979, o sull’ingiustificabilità o meno di album come Nashville Skyline o Self Portrait - che sono un modo onorevolissimo e divertente per farci saggiare il Bob del titolo.
Comicità e intelligenza sprizza da tutte le pagine. Morozzi è strepitoso, senza briglie e ti fa sentire a casa, a tuo agio, come lettore, permettendoti di scorazzare nella sua popolosa immaginazione da sogni ricorrenti e l’impressione che la propria vita sia oggetto di studio da parte di qualche alieno che osserva la razza umana a distanza – sapete, la comune sensazione di sentirsi osservati o “come in un film” – con uno splendido jukebox in sottofondo. Insomma, non potete smettere di voler stare in sua compagnia, tanto alla fine sarete culo e camicia.
Concludo con due chicche diverse sul romanzo: 1° citazione, a mio dire, poetica: «Forse non dovevo addormentarmi su una pila di albi originali di Nova, al negozio di fumetti. Si respirano suggestioni attraverso l’inchiostro».
2° Un omaggio davvero imperdibile:
Gianluca Morozzi \”The man in me/Material girl/Bycicle race\”
Azzurra Scattarella
Gianluca Morozzi, Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen, Castelvecchi, € 16.00