Negli ultimi mesi dell'anno scorso anche l' Editoriale Aurea si è lanciata nella proposta del fumetto franco-belga a prezzi popolari. Con una buona intuizione ha ingrandito di qualche cm il formato bonellide rendendo più leggibili le tavole in origine pensate per un formato più grande. Anche qui niente colore ne redazionali. Due al momento le proposte: il thriller spionistico XIII e l'avventura classica da pulp magazine di Bob Morane, ed è proprio su quest'ultima uscita che vorrei spendere due parole.
Dopo aver letto il primo numero delle avventure di Bob Morane sono rimasto spiazzato, e dopo vi dirò perché. Sono andato allora alla ricerca di qualche informazione in rete e incredibilmente mi si è aperto un mondo. Non so voi, mai io di questo personaggio non avevo sentito mai parlare eppure in Francia deve essere una specie di gloria nazionale.
Apprendo che al personaggio, nato nel lontano 1953 per mano dello scrittore Henri Vernes, sono stati dedicati nel corso degli anni la bellezza di circa 230 (duecentotrenta) romanzi, editi originariamente in una collana di tascabili dell'editrice Marabout. Il probabile successo del personaggio ha dato vita in seguito a un film nel 1960, a una serie tv nel 1963 e a una a cartoni animati nel 1998. A Tournais in Belgio c'è addirittura una via Bob Morane dedicata al popolare eroe.
L'Aurea ci introduce al mondo dell'eroe francese con l'episodio La spada del paladino, primo dell'epoca Dargaud. In precedenza però l'eroe era stato protagonista di altri sette albi editi da Marabout nei quali probabilmente il personaggio era stato presentato ai lettori.
Ci si trova un po' spiazzati leggendo il numero uno di questa nuova collana. I protagonisti sono il francese Bob Morane e il suo amico scozzese Bill Ballantine, non è chiaro quale sia il rapporto che lega i due amici che sembrano molto affiatati, unico indizio il fatto che Ballantine chiami spesso Morane con l'appellativo di Comandante, il che lascia supporre un passato militare per i due. Dopo un paio di pagine siamo già nel pieno della storia, il Professor Hunter, conoscente di Morane, chiede alla coppia di amici di testare per suo conto una macchina del tempo a scopo di verificarne l'effettivo funzionamento. La cosa fantastica è che i due accettano senza porsi nessun problema, una soluzione narrativa dall'ingenuità disarmante, quasi da rimanerne stupiti leggendo le pagine del racconto. Finiranno nella Francia del XIV secolo insieme a un avversario imbucatosi di nascosto nella loro navicella. Impressionante come questi due personaggi, dei quali sappiamo poco e niente, riescano a far di tutto, non si pongano nessun problema di fronte a qualsiasi situazione e si gettino a capofitto nei risvolti della Storia, arrivando ad aver a che fare con Carlo Magno, col paladino Rolando e con Re Carlo V. La narrazione è classica e di pura avventura, l'ingenuità a livelli quasi imbarazzanti. A questo punto questo potrebbe sembrare un commento decisamente negativo al fumetto in questione. E invece no. Proprio questa naturalezza nella narrazione, questa dose massiccia di sospensione d'incredulità, insieme alle matite chiare e precise di Gérard Forton, donano alla lettura un fascino incredibile, d'altri tempi.
Certo avrebbe giovato una proposta cronologicamente più accurata, nonostante questo le singole avventure sono leggibili anche singolarmente. Già dal secondo albo l'Aurea procede al recupero di un paio di episodi dell'era Marabout (gli episodi 6 e 7) anche se non i primi.
Nel secondo numero, mantenendo costante lo stile della narrazione, avremo di che godere in un'avventura dai toni esotici e in una vagamente western. Proprio la semplicità è uno dei punti di forza della serie, talmente ingenua che risulta impossibile non apprezzarla. La speranza è che l'Aurea non lasci grossi buchi nella pubblicazione e presenti il maggior numero di avventure possibili dedicate a questo strampalato duo.Dario Lopez